L'autrice:
La recensione di Miriam:
Con La Terza forza si conclude la trilogia L’ombra del mondo. Il tempo stringe, i semi sono stati gettati, è ora di scoprire se l’antica Profezia annunciata nel capitolo introduttivo possa giungere davvero a compimento riportando l’equilibrio nelle Quattro Terre, messe in scacco dal temibile Gareth. Lo scontro tra l’Alleanza del Mondo Parallelo e l’Impalpabile è ancora in atto, anzi si prepara a raggiungere il suo culmine, mentre una serie di interrogativi rimasti in sospeso lungo il cammino ottengono finalmente risposta. La trama si evolve seguendo l’alternanza di due scenari che corrispondono alle due fazioni in lotta. Da un lato accompagniamo la Waterlandy che fa rotta verso Caran e assistiamo all’insorgere di fratture interne all’Alleanza che porranno il generale Mac Pers di fronte a una difficile scelta. Dall’altro, penetriamo nel nuovo covo di Gareth, stabilitosi a Darran, laddove ritroviamo anche Erwan preda del Risveglio del Simbolo. Nel mezzo si pone Dunvel, partita con Dimitri alla ricerca del piccolo Tobia, che ben presto si rivelerà essere un personaggio chiave nell’intera vicenda. Ancora una volta a snodarsi, capitolo dopo capitolo, sono dei fili narrativi distinti, che corrono paralleli fino a intrecciarsi delineando l’ordito definitivo. L’avventura incalza, gli scontri si fanno sempre più cruenti e nuove inattese verità vengono a galla. Gradualmente il piano orchestrato da Garteh si svela in tutto il suo orrore e la stessa Dunvel comprende quale sia in realtà il suo ruolo e in che modo il capo dell’Impalpabile vuole asservirla ai suoi scopi. Nel contempo ciascun personaggio viene chiamato a guardare dentro se stesso e a compiere le sue scelte. L’ambivalenza della natura umana, l’impossibilità di sancire una netta demarcazione tra bene e male emerge con rinnovata forza: l’A.M.P. per affermare il suo potere ricorre a misure estreme che rischiano di renderla paurosamente simile all’Impalpabile; Erwan dilaniato dalla sua doppia natura deve infine decidere quale delle sue metà assecondare e da che parte schierarsi nell’ultima battaglia. Nonostante a compiersi sia un destino in qualche modo già scritto, giacché esiste una profezia che sta per avverarsi, è il libero arbitrio e determinare le sorti del mondo. Ogni individuo coinvolto in questo scontro epocale, ha infatti il potere di condizionare il corso degli eventi con le sue decisioni. La conquista dell’equilibrio si raggiunge così attraverso un gioco di squadra nel quale la libertà di scelta, e nondimeno la capacità di rispondere alla chiamata dell’Amore, diventeranno discriminanti essenziali. Dopo aver posto le basi del suo mondo immaginario e averne definito meglio i contorni nei volumi precedenti, Vittoria Sacco ci consente in questo capitolo conclusivo proprio di conoscere meglio i personaggi e di riscoprirne pregi e debolezze, non trascurando appunto la sfera dei sentimenti. Volume dopo volume l’autrice affina la tecnica narrativa proseguendo in un percorso di crescita che personalmente ho apprezzato tantissimo. Lo stile rimane ancora molto descrittivo e lontano dallo show don’t tell, per cui, fino all’epilogo, ho continuato a percepire una certa sensazione di distacco che non mi ha permesso un coinvolgimento totale, ma nel complesso ho trovato la lettura piacevole e, ammetto, di essermi sorpresa nel finale che, pur essendo in linea con i cliché dettati del genere, riserva un piccolo colpo di scena di sicuro effetto.
E per saperne di più...
Leggo le nostre recensioni dei volumi precedenti della saga: L'ombra del mondo. La profezia dimenticata L'ombra del mondo. Il doppio pesce