di Jane Nickerson |sito ufficiale| |TW| |FB|
Casa editrice: Mondadori
Pagine: 372
Data di uscita: 5 Novembre 2013
Voto:
Sinossi
Sophia Petheram ha diciassette anni quando, dopo la morte del padre, attraversa in carrozza la selva intricata e spettrale che conduce alla tenuta di Wyndriven Abbey, in Mississippi. Qui sta per conoscere finalmente il ricco amico di famiglia che la prenderà in custodia: monsieur Bernard de Cressac. Fin dall'arrivo nella nuova dimora, Sophia si trova a vivere nel lusso più sfrenato, viziata e accontentata nei minimi capricci. La ragazza è affascinata dalla generosità e dal carisma di monsieur Bernard. Lui le impedisce, però, di ricevere visite e, in sua assenza, la affida all'occhio vigile di Odette, una giovane dama di compagnia francese. A spaventare Sophia è il passato del facoltoso tutore, sposato più volte: le sue mogli sono morte in circostanze misteriose e la ragazza ne intravede i fantasmi. Hanno tutte i capelli rossi, con sfumature color bronzo e oro. Proprio come lei. Ma se l'amore è un assassino meraviglioso, Sophia vuole scoprirne il volto.La mia opinione
I principali protagonisti del romanzo sono Sophia Petheram e Monsieur de Cressac, due personaggi odiosi, che non sono riuscita a digerire e che hanno reso ulteriormente difficoltosa la lettura di questo romanzo.
Sophia è una ragazzina di 17 anni che, in seguito alla morte dei genitori, viene spedita senza tante cerimonie a vivere in compagnia del suo padrino/tutore. Sin dall'inizio mi sono domandata il motivo di questa scelta, giungendo infine ad una conclusione. Sophia viveva con due fratelli ed una sorella, avrebbe potuto rivelarsi utile per "portare avanti la baracca" perchè in fin dei conti un paio di braccia in più sono sempre utili. In realtà, dalla lettura del romanzo sembra quasi che la poveratta sia stata invitata ad andare a vivere con de Cressac nella speranza che quest'ultimo la sposasse, rendendola ricca e risollevando le sorti della famiglia Petheram. La seconda parte del romanzo sembra quasi confermare questa mia ipotesi, soprattutto quando la sorella di Sophia si dimostra cieca di fronte alle confessioni di quest'ultima, esortandola a dimenticare l'uomo amato per concedersi a de Cressac ed al suo immenso patrimonio.
Dal canto suo, Sophia risulta svampita e per oltre metà romanzo non fa altro che giustificare
Monsieur de Cressac è probabilmente il personaggio più antipatico che abbia mai avuto modo di incontrare nel corso delle mie letture. A pensarci bene, soltanto le due protagoniste di L'eleganza del riccio erano riuscite a suscitare in me un simile disprezzo. Il padrino di Sophia è arrogante, narcisista, egoista, evidentemente affetto dal disturbo bipolare, borioso, manipolatore, possessivo, esibizionista e chi più ne ha, più ne metta. Da non dimenticare nemmeno la detestabile abitudine di rivolgersi a Sophia con vezzeggiativi francesi quali mon bebé, mon ange, mon rayon de soleil, ma pauvre petite ed altri che non mi sono segnata. Insomma, la perfidia di de Cressac è di gran lunga superiore alle premure dimostrate nei confronti di Sophia, per quanto mi riguarda avrei preferito vivere una vita da poveraccia piuttosto che marcire nell'abbazia di un uomo evidentemente disturbato. Sophia invece trascorre il tempo cercando di autoconvincersi che prima o poi la situazione muterà, correndo rischi e gettando al vento la propria vita come se niente fosse. Il bello è che per pagine e pagine mi sono sorbita le sue paturnie, salvo poi vederla consegnarsi da sola nelle mani del demonio in persona.
Jane Nickerson e la sua famiglia hanno vissuto per molti anni
in un ampia e storica dimora ad Aberdeen, nel Mississippi,
dove la scrittrice lavorava come bibliotecaria nel settore
dei libri per ragazzi. Ha sempre amato il Sud "dei vecchi tempi",
i racconti gotici, le residenze storiche, i ragazzi, la scrittura,
e i personaggi "cattivi". Attualmente vive con il marito in Canada.
Non saprei che altro dire di questo romanzo, non ho provato nessuna emozione leggendolo, se non giusto qualche sbadiglio. Certo, la fiaba è conosciuta e l'autrice ha deciso di attenersi ai fatti, ma la decisione di concentrare il "colpo di scena" a dieci pagine dalla fine del libro è una pessima scelta. Ho scritto "colpo di scena" tra virgolette perchè il finale è banale ed assolutamente prevedibile sin dalle primissime pagine, anche se non avete mai letto la fiaba di Barbablù.