Autore: Straub Peter
Traduttore: Dobner T.
Editore: Sperling & Kupfer
Collana: Pandora
Pagine: 430
Prezzo: 19.90€
Trama: È la notte del 15 ottobre 1966 nella sonnolenta cittadina di Madison, Wisconsin. Quattro ragazzi si incontrano nel bosco, sulle sponde del lago immerso nella nebbia, per stringersi in cerchio e partecipare a un rito di cui ignorano la vera portata. Eel, Hootie, Dilly e Jason sanno solo che il loro nuovo idolo, Spencer Mallon, un tizio dall'aria poco raccomandabile appena arrivato in città, ha promesso loro una buona dose di divertimento: quella notte, risveglierà le acque del lago per evocare il Male. Ma ciò che avviene nel bosco va al di là di qualunque gioco di ragazzi: nel buio, accade qualcosa di inspiegabile, eppure orribilmente reale. E all'alba, svanito nel nulla Mallon, non resta che il corpo straziato di uno dei partecipanti, e le anime distrutte e silenziose degli altri. Quarant'anni dopo, Eel è una donna ragionevolmente felice, ma non ha dimenticato. E quando il marito Lee, scrittore, decide di ispirarsi agli eventi di quella notte del '66 per il suo nuovo libro, per lei ricomincia l'incubo. Ma questa volta Eel è determinata a capire: mettendosi sulle tracce dei suoi vecchi amici, convincendoli a ricordare e a descrivere l'orrore, arriverà vicinissima a scoprire la verità. E a risvegliare una forza oscura e irresistibile, che aspettava soltanto di essere nuovamente evocata...
RECENSIONE Per i non appassionati di horror, Peter Straub è conosciuto come il grande amico di Stephen King, colui con il quale il "Re del brivido" ha scritto due romanzi di successo quali Il talismano e La casa del buio. Per gli appassionati del genere, invece, Straub è un icona del terrore letterario, in grado di vincere per sei volte il Bram Stoker Award, l'ultimo dei quali proprio con questo suo attesissimo romanzo.
La cosa oscura è un horror vecchia maniera, privo di azione o di colpi di scena, ma reso denso, viscido, soffocante dall'atmosfera cupa e dai vividi incubi che vi sono descritti. Un romanzo scritto per assorbire l'ignaro lettore, come un letale banco di sabbie mobili. Queste almeno le intenzioni dell'autore, perché il libro in realtà non riesce appieno nel suo compito.
Lee Harwell è uno scrittore di successo che per una fortuita coincidenza si ritrova a pensare a un misterioso evento nell'estate del 1966. A quel tempo il suo gruppo di amici, di cui faceva parte anche l'attuale moglie, è stato smembrato dall'intervento di Spencer Mallon, un pseudo guru/pensatore che ammaliò le giovani menti degli adolescenti. Solo Lee risultò immune al suo fascino, e per questo rimase fuori da uno stravagante esperimento portato a termine, con la partecipazione dei suoi amici, da Mallon stesso. Un rito avvenuta in un campo di agronomia, un evocazione che ha cambiato per sempre la vita di tutti i partecipanti. Dopo quasi quarantacinque anni, Harwell vuole far luce su quanto avvenuto quella sera del '66, e, con l'aiuto della moglie, inizia una ricerca che lo porterà a scoprire la sconvolgente verità.
La trama appare come quella di un horror adolescenziale, sullo stile di It di King o di tanti altri romanzi del genere, ma il libro di Straub è qualcosa di diverso. L'autore americano, infatti, non basa la sua opera sulla ricostruzione dei fatti accaduti nel 1966, e si concentra, invece, sulle ricerche del protagonista che incontra di volta in volta i suoi vecchi amici e ottiene da loro un resoconto di quanto avvenuto in quel misterioso rito. Tutto viene raccontato, poco o niente viene mostrato. Nonostante la mancanza di azione, lo stile di Straub riesce a coinvolgere il lettore. Uno stile cupo, lento, molto particolareggiato. Non scorre via con facilità e anzi in molti punti è necessaria una lettura concentrata per non rischiare di perdere il filo, ma quando si riesce a prendere il ritmo si sente crescere il senso di attesa verso le rivelazioni finale.
Così come il protagonista, anche il lettore diviene affascinato e curioso riguardo alle sconvolgenti vicende avvenute in quel prato di agronomia del 1966. A questo punto però sorgono due problemi. Il primo è che la ricostruzione è troppo ingarbugliata, confusa. Spesso si sente la necessità di fermarsi per fare mente locale su quanto viene raccontato. Il secondo, e più grave, problema è che l'aspettativa viene irrimediabilmente delusa. Durante tutta la lettura si ha l'impressione che l'autore voglia trasmettere un messaggio, ma giunti all'epilogo non si trova altro che una serie di visioni sconnesse, immagini terrificanti prive di un significato comprensibile che, data la mancanza di chiarimenti, perdono gran parte del loro potere orrorifico. In conclusione, La cosa oscura è un romanzo ben scritto, ma privo dei brividi che un horror dovrebbe suscitare. Consigliato ai cultori di Peter Straub.
Piccola nota di chiusura riservata alla sinossi rilasciata dalla casa editrice (che trovate prima di questa recensione). Rendere il proprio prodotto il più appetibile possibile è un arte doverosa in qualsiasi mercato economico, ma nel caso dei romanzi forse sarebbe meglio attenersi maggiormente alla reale storia narrata.