Recensione "L'isola dei Liombruni" di Giovanni De Feo

Creato il 09 novembre 2012 da Fine

È IL SOGNO LA CHIAVE D'ACCESSO PER UN'ISOLA SPERDUTA, UNA TERRA INCONTAMINATA CHE SI RAGGIUNGE SOLO IN SOGNO E CHE I SUOI ABITANTI DIFENDONO A OGNI COSTO. LASCIATEVI CONDURRE DA SMICCIO E ZENZERO TRA LE REGOLE DI UN GIOCO INNOCENTE E SPIETATO COME SOLO I BAMBINI SANNO ESSERE.

Titolo del Libro: L’isola dei Liombruni Autore: Giovanni De Feo Editore: Fazi  Pagine: 382 Prezzo: 18,50€ Pubblicazione: giugno 2011
Descrizione: È l'alba. Scarmigliati e irruviditi di salsedine, Smiccio e Zenzero si svegliano. Un'amicizia fraterna li lega. Oggi è il giorno del loro compleanno. mensile! Solo un pretesto per scambiarsi dei regali, dal momento che entrambi avranno per sempre 14 anni: perché potrebbe sembrare Procida, o qualunque altro scoglio incastonato nel Mediterraneo, svenuto sotto il sole che non lascia scampo, ma questa di Smiccio e Zenzero è un'isola di sogno sospesa nel tempo di un'estate eterna. Per i due ha inizio così un'altra giornata da consumare tra passatempi intinti nell'innocente ferocia di ragazzini; una giornata ideale per sparare ai gabbiani, per insanguinarsi i piedi in corse tra sassi e sterpi, per fare un giro in barca fino alle statue dei Colossi che vegliano l'isola. Per scoprire, lontana, una macchia scura, qualcosa. qualcuno. Un Alto! Inseguirlo è un divertimento. Come raggiungerlo. E poi ucciderlo.
L'AUTORE:
GIOVANNI DE FEO È nato a Roma. Laureato in Storia del cinema, nel 2003 ha vinto il Premio Solinas per la miglior sceneggiatura originale e da un suo soggetto è stato tratto il film L'uomo fiammifero (www.uomofiammifero.it ), finalista al David di Donatello 2010. Ha pubblicato con E/O e nel 2010, con Salani, il romanzo fantastico Il mangianomi. Ha insegnato all'Università di Reading e a Oxford, alla Berlitz School. Attualmente insegna Letteratura italiana alla Deledda International School di Genova.
La narrazione comincia in un giorno qualunque, su un’isola non specificata, dove quello che conta sono le persone che la abitano e gli avvenimenti che si svolgono su di essa.  Ci vengono subito presentati i due protagonisti del romanzo, Zenzero e Smiccio, due ragazzi di quattordici anni, fratelli d’amicizia, che vivono insieme nella stessa casa.  Fin qui sembra tutto normale ma col prosieguo del racconto si scopre che sull'isola non ci sono adulti, fatta eccezione per quei pochi rimasti, soprannominati "Alti", cui tutti i bambini dell’isola danno la caccia.  Lentamente, ma con un ritmo sempre più coinvolgente e mai noioso, il lettore viene così portato dentro al mistero di questa isola dove la vita fluisce pigramente attraverso i rituali quotidiani di bambini rimasti finalmente liberi da genitori, parenti e da rapporti con gli adulti, con un riferimento letterario alla ben nota Isola che non c’è di Peter Pan.  Sarebbe sbagliato tentare analogie tra i due romanzi perché hanno svolgimenti di trama completamente diversi, ma il tema della crescita dei bambini in assenza di adulti e del rifiuto della figura parentale è sicuramente simile.
La vita dei bambini, ritmata da giochi, guerre fra bande, corteggiamenti amorosi e svago in tutte le sue possibili forme, prosegue indisturbata fino ad un evento che romperà questo clima di serenità e di gioco, costringendo involontariamente i ragazzi a prendere maggiori responsabilità e a crescere, confrontandosi con le dinamiche sociali tipiche degli adulti: potere, controllo, libertà, responsabilità pubblica.  Da qui in avanti, i fatti inizieranno a scorrere più velocemente, trascinati dall'inevitabilità di un destino che si svelerà solo col tempo e con il crescere della violenza. I giochi muteranno, diventeranno più seri, e le bande di ragazzi, finora vissute come gioco più che come vero gruppo di protezione e di potere, diventeranno sempre più simili alle bande degli adulti, violente, esclusive, dittatoriali. La vita, da gioco spensierato che era, diverrà un duro scontro tra persone poste di fronte ad eventi e scelte più grandi di loro e che li costringeranno a crescere.  Il finale a sorpresa svelerà il mistero dell’isola e ricomporrà tutte le tessere del puzzle degli eventi e dei personaggi, mostrando una realtà amara e inevitabile, permeata della magia tipica dei sogni. 
Il romanzo ha uno stile narrativo scorrevole e abbastanza piacevole. È scritto con un registro volutamente informale, essendo la storia fatta e narrata da ragazzi appena adolescenti, eppure a tratti risulta un po’ forzato e macchinoso.  La storia è comunque avvincente e, dopo un inizio tranquillo, comincia a crescere di intensità e velocità, intrigando il lettore all'interno del mistero e portandolo verso la verità.  L’ambientazione del libro è affascinante: una piccola isola lontana da altre isole e dalla terraferma, dove l’unico villaggio di case è popolato solo da bambini e ogni luogo ha le proprie memorie di giochi e il proprio ruolo sociale all'interno della comunità. Sono luoghi saccheggiati e rivisitati dalle esigenze di ragazzi che ovviamente hanno un approccio diverso a quello degli adulti.  I personaggi, infine, sono piacevoli, caratterizzati senza troppa profondità ma sufficientemente per non essere scontati o piatti, con alcune eccezioni di personaggi complessi e molto interessanti.  Il tutto è raccontato in modo credibile e verosimile, riuscendo a rendere normale la magia che accompagna la vita sull'isola e portando il lettore a crederla reale.  Dopo un inizio un po’ lento e anonimo, il libro diventa subito interessante e alla fine diventa quasi magnetico, lasciando una sensazione di nostalgia e tenerezza al termine della storia. Dopo le quasi quattrocento pagine di racconti, emozioni, pensieri, ed eventi, ci si sente partecipi della storia come si fosse vissuti sull'isola insieme ai protagonisti del libro, e questo è un merito per lo scrittore, perché saper coinvolgere il lettore è sempre una dote rara. 
È un libro senza pretese ma capace di lasciare emozioni e di far sognare, ma perché ciò accada bisogna essere capaci di sognare con gli occhi di ragazzi e di emozionarsi sinceramente.  È una lettura piacevole, che non consiglierei a tutti perché alcuni potrebbero ritenerlo infantile e inverosimile, ma che a un buon sognatore può regalare ore di buon divertimento.






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