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RECENSIONE "La Bambina delle Rune" di Karen Maitland

Creato il 06 dicembre 2010 da Alessandraz @RedazioneDiario
Dal 21 settembre in libreria si può trovare il nuovo avvincente romanzo storico di Karen Maitland che ci affascinerà con un affresco di un periodo oscuro della storia medievale. Avremo anche il piacere di avere ospite nel blog anche la stessa autrice Karen Maitland.
IL ROMANZOTitolo originale: Company of Liars

Trama:Siamo nell'Inghilterra nel 1348. Un gruppo di viaggiatori dalle provenienze più disparate fugge da un'epidemia di peste. Quando i membri della compagnia cominciano a morire a uno a uno, il capo della spedizione comprende che la responsabile delle morti è una bambina che sta lanciando maledizioni contro di loro e che non vuole farli arrivare a destinazione. Tra i Top20 della classifica Bookseller, La bambina delle rune è stato selezionato dal Macavity Award tra i migliori thriller storici del 2008 e ha avuto ottime recensioni dalla critica. I diritti del libro sono stati venduti in dieci Paesi. Promosso con un'iniziativa di marketing online: disponibile sul web un sorprendente capitolo integrativo. Camelot è un venditore ambulante che viaggia da molti anni e per vivere vende reliquie false. È anche un vecchio sfigurato da una cicatrice che lo ha reso privo di un occhio. Fingendosi un reduce delle battaglie contro gli infedeli in Terra Promessa, ha fatto del marchio che porta in faccia un mezzo per sopravvivere e così vende speranza e "fede in bottiglia". Ma ora da tempo è lontano da casa e il ricordo del passato si fa vivo nella mente di Camelot, forte e nostalgico. Il venditore intraprende così la lunga strada di ritorno verso la Scozia, mentre l'imprevista esplosione della peste trasforma il suo viaggio in una fuga dall'epidemia. È il nefasto giorno di mezz'estate del 1348, quando il contagio comincia a diffondersi nel Paese e quando Camelot incontra Narigorm, una bambina albina, lettrice di rune. I suoi occhi celesti, splendenti nella cascata bianca e immacolata dei suoi capelli, lo fissano insistentemente come se volessero leggergli dentro. Un incontro fatale, il primo di una serie, che porta Camelot a proseguire il suo cammino con una nuova e bizzarra compagnia, unita dalla necessità di sopravvivere alla peste. Un mago bigotto, un cantastorie, un pittore di scene sacre, un musicista veneziano e il suo pupillo, un'esperta di erbe e infine proprio la bambina albina diventano così protagonisti di questa fuga dalla disperazione. Quando però uno del gruppo viene trovato impiccato a un albero, tra loro s'insinua il dubbio e la diffidenza. Qualcosa di più terribile della peste minaccia la loro vita, un segreto nascosto in ognuno di loro. Solo la bambina e le sue rune sanno cos'è.
"Doveva avere circa dodici anni. Indossava una veste di lana bianca e sudicia, con un nastro rosso sangue intorno al collo che accentuava il bianco dei capelli, ed era scalza. Continuò a fissarmi, ma mi resi conto che non stava guardando la mia cicatrice, bensì il mio occhio sano, con un'intensità che era più imperiosa che curiosa. Io distolsi lo sguardo".
LA CRITICA“Avvincente e di grande atmosfera, un romanzo sulle orme di Dan Brown.”
-Daily Mirror
"Gli appassionati di storia apprezzeranno questo racconto innovativo e coinvolgente, ambientato nell’Inghilterra medievale durante un’epidemia di peste. Un viaggio indimenticabile, una lettura veramente interessante.” -In Style UK
"Karen Maitland combina la tradizione dei cantastorie medievali a una trama suggestiva e affascinante, nella vena di L'ottavo arcano di Kate Mosse." -Marie Claire  
LA RECENSIONE
"I condannati a morte si dichiarano sempre innocenti, quando si avvicina il giorno dell’esecuzione. La gente sa che non è vero. Sono tutti colpevoli, e pagheranno. Lancio le rune dei troll, e altre tre ne lancio: frenesia, lussuria e oscenità. Chiunque mi segua, con me avrà morte e oscurità.”
(pag. 34 capitolo extra)
Questo romanzo è stato finalista negli Stati Uniti per il Sue Feder Memorial Award (uno dei Macavity Awards!) come miglior thriller storico nel 2008. E se ne capiscono le ragioni! Non solo la ricostruzione storica attraverso gli occhi, per una volta, di persone reali e appartenenti alle categorie più povere, è estremamente efficace, ma anche il sottile armonizzarsi e scontrarsi di vera magia e mera credenza è ben orchestrato e non si svela nella sua verità sino all’epilogo della storia!
