vi presento oggi un libro piuttosto singolare. Si tratta de La 19a Moglie, dell'americano David Ebershoff, edito in Italia dalla Giunti Editore. In questo romanzo si intrecciano le storie di Ann Eliza Young e BeckyLynn, che, in due epoche storiche diverse, condividono non solo la religione che professano - appartengono entrambe alla Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni, più conosciuti comunemente come Mormoni - ma anche il numero "ufficiale" con il quale vengono classificate dai loro mariti, ovvero come moglie numero diciannove. Qui di seguito la mia recensione.
Autore: David Ebershoff Traduttore: Silvia Castoldi
Casa Editrice: Giunti Editore Collana: A Data pubblicazione: 27 aprile 2011 Pagine: 736 Prezzo: € 18,00 Trama: Jordan ha vent’anni e vive liberamente la propria omosessualità dopo essere stato cacciato dalla comunità religiosa di Mesadale.Qui vivono i Primi, una setta che deriva dai Mormoni e che pratica ancora la poligamia. Un giorno Jordan scopre dai giornali che il padre è stato ucciso e che la madre è accusata di omicidio. Convinto della sua innocenza, il ragazzo torna a Mesadale per indagare: le numerose mogli del padre, esacerbate da invidie e gelosie, sembrano avere molto da nascondere; per non parlare del “Profeta”, il capo della setta, che desidera tenere occhi indiscreti lontano dalla comunità su cui regna sovrano. Parallelamente alla storia di Jordan, si sviluppa l’autobiografia di Ann Eliza Young, diciannovesima moglie del Profeta Brigham Young, che alla fine dell’Ottocento si ribellò al marito, lasciò la comunità e iniziò una campagna di sensibilizzazione contro la poligamia. È proprio in nome di Ann Eliza che un gruppo di volontari fonderà un’associazione e aiuterà Jordan a indagare sui misteri di Mesadale e a scoprire il vero assassino.
RECENSIONE
La storia narrata da David Ebershoff può situarsi a metà strada tra il saggio storico e la fiction più pura, dove realtà e fantasia si fondono creando il nostro mondo passato e presente. L’autore ci pone di fronte a uno spaccato di vita americana che solitamente non viene messo in risalto dalla cronaca, soprattutto negli altri Paesi, ovvero l’esistenza ancora oggi, nel XXI secolo, di gruppi religiosi che si rifanno al predicatore Joseph Smith, praticando la fede nel Dio cristiano al seguito di Profeti che fanno delle leggi divine e delle leggi degli uomini un unico credo all’insegna della comunità, promuovendo, tra l’altro, il matrimonio plurimo, anche se ufficialmente questo non viene riconosciuto dalle leggi americane. Nel romanzo si spiega anche, attraverso le vicende dei personaggi, le origini e l'evoluzione di questo culto dalla metà del diciannovesimo secolo in poi.
In un'era come la nostra nella quale inorridiamo di fronte a burqa e lapidazioni mediorientali, Ebershoff pone sotto ai nostri occhi una sconvolgente realtà "diversa" del tutto occidentale, nella quale il ruolo della donna viene stabilito nell'ambito di un gruppo sociale in base a presupposti religiosi di origine più o meno dubbia. Jordan Scott, ventenne omosessuale, viene a sapere da Internet che sua madre, appartenente alla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni e moglie numero diciannove in una casa piena di donne e bambini, avrebbe ucciso a sangue freddo il marito, padre di Jordan.
Nonostante sia stato cacciato a soli quattordici anni dalla loro casa di Mesadale, nello Utah, perché sorpreso a tenersi per mano con una delle sue sorelle, dopo una breve esitazione il ragazzo parte alla ricerca della verità. Perché sa che la fede di BeckyLyn, questo il nome della madre, è talmente radicata nel cuore della donna che per lei tutto quello che dichiara il capo della comunità civile e religiosa - il cosiddetto Profeta - proviene direttamente da Dio e non deve essere contestata, dall'imposizione della poligamia per gli uomini a cacciare di casa il proprio figlio perché ritenuto fuori legge per un semplice, innocente gesto d'affetto. BeckyLyn non ha mai conosciuto altra realtà che quella dei Santi, e Jordan è certo che non avrebbe mai e poi mai potuto compiere un gesto del genere.
Quasi due secoli prima, un'altra moglie numero diciannove aveva, in quel caso, attirato attenzione sulla comunità dei Santi. Nel caso di Ann Eliza Webb, però, si era trattata di una vera e propria ribellione alle regole dettate dal Profeta Brigham Young e alla sottile ma palese violenza psicologica - a volte anche fisica - effettuata ai danni delle donne, soggiogate dalla religione e dal senso del dovere nei confronti dei propri mariti, senza contare il disagio profondo avvertito dai figli nel matrimonio plurimo, cresciuti in un'universo femminile passivo e a volte opportunista, dominato da un padre-padrone che, nel migliore dei casi, non era in grado di occuparsi della prole anche solo per il semplice fatto di non poter materialmente dividere il proprio tempo e il proprio affetto tra i numerosi figli e mogli.
