Recensione: "la chimera di praga"

Da Blake16 @Blake_165
"La chimera di Praga" di Layni Taylor:
«C’era una volta un angelo che s’innamorò di un diavolo… ma il loro era un amore impossibile».
Karou ha 17 anni, è una studentessa d’arte e per le strade di Praga, la città dove vive, non passa inosservata: i suoi capelli crescono di un naturale blu acceso, la sua pelle è ricoperta da un’intricata filigrana di tatuaggi e parla una straordinaria quantità di lingue. Spesso scompare per giorni, e nessuno sospetta che durante quelle assenze vada in giro per il mondo a compiere missioni per Sulphurus, il demone chimera che l’ha adottata alla nascita. Karou non sa nulla delle proprie origini, né possiede ricordi dei suoi veri genitori, e una strana sensazione di vuoto, di memoria perduta agita i suoi pensieri e i suoi sogni senza mai abbandonarla. Così la sua quotidianità praghese, dominata

COVER ORIGINALE

dalla passione per il disegno, è intervallata da improvvisi ed esotici viaggi che la conducono fin dentro i più fumosi vicoli della medina di Marrakesh. Chi è dunque questa giovane e talentuosa avventuriera? Quale mondo si cela in quei disegni di corpi metà animali e metà umani che costellano i suoi fogli? Arriverà una guerra, spietata e senza tempo, a svelare la natura di Karou e della sua famiglia e a farle conoscere il vero amore, tanto passionale quanto contrastato. Il risultato sarà un racconto ricco di atmosfere, in cui figure di antiche religioni si fonderanno con la tradizione magica del vecchio mondo.
 

Cosa penso:Immaginate…
Chiudete gli occhi e immaginate

I suoni, i rumori, gli odori… Praga.
Immaginate come sarebbe camminare tra i suoi vicoli, tra le svettanti chiese dalle guglie gotiche con gli occhi vigili dei gargoyle puntati su di voi.
Immaginate…
Praga, città magica ed eterea, città dove la fantasia si fonde con la realtà.
E tra le sue strade cammina tranquilla e spensierata una ragazza.
Cammina come solo una ragazza di diciassette anni sa fare, con la leggerezza che la sua giovane età sa darle.
Cammina giocando con i soffici fiocchi di neve che imbiancano gli antichi ciottoli di Praga.
Lei è Karou, ragazza all’apparenza normale, dai capelli di un naturale blu pavone, che parla più di venti lingue e ha una passione per il disegno, una ragazza enigmatica e misteriosa che nasconde un grande segreto celato dietro sorrisi beffardi e molta riservatezza.
Questo è stato il mio primo incontro con Karou.
Quando ho iniziato a leggere “La Chimera di Praga”, sin dalle prime pagine sono stata catturata dalla magia delle parole e così ho fatto come ho detto a voi…
… ho chiuso gli occhi e ho immaginato…
… ho chiuso gli occhi e ho sentito…
ho chiuso gli occhi e ho VISTO.
Ho visto un mondo dove il confine tra reale e irreale è fittizio, dove basta varcare una semplice porta e trovarsi catapultati in un’altra realtà.
Poi ho visto un antico negozio di vecchie chincaglierie, dove dietro ad un enorme bancone di quercia armeggia un essere che all’apparenza di umano non ha nulla… Sulphurus il “Mercante di desideri”una chimera.
Ed è proprio in questo negozio che è cresciuta Karou: allevata dalle chimere sin da quando ha memoria.
Cresciuta in quel fatiscente negozio con una porta su un mondo sconosciuto, che le è proibita varcare, e un’altra sul mondo reale, che a seconda dei desideri di Sulphurus si apre su una città diversa del mondo: Praga, New York, Parigi, Marrakech.
Città tutte visitate da Karou sotto commissione di Sulphurus.
E sarà proprio durante una delle sue missioni che Karou farà un incontro inaspettato e che non credeva mai possibile… un angelo
Akiva è il suo nome e se in un primo momento l’istinto di Karou le suggerisce di fuggire e quello di Akiva di attaccare, basterà un incrocio di sguardi tra l’angelo e la ragazza per fare succedere l’impossibile.
“Aveva le vertigini, come se il futuro le stesse correndo incontro.
Ed era così, sebbene in quel momento non potesse neanche immaginare che stesse arrivando da lei con ali invisibili e occhi che nessuna maschera poteva camuffare, e che le sue scelte, quali che fossero, sarebbero state spazzate via da un battito d’ali, lasciando al loro posto l’inimmaginabile.
L’amore.”
Cos’ha quell’essere di tanto particolare?
Perché Karou ne è così attratta e allo stesso tempo spaventata?
Perché non può fare a meno di guardarlo quando invece dovrebbe iniziare a correre il più lontano possibile da lui?
E cosa più importante… perché ha la profonda sensazione di conoscerlo?
E perché Akiva non ha potuto fare a meno di seguirla quando avrebbe dovuto ucciderla all’istante?
Lei. Una ragazza all’apparenza innocente… il messaggero del diavolo.
Ho tentato di tirarla per le lunghe, cercando di tenere per me ancora per poco, per un solo istante la magia che Laini Taylor ha saputo regalarci.
Ho tentato di non lasciarmi scappare le parole, trattenendole e custodendole gelosamente per non spezzare mai quella magia.
Ma sono arrivata comunque alla fine della storia, tentata, allo stesso modo in cui ero tentata di trattenermi, di divorare le pagine, curiosa di conoscere la storia di Karou e Akiva… ma ho capito che questa non è stata affatto la fine, non è stato un addio ma un arrivederci e non perché la Taylor ha ancora qualcosa da raccontarci per altri due libri – o per lo meno non solo per questo – ma perché mi basta chiudere gli occhi e… immaginare, ricordare e far lavorare la mia fantasia per ritrovarmi in compagnia di amici non comuni, per ritrovarmi nel fantastico e magico mondo di Karou, Akiva e delle chimere.
E anche voi fatevi catturare da questo strepitoso mondo.
Un mondo fatto di magia e mistero dove le creature mitologiche sono più che reali.
Un mondo dove un’antica faida sfociò in una sanguinosa guerra.
Un mondo dove bellezza non è sempre sinonimo di purezza, dove dietro un volto angelico si cela un demonio.
Un modo dove può anche succedere che “un angelo e un diavolo si innamorino” e forse… forse… potrà finire bene.
“La speranza è la vera magia…”
CONSIGLIATO!!!

QUOTE:
“E lui con un brivido, si arrese. Lasciò cadere la finzione e insieme la testa, così la sua fronte si appoggiò su quella di Karou, calda di sole. La sue braccia la circondarono e l’attirarono a sé, e Karou e Akiva furono due fiammiferi sfregati l’uno contro l’altro che divamparono come la luce di due stelle.”
L'ho letto il... 12 Maggio 2012GIUDIZIO:

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