Il titolo originale, Company of Liars (La compagnia dei bugiardi), rende meglio di quello scelto per l’edizione italiana il vero protagonista del racconto: la menzogna! Quando all’inizio della storia al protagonista Camelot, una persona segnata fisicamente e emotivamente dal dolore, in strada da moltissimi anni ma ancora capace di compassione e priva di cinismo, si uniscono via via gli altri personaggi, sembra sia la necessità ad aumentare il numero della compagnia; è solo durante il loro lungo cammino che lentamente emerge ciò che veramente li lega e li accomuna. Perché se da una parte stanno tentando una disperata fuga dalla peste che si diffonde a velocità allarmante, dall’altra ciascuno di loro sta fuggendo da se stesso, dal proprio passato, dal proprio peccato, che tiene ben stretto nel cuore e tiene celato mentendo al mondo e ai nuovi compagni di viaggio. E con questa menzogna ciascuno di loro dovrà confrontarsi!
Siamo nell’Inghilterra del XIV secolo, più precisamente nel giorno del solstizio d’estate del 1348. Nel porto di Melcombe un marinaio si accascia a terra nell’affollata piazza del mercato, tossisce violentemente, sputa sangue, e infine stramazza al suolo a faccia in giù; quando i primi soccorritori lo girano sono costretti a tapparsi il naso a causa del fetore di morte che emana e vedono che il volto e le braccia sono ricoperti di macchie bluastre:
“Quei segni rivelatori erano sconosciuti in quel luogo, in quella terra. Qualcuno però, li individuò; qualcuno che li aveva già visti altrove. Era un mercante, che aveva viaggiato in paesi lontani. Per un attimo, rimase pietrificato, come se non credesse ai propri occhi. Poi prese il carrettiere per un braccio ed esclamò, con voce strozzata: <>”
(pag. 21)
La morte bleu, la peste, che già imperversava nel continente è arrivata in Inghilterra! Arriva da sud e si diffonde con una velocità allarmante, costringendo a una migrazione disperata di massa verso il nord per sfuggire al contagio. I nostri nove compagni (il compassionevole Camelot, i suonatori veneziani Rodrigo e Jorge, il mago Zophiel, il pittore Osmond con l’amorevole moglie incinta Adela, il cantastorie Cygnus, la guaritrice Pleasance e la piccola lettrice di rune dai capelli bianchi Narigorm) iniziano così un viaggio stremante verso la salvezza, vivendo di poco o niente, dormendo all’addiaccio, in una difficile convivenza, resa ancora più faticosa prima dalla pioggia continua che cade ininterrottamente da giugno sino a Natale e poi dalla neve e dal gelo.
È straordinario come l’autrice riesca a trasmettere la paura che accompagna il loro viaggio… Loro pensano di essersi lasciati alle spalle la malattia e temono costantemente di esserne raggiunti da sud, ma sempre più spesso nella loro fuga verso nord incontrano interi villaggi abbandonati perché tutti gli abitanti sono scappati, o con le porte sbarrate nel tentativo di evitare il contagio, o addirittura in pieno contagio con i pochi sopravvissuti intenti a riempire le fosse comuni dei cadaveri di parenti e amici… Più avanzano e più si sentono accerchiati dalla peste e le vie di fuga sembrano assottigliarsi a meri sentierini e infine quasi svanire! Il lettore conosce la storia, sa che la peste in qualche modo si fermerà, la vive solo come uno dei tanti drammi che hanno segnato la storia dell’Europa, eppure durante la lettura si riesce ad entrare all’interno del dramma spaventoso che l’Inghilterra intera e in particolare i nostri compagni di viaggio stanno affrontando! Perché loro non sanno che avrà fine, non sanno che non inghiottirà l’intero mondo allora conosciuto, non sanno che non porrà fine all’umanità… Il mondo attorno a loro si spoglia sempre più velocemente di vita e anche laddove la morte non si è portata via tutto, chi è sopravvissuto ha rinunciato a lottare e il degrado morale e fisico è sconfortante!
“Il sentiero si fece più insidioso con il calare delle tenebre, ma nessuno propose di fermarsi per la notte. Il suono delle campane ci inseguì a lungo, finché non fu sovrastato dall’ululato del vento fra gli alberi. Solo allora facemmo una breve sosta per accendere le lanterne e continuammo a camminare, reggendoci al carro con una mano. Era una saggia precauzione, ma a ispirarla non era il timore di scivolare sul sentiero fangoso, bensì la sensazione che il carro fosse l’unica casa che avessimo, l’unica certezza a cui potessimo aggrapparci.”
