RECENSIONE "LA FIGLIA DEL DECORATORE" di Rachel Hore

Creato il 10 ottobre 2010 da Alessandraz @RedazioneDiario
Titolo: LA FIGLIA DEL DECORATORE
Autrice: RACHEL HORE
Editore: CORBACCIO
L'AUTRICE:
Responsabile editoriale per la narrativa di una casa editrice londinese, Rachel Hore scrive dal 2001. Collabora con il Guardian, l'Independent on Sunday e Literary Reviews, e insegna editoria presso l'Università of East Anglia. Vive a Norwich, nel Norfolk, con il marito, lo scrittore D.J. Taylor, e i loro tre figli. Corbaccio ha pubblicato con successo, Una casa da sogno e Il giardino dei ricordi. Il suo sito internet è http://www.rachelhore.co.uk/
“Nei tempi antichi c’erano angeli che venivano a prendere gli uomini per mano e li conducevano via dalla città della distruzione. Oggi non vediamo più angeli dalle ali bianche. Eppure gli uomini vengono allontanati dalla distruzione che li minaccia: una mano si infila nella loro e li guida con dolcezza verso una terra calma e luminosa, così che non si voltano più a guardare indietro; e la mano può essere di un bambino piccolo.”
-George Eliot – Silas Marner
TRAMA:
Sono dieci anni che Fran Morrison manca da Londra. Dieci anni trascorsi a inseguire la sua carriera di musicista, ma soprattutto a fuggire da un padre amatissimo ma ombroso e difficile, chiuso nel dolore per la morte della moglie di cui non ha mai parlato alla figlia, che all'epoca aveva solo due anni. Ma adesso Fran è tornata, ed è lì, davanti alla vetrina di Minster Glass, la bottega artigiana dietro Westminster dove suo padre crea vetri meravigliosi. L'uomo è molto malato, e ha bisogno di lei. E soprattutto serve qualcuno che mandi avanti l'attività, visto che Zac, l'assistente del padre, non può fare tutto da solo. Bisogna portare a termine un incarico importante: il restauro della splendida vetrata di una chiesa, che raffigura un angelo. E cercando di sistemare i frammenti di vetro colorato sulla traccia dei documenti trovati nel laboratorio, Fran scopre che dietro quest'opera d'arte si nasconde una storia d'amore avvenuta un secolo prima. A raccontargliela sono proprio le pagine del diario di una certa Laura, vissuta in quella stessa zona di Londra alla fine dell'Ottocento. Ma qual è il legame di Laura con l'angelo? E quello di Fran con Laura? Mentre riannoda i fili del suo passato, ritrovando gli amici d'infanzia, Fran si immerge ogni sera in quella storia affascinante che, via via che si dipana, si rivela sorprendentemente vicina a lei...
PROLOGO
La bottega del vetro d’arte aveva il cartello chiuso da quasi una settimana, ma questo non scoraggiava la gente dal tentare la maniglia o dal curiosare dentro la vetrina nella speranza di qualche segno di vita. In effetti alcune luci erano accese, e gli splendidi oggetti in mostra strappavano i passanti al torpore mattutino. L’angelo che brillava al centro del suo pannello arcuato, delicate libellule e fate acchiappasole che qualche remoto soffio faceva ondeggiare, la miriade di paralui in stile Tiffany che, in ordine decrescente, trapuntavano il soffitto come fiori lussureggianti nella volta di una foresta tropicale.
Una donna molto giovane che si fermava ogni giorno si era accorta che a volte la porta sul retro della bottega era aperta, e altre era chiusa, che a volte c’erano due o tre scatole di cartone accatastato sul banco, e altre non ce n’erano.
Qualcuno aveva fatto visita alla bottega diverse volte quella settimana: un uomo di mezza età dal portamento militare, in giacca di tweed e colletto bianco da pastore anglicano. La prima mattina aveva provato a spingere la porta, trovandola chiusa. Aveva fatto un passo indietro per controllare la scritta MINSTER GLASS che brillava sopra la facciata, si era sitemato gli occhiali per leggere gli orari di apertura elencati accanto al cartello chiuso e poi, perplesso, era ritornato sui propri passi attraverso il giardino pubblico della piazza.
Il giorno seguente aveva infilato una busta bianca nella cassetta delle lettere. Alla terza occasione, mentre scarabocchiava su un taccuino il numero di telefono indicato nel cartello, una donna in grembiule di plastica e borsellino rigonfio in mano era uscita dal caffè accanto.
<> aveva domandato squadrandolo per accertarsi che non fosse un vagabondo. <> Altro non sapeva. L’uomo aveva ringraziato e si era allontanato infilando il taccuino in tasca. Infine venerdì, a metà pomeriggio, un taxi nero uscì dal traffico e accostò fuori dalla bottega. Scese una donna, fine, sottile, con i capelli scuri alle spalle e la carnagione chiara, trascinando sul marciapiede un assortimento di bagagli.
