Recensione: L’intervista – Stefano Pastor

Da Ayameazuma

Titolo: L’intervista
Autore: Stefano Pastor
Genere: Thriller
Casa Editrice: Montag
Pagine: 212
Prezzo: 16,00€

Romanzo vincitore del premio “Le Fenici 2010”

TRAMA
A Rocciaverde, un piccolo paese, l’undicenne Davide viene visto salire su un’auto grigia. Scomparirà per sempre. Quattro anni dopo Massimo, dodicenne, attore prodigio, arriverà a Rocciaverde per interpretare un film sulla storia di Davide. Il paese non ha dimenticato, anche se Umberto Raschi, il killer dell’auto grigia, è in carcere. Ma Massimo è un perfezionista, vuole sapere tutto sulla vita di Davide, ogni singolo particolare, parlare con tutti coloro che l’hanno conosciuto. Una ricerca che lo condurrà in un gioco più grande di lui, e che potrebbe costargli la vita.

GIUDIZIO
Mi capita sempre più raramente di trovarmi per le mani un libro che mi toglie il sonno, L’Intervista è stato uno di questi.
Stefano Pastor si dimostra bravissimo nell’arte della scrittura, ma il mio giudizio su quest’opera deve necessariamente essere diviso in due parti distinte. Da una parte lo stile narrativo, il ritmo e la capacità di coinvolgere il lettore, dall’altra la trama e lo spessore dei personaggi.
Il primo aspetto è nettamente positivo e compensa (quasi completamente) le mancanze del secondo. L’autore difatti è molto bravo nell’uso e nella scelta delle parole, t’incolla alle pagine con uno stile fluido e diretto, che colpisce e intriga. D’altra parte però ritengo che la credibilità dei personaggi e lo sviluppo narrativo non siano del tutto sufficienti.

Trattandosi di un thriller che affonda le radici in una storia di omicidi seriali, l’occhio di un lettore attento cade immediatamente sulle pesanti incongruenze, soprattutto per la totale assenza di elementi investigativi, che vengono fuori man mano che la trama si dipana. Un lettore non può non chiedersi come mai non siano state portate avanti delle indagini a seguito dell’arresto di un serial killer, come mai non siano mai state fatte ricerche nei dintorni al punto da non scoprire lo chalet dove il killer seviziava le vittime, come mai non sia emerso nulla, in quattro anni, che potesse far sospettare agli inquirenti che le cose non erano andate come il killer voleva far credere.

L’autore sembra prestare più attenzione alla scenografia che fa da contorno alla storia piuttosto che alla storia in sé, che viene liquidata con troppa superficialità.
Il tema trattato, quello della violenza sui minori e le conseguenze tragiche che simili avvenimenti portano, risulta solo un espediente per raccontare la storia. L’argomento però è spinoso e complesso, e a mio parere avrebbe meritato una ricerca introspettiva assai più profonda e sicuramente più attenta.
L’atteggiamento dei protagonisti, paragonato a quanto hanno vissuto, risulta assai edulcorato, quasi superficiale; le scelte che hanno operato vengono affrontate con troppa semplicità, senza dar modo al lettore di convincersi che siano giuste, o quanto meno credibili. Non si riesce a entrare nella psicologia di questi ragazzi, non si capisce quali siano gli aspetti predominanti nelle loro vite, su cosa si debba puntare per affezionarsi a loro; in sostanza bisogna accettare passivamente quel poco che viene raccontato dall’autore senza porsi troppe domande, perché altrimenti se ci si ostina a traslare la storia su un piano razionale, il libro perde molto del suo potenziale.

Anche lo sviluppo della trama presenta qualche buco nero difficile da colmare, specialmente nel finale, che risulta un po’ troppo pirotecnico (per esempio nel momento topico esce fuori una pistola a cui non si è accennato mai durante la narrazione) e forse un po’ troppo scontato e buonista.  

Peccato, perché è evidente che Stefano Pastor abbia delle ottime capacità, peccato perché questo libro poteva guadagnare cinque stellette con una base più solida e un po’ d’attenzione in più ai dettagli, che avrebbero reso L’Intervista un piccolo capolavoro anziché soltanto un discreto passatempo.
Nonostante i difetti però, L’Intervista rimane un buon modo per trascorrere qualche ora in compagnia di un autore che sembra sapere il fatto suo, che sa come tenere alta l’attenzione del suo lettore e sa dosare perfettamente suspence e rivelazioni.

VOTO FINALE:
3,75 / 5

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