(pag. 208)
È affascinante, e al contempo davvero inquietante, scoprire come storicamente la popolazione prima di essere raggiunta dalla malattia reagisse alla peste! La colpa del contagio veniva attribuita agli Ebrei, ai Vampiri (all’epoca la negazione dell’esistenza di Vampiri e lupi mannari era considerata eresia!!!), alla mancanza di fede, al castigo di Dio per purificare dalla lussuria e dalla dissolutezza! Così i tentativi per rimanerne immuni si basavano sulla persecuzione di Ebrei, di Vampiri, e di figure ritenute abomini come gli storpi e i diversi, oppure su un irrigidimento della propria fede e soprattutto dei gesti di fede! Le contraddizioni di questo modo di pensare e agire sarebbero quasi esilaranti se non così profondamente drammatiche! Ad esempio si riteneva che gli storpi fossero portatori di sventura e spesso venivano soppressi alla nascita, eppure divenne usanza per scongiurare la peste celebrare il rito del matrimonio degli storpi, durante il quale appunto venivano uniti, sia liturgicamente sia carnalmente, sotto gli occhi testimoni dell’intero villaggio due persone in qualche modo menomate nel fisico o nella psiche.
Questo connubio tra fede e credenze magiche è talmente intricato che sino alla fine del libro non si riesce quasi a capire se si tratti “solo” di un romanzo storico o di un fantasy! Al punto che un personaggio poetico, nelle parole e nei sentimenti, come Cygnus potrebbe essere “solo” un cantastorie con un’ala di cigno finta per coprire il moncherino al posto del braccio oppure potrebbe essere veramente il settimo fratello della famosa favola per il quale la principessa non fece tempo a finire di cucire la manica della camicia e che quindi tornò alle sembianza umane ma con un’ala al posto del braccio. Al punto che il lupo solitario che sembra inseguire i nostri annunciando loro di essere sulle loro tracce ogni notte, turbando il loro sonno con inquietanti ululati, potrebbe essere “solo” una spia del vescovo, un uomo incaricato di recuperare una refurtiva, oppure potrebbe essere veramente un lupo mannaro frutto di una maledizione lanciata a uno dei compagni. Al punto che Narigorm, la bambina dai capelli e dalle ciglia bianchi e dagli occhi “trasparenti come un cielo all’alba”, potrebbe “solo” essere un’intuitiva lettrice di rune oppure essere realmente la mano di Morrigan (“la multiforme, la seminatrice di caos e morte, la distruttrice dei bugiardi!” pag. 437) e muovere con i suoi poteri gli eventi col fine di distruggere i suoi compagni di viaggio, rei di essere guardiani di una terribile bugia! Lentamente il libro ci svela le sue verità e quelle dei suoi personaggi, e l’autrice è davvero brava a mantenere in sospeso sino all’ultimo la natura del suo romanzo e i segreti dei protagonisti, seminando qua e là solo brevi e leggeri indizi che un lettore accorto riesce a cogliere ma che comunque non rivelano mai completamente la complessità che celano!
Un romanzo storico, un thriller, un fantasy, una storia reale e straordinariamente umana di affetti e fiducia e tradimenti… Un libro che gioca su più piani, storico e magico e psicologico, che però camminano insieme a braccetto, strettamente connessi e dipendenti l’uno dall’altro… proprio come i protagonisti!
Un libro da leggere, un’esperienza da provare!
P.S.
Una breve nota sul capitolo extra cui è possibile accedere solo acquistando il romanzo e che rivela l’epilogo del cammino per i cinque personaggi che si sono separati da Camelot, il narratore del romanzo, verso la fine del libro e dei quali quindi non sapevamo più nulla. È Narigorm qui a narrarci in prima persona come prosegue e termina il viaggio… Non posso raccontare nulla per non rovinare la lettura a chi sceglierà di affrontare il viaggio con lei e la compagnia, ma vorrei segnalare che questo capitolo ha dei passaggi particolarmente crudeli e forse sin troppo realistici. Da leggere preparati!
L'AUTRICE Karen Maitland: Nata a Londra, per dieci anni ha girato il mondo per poi stabilirsi nel villaggio medievale di Lincoln in Inghilterra. Proprio dalla passione per i borghi medievali ha tratto ispirazione per i suoi due romanzi. I Maestri Oscuri (Piemme, 2009) è il suo secondo lavoro e La compagnia degli inganni, il suo primo libro ancora inedito in Italia.Articolo di Valentina

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