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Recensione - L'oceano in fondo al sentiero di Neil Gaiman

Creato il 13 dicembre 2013 da Cristina
Ce l'ho fatta ragazzi, finalmente ho letto qualcosa di Gaiman. Lo so, forse è sconsigliato iniziare a conoscere un'autore attraverso una sua recente pubblicazione, ma che volete farci, sono stata chiamata da "L'oceano in fondo al sentiero" e ho risposto.
Recensione - L'oceano in fondo al sentiero di Neil Gaiman
Titolo: L'oceano in fondo al sentiero
Autore: Neil Gaiman
Pagine: 191
Prezzo: 17,50
Casa Editrice: Mondadori
Data pubblicazione: 08/10/2013
Trama:
Sussex, Inghilterra. Un uomo di mezza età ritorna alla casa della sua infanzia per un funerale. Sebbene la casa non ci sia più da un pezzo, l'uomo è irresistibilmente attratto dalla fattoria in fondo al sentiero, dove a sette anni aveva conosciuto una ragazza fuori dal comune - Lettie Hempstock -, sua madre e sua nonna. Erano decenni che non pensava più a Lettie. Eppure non appena si siede vicino allo stagno (quello stagno che lei sosteneva essere un oceano) accanto alla vecchia fattoria in rovina, ecco che il passato ritorna con i suoi ricordi, troppo strani, spaventosi e pericolosi per essere ricordi di episodi davvero successi a qualcuno, tanto meno a un ragazzino. Quarant'anni prima un uomo, un inquilino della casa di famiglia, aveva rubato la loro auto, dentro la quale si era suicidato proprio in fondo al sentiero. Quella tragica morte aveva evocato antiche forze che andavano lasciate in pace. Si erano scatenate oscure creature che venivano da chissà dove e il narratore era dovuto ricorrere a tutte le sue risorse per sopravvivere. L'orrore più terribile e minaccioso aveva creato devastazioni indicibili. E lui, ai tempi solo un ragazzino, disponeva come unica difesa di tre donne che vivevano in una fattoria in fondo al sentiero... La più giovane di loro affermava che lo stagno è un oceano. La più anziana si ricordava del Big Bang.
Recensione - L'oceano in fondo al sentiero di Neil Gaiman“Adesso ti dico una cosa importante. Nemmeno gli adulti, dentro, hanno l’aspetto da adulti. Fuori sono grandi e grossi, sventati e sicuri di sé. Dentro, invece, hanno l’aspetto di sempre, quello che avevano alla tua età. La verità è che gli adulti non esistono. Non ce n’è nemmeno uno in tutto il mondo”“Io pensavo agli adulti. Chissà se era proprio così, se davvero erano tutti bambini racchiusi in un corpo da adulto, come libri per bambini nascosti dentro lunghi e barbosi libri per i grandi, di quelli senza disegni e senza dialoghi” - Da "L'oceano in fondo al sentiero" di Neil Gaiman
Inutile dirvi che Gaiman lo conosco soprattutto per fama, con le sue storie fantastiche e bizzarre a più non
Recensione - L'oceano in fondo al sentiero di Neil Gaimanposso e portate alla conoscenza del grande pubblico grazie anche alla trasposizione cinematografica, vedi voce Coraline o Stardust.La sua scrittura, la sua fantasia, il suo modo di raccontare e di inventare è stato un continuo vorticare tra un'assurdità pazzesca, che ti coinvolge e ti strappa alla realtà portando la tua fantasia al di fuori di un qualsiasi limite."L'oceano in fondo al sentiero" è stato classificato come un romanzo per adulti, ma adatto anche ai più giovani. Scelta azzardata in effetti, perché per quanto riguarda i profondi temi trattati è stata una giusta attribuzione, un bambino non riuscirebbe ad analizzarli a fondo, poi però da adulto una volta all'interno del racconto sai di trovarti davanti la narrazione di un bambino di 7 anni, con ciò che ne consegue il linguaggio.Ci credereste se vi dicessi che il narratore nonché protagonista, non ha un nome? No, è un semplice uomo di mezza età che per l'occasione di un funerale in famiglia torna nel Sussex, luogo d'infanzia pieno di ricordi ormai dimenticati. Da qui l'irrefrenabile curiosità ad avventurarsi fino in fondo al sentiero alla ricerca dei suoi ricordi, che ritrova una volta giunto alla casa delle Hempstock dove un tempo abitavano Mrs. Hempstock nonna, detta vecchia e vissuta talmente a lungo che ricorda quando fu creata la luna, Ginnie Hempstock e la piccola Lettie Hempstock di 11 anni. Sul retro dell'abitazione è presente un lago, quel lago che la sua amica d'infanzia Lettie testardamente asseriva fosse in realtà un oceano.Seduto su una panchina con davanti l'immenso blu si lascia trasportare dai pensieri della memoria, per ricordarsi le avventure di quando era un bambino di soli 7 anni e doveva tenere sempre ben salda la mano di Lettie, sempre, senza lasciarla mai. Perché lei lo avrebbe protetto con tutta se stessa dalle creature oscure che arrivavano da fuori di un confine.
