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Recensione "La Circonferenza delle Arance" di Gabriella Genisi

Creato il 08 novembre 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario
 La prima inchiesta della commissaria Lolì
  Cari lettori, la passione che noi di Diario mettiamo nel leggere e relazionarvi, fornendovi qualche dato e qualche consiglio, è stata una volta ancora premiata con questo romanzo profumato d’arance e di voglia di vivere: un giallo non troppo giallo, al femminile. In onore del titolo, della copertina (allo stesso modo dei romanzi “gialli” che dalla copertina presero il nome), ci troviamo di fronte ad un nuovo genere: “l’arancio”, dove il giallo della trama si fonde con il rosso della passionalità della protagonista.
Titolo: La circonferenza delle arance Editore: Sonzogno Pagine: 218 Prezzo: 17 Trama: Se avesse paura delle maldicenze di colleghi e notabili, non avrebbe certo scelto di fare il poliziotto. E invece ha deciso di seguire con spavalderia la propria vocazione: combattere le prepotenze, riportare l'ordine nella vita degli altri, farsi rispettare dai maschi senza rinunciare a nessuna delle vanità del proprio sesso. Perché mai dovrebbe rinunciare alla cura della bellezza e della cucina, doti di una vera donna del Sud? Ma in quella vigilia natalizia anche per lei le cose si fanno terribilmente complicate. E sì che tutto era cominciato alla grande: da anni non si ricordava un dicembre così caldo, se n'era andata in questura scoperchiando il tetto della sua Bianchina con un CD di Roberto Murolo a tutto volume. Al commissariato, però, l'attende una sorpresa. C'è un arrestato, le dicono, uno stimato professionista, con il golfino di cachemire e le mani tanto curate, accusato di violenza sessuale. Ordinaria amministrazione. Almeno finché Lolì non incrocia lo sguardo dell'incriminato. Quell'uomo lei lo conosce bene. E subito capisce che, oltre a far trionfare la giustizia, questa volta dovrà anche difendere se stessa.
RECENSIONE Comincio dalle ultime pagine del libro: Gabriella Genisi ha brillantemente inserito pagine di ricette da realizzare con le arance, il che ha aggiunto ulteriore colore e piacevolezza alla lettura. Diciamo che mi ha lasciata “con il dolce-amaro in bocca”: ma l’amaro non è certo derivato da una lettura spiacevole, bensì dal gusto dolce-amaro del frutto in questione. Viene subito voglia di provarle, quelle ricette, una volta terminato il libro. E non solo: in questo romanzo fatto di passionalità, di discorsi diretti ed indiretti, con dialoghi in parte trascritti in dialetto (non stretto, comprensibilissimo), il dolce è rappresentato da Lolita: si ritrova come indiziato il suo amore di gioventù, ora dentista belloccio, tutte le prove contro di lui per una accusa di violenza sessuale perpetrata ai danni della sua assistente.
  Commissario è commissario, Lolita Lobosco, ma nonostante l’atteggiamento professionale, non può rimanere impassibile di fronte alla serie di personaggi protagonisti della vicenda: “Stefanuccio suo”, l’accusato, che sembra così fragile ma di fatto ha una relazione con l’accusatrice; quest’ultima, appariscente ed ordinaria, sembra fare la “finta tonta” o lo è veramente? Per non parlare di Chiara, la bellissima ed egoista moglie “griffata” di Stefano: non può fare a meno di provare gelosia per lei, il commissario, e ce ne rende partecipi con i monologhi interiori che si alternano ai dialoghi con i testimoni, i colleghi (uomini) e la quotidianità di giorni vicini al Natale ed al Capodanno. La sorella rigida (molto più di lei che è un commissario “in autoreggenti”), l’ex cognato dongiovanni – lo compatisce Lolita, visto il carattere della sorella, ed è praticamente il suo migliore amico – l’amica Mariella, magistrato e passionale come lei.
  Non è femminismo spicciolo, ma le donne protagoniste di questa storia, nel bene e nel male, dirigono il gioco, e gli uomini sono in secondo piano. Si può essere commissario, magistrato, professionista e professionale pur mantenendo quel pizzico di seduzione e quella forza di sentimenti che solo le vere donne possiedono.
  Genisi inserisce anche una chicca intertestuale, nel suo romanzo: una telefonata di Salvo Montalbano, il quale, di passaggio a Bari, invita la nostra per un caffè. Un omaggio a Camilleri ed anche un’escamotage per rendere più veri – quando non lo siano abbastanza di loro per umanità – questi due commissari creati dalla fantasia dei due scrittori. Che sia un romanzo originale non ci sono dubbi, ma non basterebbe a renderlo così godibile... Come un’arancia succosa. Aspettiamo altre avventure di Lolita Lobosco.
  L’AUTRICE Gabriella Genisi è nata nel 1965 a Bari, dove vive e cucina per marito, figli, gatti e svariate persone. Ha pubblicato tre libri: Come quando fuori piove (2006), Fino a quando le stelle (2007) e Il pesce rosso non abita più qui (2009). Questo è il primo di una serie di romanzi Sonzogno che hanno come protagonista il commissario Lolita Lobosco.

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