Ann Eliza, partendo da una fede solida nei principi del libro di Mormon, trasmessale soprattutto dalla madre Elizabeth, dopo aver sperimentato sulla propria pelle e su quella dei suoi familiari i drammi, oltre che ai soprusi derivanti dalle imposizioni del Profeta, riesce a fuggire e diventa famosa negli Stati Uniti dopo aver tenuto una serie di conferenze contro il suo ex marito e il mormonismo poligamo, arrivando fino a testimoniare nel 1875 di fronte al Congresso l'ingiustizia e l'illegalità del matrimonio plurimo. L'anno successivo pubblicò l'autobiografia Wife no. 19 con la premessa di desiderare di far conoscere al mondo intero la schiavitù, sia morale che fisica, alla quale erano soggette le donne mormone.
David Ebershoff parte proprio da questo testo per raccontare sotto forma di racconto in prima persona, prendendone in prestito anche il titolo, la vita di Ann Eliza, per approfondire in modo romanzato ma, da quanto lui dichiarato, fedele allo spirito e all'opera di quest'ultima, le vicende che l'avrebbero portata a rinnegare la sua fede. La sua storia si intreccia con quella di BeckyLyn, grazie all'abile penna dello scrittore, presentandone analogie e divergenze, con uno stile estremamente scorrevole, anche nelle parti con connotazioni più "saggistiche" che narrative, senza distogliere l'attenzione dalla storia di una o dell'altra donna. Un romanzo particolare che tiene il lettore incollatao alle pagine (più di 700) fino alla fine, senza mai annoiare. Una lettura vivamente consigliata, soprattutto a coloro che insieme allo svago amano interessarsi a ciò che accade al di fuori del proprio piccolo mondo e paventano lo stile di vita da struzzo, di chi nasconde la testa sotto la sabbia per non vedere le situazioni "scomode" che li circondano.
Per finire, una piccola curiosità: The 19th Wife è anche il titolo di uno sceneggiato televisivo (questa la pagina da imbd) tratto dal libro di Ebershoff. Non ho avuto modo di vederlo, ma avendo letto il libro per intero e la sinapsi del TV drama capisco perché lo stesso scrittore si sia risentito del fatto di non aver avuto titolo nell'adattamento del romanzo, con i relativi stravolgimenti del caso - ad esempio, Jordan viene rappresentato come eterosessuale, mentre è Queenie, la sorellastra di Jordan, a chiedere il suo aiuto per scagionare BeckyLyn. Quindi, come succede spesso, anche se non sempre, meglio leggersi un bel libro prima di dover dichiarare in pubblico "non l'ho letto ma ho visto il film", visto che a volte capita le trame dell'uno e dell'altro divergano notevolmente, rendendole due opere totalmente diverse.
(Traduzione di A Note From David Ebershoff, tratta dal suo sito Internet di Germana Maciocci):
Dopo aver riflettuto su queste domande per qualche tempo, ho deciso che dovevo intervistare un paio di mogli nel loro ambiente naturale per poter rendere al meglio le emozioni del mio protagonista. Ho guidato fino a Hildale/Colorado City, la città famigerata nota per la poligamia, a cavallo del confine tra Utah e Arizona, nella speranza di trovare alcune donne da intervistare. Immediatamente ho capito di essere in un luogo diverso da ogni altro in America. Le donne indossavano abiti da pioniere. E c'erano un sacco di bambini - per lo più bambini biondi con gli occhi vuoti che mi guardavano con un misto di paura e smarrimento. Arrivato fuori alla cooperativa, ho scoperto presto che nessuno avrebbe parlato con me. Sono entrato per comprare un po' d'acqua. Neanche la ragazza alla cassa mi ha rivolto la parola, mentre registrava il mio acquisto.
Ho iniziato a guidare in città, su e giù per le strade sterrate fiancheggiate da grandi case costruite in modo approssimativo. Ad un certo punto ho notato una macchina della polizia che mi stava seguendo. Ho girato l'angolo e anche questa ha girato. Ho voltato di nuovo e così l’altra auto. Mi stava seguendo e presto fu chiaro che sarebbe rimasta sulle mie tracce fino a quando non me ne fossi andato. Per farla breve, mi stavano cacciando fuori dalla città. In quel momento ho capito che di non poter semplicemente scrivere la storia di Ann Eliza. Ho dovuto scrivere una storia contemporanea che intrecciata insieme alla sua avrebbe fornito un quadro completo della storia della poligamia negli Stati Uniti.
David Ebershoff (Pasadena, 1969) è un affermato editor e scrittore americano. Ha pubblicato quattro romanzi, tutti bestseller, osannati, premiati dalla critica e tradotti in diciotto paesi. Dal suo "The Danish Girl" è in uscita nel 2012 un film con protagonista Nicole Kidman. Attualmente vive a New York. Questo il suo sito Internet.