Alla fine, lo confida alla vecchia amica e vicina di casa, Sadie, che non si scompone di fronte a quell’assurdità, e anzi la aiuta a capire che cosa potrebbe volere Tyler da lei, se davvero si trattasse di lui. Inizia così per Lexie una sorta di viaggio nelle ultime ore del fratello, e ogni tassello del mistero che circonda la sua morte trova il suo posto. Così Lexie capisce che un fantasma non deve per forza essere reale per impedirti di andare avanti. E ora è il momento di farlo. L'autrice: Autrice americana di successo, laureata in scrittura creativa, insegna a sua volta questa disciplina all’università di Pepperdine nella California del Sud. È entrata nella classifica del New York Times grazie alla trilogia Unearthly.
La mia recensione:
“La morte è tutto intorno a noi, dovunque posiamo lo sguardo, qui ogni secondo si uccidono mediamente 1,8 persone. Semplicemente non prestiamo attenzione, finché, un giorno, lo fa qualcuno che conosciamo bene.” Per Lexie il “qualcuno” in questione non è semplicemente una persona che conosce bene, mauna persona cheama e con cui ha condiviso i momenti più importanti della sua crescita: suo fratello Ty. Elaborare una perdita non è mai facile, ma metabolizzare il suicidio di un ragazzo nel fiore degli anni, all’apparenza solare, è quasi impossibile. Al dolore si somma il senso di colpa per non aver compreso, per non aver aiutato… la rabbia per una scelta che appare insensata ed egoista. Le lacrime finiscono per aggrovigliarsi in un turbine di “se” formando un nodo difficile da sciogliere, eppure riuscirci è indispensabile per poter andare avanti. L’ultima volta che ti ho detto addio racconta proprio questo: il difficile percorso di risalita di un’adolescente messa a dura prova da un lutto terribile. Un diario su cui Lexie, dietro consiglio del suo terapista, cerca di fermare i ricordi, prima che sbiadiscono e di esternare le emozioni congelate dal dolore troppo forte per liberarsi in pianto; la vita presente che, nonostante tutto, va avanti e cerca di ridisegnarsi attorno a un vuoto che ingombra quanto una massiccia presenza. Sono i due piani narrativi che si alternano dando vita a un romanzo vibrante di emozioni, che mira dritto al cuore e ci induce a confrontarci in maniera brutale con una tematica spinosa come quella del suicidio in età adolescenziale. Attraverso gli occhi e i racconti della protagonista emerge anche l’impatto che il suicidio di Tyler ha sulle altre persone che lo hanno conosciuto e che gli erano vicine: il padre – che la stessa Lexie non può fareameno di colpevolizzare per aver distrutto il nucleo familiare lasciando la moglie per un’altra – la madre che dal dolore fugge rifugiandosi nell’alcol; gli amici che tendono quasi a voler dimenticare, forse per paura di legittimare un gesto inaccettabile. Ma perché Tyler ha deciso di farla finita? Perché non ha parlato a nessuno del suo malessere e perché la sorella, pur essendogli molto vicina,non ha saputo percepirlo? Lexie è schiacciata da questi interrogativi e dalla consapevolezza di non poterli più rivolgere all’unica persona in grado di fornirle le risposte. Tuttavia, in un modo imprevisto quanto incredibile, Ty riesce a tenderle comunque una mano… Non aspettatevi fenomeni paranormali; benché l’autrice “giochi” un po’ con questa idea, regalando alla trama una leggera aura di mistero,non è di questo che si parla nel romanzo che, anzi, si connota per il suo forte realismo. Tuttavia un pizzico dimagia si insinua attraverso il dolore aiutando chi resta: è la magia concreta dell’amore che non svanisce con un funerale. Le persone che amiamo non se ne vanno mai veramente. Non è solo un luogo comune, è una realtà che, di certo, non può cancellare un vuoto incolmabile ma può aiutarea renderlo più tollerabile e a trovare la forza necessaria per andare avanti. Un libro emotivamente impegnativo che si affronta con il groppo in gola e un senso di oppressione al petto ma che merita davvero di essere letto perché fa riflettere sul valore della vita e sull’importanza del perdono – anche di se stessi. Il fatto che Cinthia Hand abbia preso spunto dal suo vissuto personale (anche suo fratello si è suicidato all’età di diciassette anni) per dar voce a Lexie conferisce poi un valore aggiunto all’opera e al potere catartico della parola scritta.