“E non era il mare. Era l’oceano.L’oceano di Lettie Hempstock.Me lo ricordai, e nel ricordare quello, ricordai tutto quanto.”
Da "L'oceano in fondo al sentiero" di Neil Gaiman
Non so come spiegarvelo, ci sono stati momenti in cui mi sono chiesta, ma sono solo sulla soglia dei 20, possibile che la mia fantasia sia così limitata? Possibile essere così estranea al mondo visto con gli occhi di un bambino di soli 7 anni? E' forte la quasi accusa che gli adulti, adulti che nonostante abbiano comunque dentro di sé l'anima del bambino che sono stati, dimentichino così tanto in fretta quello che ti fa vivere l'innocente fantasia di colui che deve ancora combattere le difficoltà della vita.Il rapporto di un genitore con i propri figli, il tradimento e la sessualità' agli occhi di un bambino, il non essere ascoltati dagli adulti, la ricchezza o la povertà, l'amicizia, il sacrificio, la morte. C'è un'infinita vastità di temi trattati, seppur in maniera fantastica e quasi leggera. Fanno riflettere, pensare, ma poi rimani spaesato, in confusione.Recensione - L'oceano in fondo al sentiero di Neil GaimanIl nemico oscuro portato da chissà dove all'interno del passaggio tra i due mondi è rappresentato da Ursula Mokton, che poi non è nemmeno il suo reale nome (l'aveva detto Lettie di non lasciarle la mano!), all'esterno appare come un'innocente e gentile governante, ma in realtà è un mostro pronto a portarsi via il protagonista. Il cattivo è veramente il cattivo? Eppure l'unica cosa che fa di male è sentirsi sola e portare così ricchezza agli altri, lanciando monete addosso così come nei sogni. Però per un bambino è difficile affrontare un adulto, un adulto che entra a far parte della tua vita senza chiedere permesso, impossessandosi di quella che chiami famiglia e raggirando colui che chiami padre. Per sempre la parola di un bambino contro quella di un adulto, con conseguente senso di impotenza. Poi ecco che per sconfiggere il cattivo, arrivano altri cattivi "i pulitori", arrivati per pulire la sporcizia come fanno i corvi, ma che hanno anche loro qualcosa da temere. Perché si, anche i mostri hanno paura.In questo romanzo non è fastidiosa, ma  una sensazione curiosa quella di continuare la lettura della storia, senza sapere dove voglia portarti o quale sarà il finale. Gaiman ti trasporta all'interno di occhi bambini che si spera siano ancora presenti in tutti gli adulti, per poi ricordare che il protagonista ormai 47enne nonostante ritorni sempre ignaro sul luogo dei suoi ricordi, non si ricordi in realtà di farlo, o si chieda se il tutto possa essere stato reale. Quindi, qual'è il senso?Ma sono così i ricordi, diversi nella memoria di tutti quelli che l'hanno vissuto. Chi può dirlo? L'unica cosa che possiamo fare è confrontarli, aggiungendo pezzi di un puzzle che solo insieme saremo in grado di ricostruire.
Essendo stato il primo libro che ho letto di questo autore non posso dire se sia stata o meno una storia originale. In realtà Gaiman stesso spiega che il libro è partito da una richiesta di un amico per una novella apposta per lui su un ricercatore di opali, per poi essere trasportata dalla marea di ricordi di un Gaiman all'età di 7 anni. E' vero, il romanzo rimane breve, seppur romanzo e non più novella. Però fa riflettere, lasciando quella strana sensazione di nostalgia mista a confusione. Chissà, se riprenderò mai la lettura del romanzo in futuro, quando avrò raggiunto anch'io la mezz'età di un protagonista che ricorda l'infanzia, chissà che il romanzo non sia in grado di farmi provare ancora più nostalgia, per quegli anni che non torneranno più. 
“Eh???» la interruppi. «Ma di cosa stai parlando?»Posò il secchio di metallo sull’erba accanto a me, senza rovesciare una goccia. «L’oceano» disse. «Non voleva saperne di muoversi. Ci ha dato talmente filo da torcere che nonna adesso è andata a farsi un pisolo. Be’, alla fine comunque siamo riuscite a metterlo nel secchio.»”Da "L'oceano in fondo al sentiero" di Neil Gaiman

Recensione - L'oceano in fondo al sentiero di Neil Gaiman

Voto: 4/5



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