RECENSIONE L’idea alla base del romanzo è a dir poco affascinante. Una droga che fornisce la prova dell’esistenza di una vita dopo la morte, ma che al contempo crea dipendenza e può spingere al suicidio. Un argomento molto delicato che coinvolge la scienza, la filosofia e soprattutto la religione. Un tema che Glenn Cooper riesce a sviluppare molto bene in una visione quasi apocalittica: la prova concreta di una vita ultraterrena potrebbe causare la fine della società umana. Uno scenario nero e pessimistico? Forse. Di sicuro sviluppato in maniera tanto dettagliata da risultare non solo credibile ma addirittura inevitabile.
Un ottimo lavoro sull’ambientazione che avrebbe dovuto essere accompagnato da uno sforzo altrettanto accentuato per la tessitura della trama. Così purtroppo non è stato. Sulle solidissime basi della sua idea, l’autore costruisce una storia troppo esile per risultare coinvolgente. Mancano suspense e colpi di scena, mentre abbondano i passaggi a vuoto che spezzano il ritmo della narrazione. Lo stile di Cooper è da sempre molto lineare, privo di particolari virtuosismi o lampi d’illuminazione. In una narrativa volta all’intrattenimento questo non è di per se un grande difetto e, anzi, può essere una scelta azzeccata se si vuole concentrare l’attenzione del lettore sullo sviluppo della storia. In presenza di un intreccio molto debole, tuttavia, la concomitanza di questi due fattori ha come conseguenza l’inevitabile noia.
Una nota positiva arriva dalla caratterizzazione dei due personaggi principali: Cyrus O’Malley e Alex Weller. Entrambi sono ossessionati dalla morte ma in maniera diametralmente opposta. Il primo ne è spaventato tanto quasi da volerla rifiutare, il secondo ne è affascinato, quasi innamorato. Un dualismo alimentato dal carattere dei due uomini e soprattutto dalle loro esperienze personali. Due personaggi costruiti a trecentosessanta gradi che il lettore avrà il piacere di conoscere.
L’ultimo giorno di Glenn Cooper è un romanzo molto particolare che fornisce alcuni spunti molto interessanti. Nel complesso il libro è probabilmente troppo lungo per il suo reale peso narrativo e, soprattutto nella parte centrale, a tratti involuto sui proprio concetti chiave. Un romanzo discreto che sarebbe potuto essere un capolavoro. Consigliato a tutti quelli che rimangono particolarmente affascinati dalla domanda: vale la pena conoscere cosa ci attende dopo la morte?
L'AUTORE
Glenn Cooper rappresenta uno straordinario caso di self-made man. Dopo essersi laureato con il massimo dei voti in Archeologia a Harvard, ha scelto di conseguire un dottorato in Medicina. È stato presidente e amministratore delegato della più importante industria di biotecnologie del Massachusetts ma, a dimostrazione della sua versatilità, è diventato poi sceneggiatore e produttore cinematografico. Grazie al clamoroso successo della Biblioteca dei Morti, del Libro delle Anime, della Mappa del destino e del Marchio del diavolo, si è imposto anche come autore di bestseller internazionali.