Mentre aspettava che la macchina del caffè preparasse un espresso, Anita aveva lanciato un’occhiata fuori dalla vetrina del locale, esaminando la grossa borsa da viaggio di pelle consumata e lo zaino straripante. La incuriosiva il contenuto di quella custodia rigida dalla forma strana. Doveva trattarsi di qualche strmento musicale. Quello, oppure la forma, dava l’idea di un elefante molto piccolo.
La ragazza congedò il taxi e restò in mezzo ai bagagli a osservare malinconica il negozio. Il cappotto corto di buon taglio, la sciarpa a righe e gli intensi occhi scuri che spuntavano da sotto la frangia la facevano sembrare una scolara riluttante a tornare in collegio dopo un’estate meravigliosa di vacanze. Anita era nuova del caffè, altrimenti avrebbe indovinato l’identità della giovane donna e avrebbe compreso che, mentre contemplava la bottega del padre, Fran Morrison si vedeva scorrere davanti agli occhi la sua vita intera.
RECENSIONE:
Ecco come inizia il libro La figlia del decoratore! Che dire cari lettori, girando per la libreria sono stata attratta dalla copertina e aprendo il libro mi sono ritrovata a leggere le due pagine di prologo, che ho voluto riportare sopra per vedere se anche a voi sarebbe successa la stessa cosa che è capitata a me… momento di suspance… l’ho comprato…ormai parte del mio stipendio viene presa dal mutuo l’altra dai libri che vorrei farvi notare nn sono commestibili…ora se vi state chiedendo chi si occupa della parte culinaria la risposta è mio marito ah ah ah insomma mica posso fare tutto io nn vi sembra? Scusate mi è partito l’embolo e sto divagando…torniamo alla trama.
Dopo dieci anni di assenza in giro per concerti (il conenuto della strana custodia è una tuba), Fran Morrison si ritrova costretta a tornare nella sua città natale ad affrontare i fantasmi del passato che tornano a tormentarla. Fuggire non è servito a dimenticare: “Individuo il momento, sono strascorsi dieci anni ormai, l’esastto millesimo di secondo in cui, mentre fissavo la bottega vuota e chiusa, capii che tutto era cambiato, irreparabilmente e per sempre.” E’ giunto il momento per Fran di cercare le risposte che per anni l’hanno perseguitata. Rimasta orfana di madre a soli due anni è stata cresciuta dal padre, un uomo ostinato, chiuso nel suo dolore per la morte della moglie, oppresso dai sensi di colpa. Pur amando profondamente la figlia non riesce ad instaurare con lei un rapporto di fiducia, Edward Morrison ha dei segreti e Fran non riesce a penetrare la barriera che l’uomo si è costruito negli anni. Fran non sa niente di sua madre ha solo una foto in bianco e nero che la ritrae, la giovane l’ha trovata fra le pagine di un vecchio libro. Il signor Morrison è il proprietario di Minster Glass, un’ antica bottega artigiana, l’uomo crea e restaura vetrate, e proprio mentre sta restaurando una vecchia vetrata che ritrae un angelo, Edward viene colto da un ictus. Zac il suo assistente rintraccia Fran e le chiede di tornare a casa perché suo padre e Minster Glass hanno bisogno di lei. Il lavoro della vetrata è stato commissionato dal reverendo Quentin, l’unico che conosce i segreti del Signor Morrison. Tra i documenti di suo padre Fran scopre un diario scritto da una certa Laura Brownlow vissuta nella stessa zona di Londra alla fine dell’ottocento. Con l’aiuto di Zac e del reverendo Quentin, attraverso la storia narrata da Laura, con la fine del restauro della vetrata, Fran troverà tutte le risposte di quanto accaduto tanti anni prima durante la sua infanzia. Ritroverà il suo passato e comincerà per lei un nuovo presente.
“Quando finalmente poso la penna, vedo che fuori è buio. Sono seduta da sola nella pozza di luce che forma la vecchia lampada da scrivania di papà. Anche i fantasmi mi hanno lasciata sola adesso, i loro sussurri si sono spenti nel silenzio. La mia storia è finita.”
Due donne, due storie, Laura e Fran vissute in epoche diverse ma che cercano la verità e il proprio posto nel mondo. Due storie toccanti, due donne coraggiose, forti , che credono nei propri ideali e che caparbiamente sfideranno le avversità pur di raggiungere il loro scopo.
Mio parere: Bello Bello Bello
COLONNA SONORA:
In realtà questo libro l’ho letto senza un accompagnamento musicale ma posso dirvi che la recensione l’ho fatta ascoltando il cd di King Arthur che amo e ascolto spesso come amo e rivedo spesso il film (piangendo tutte le volte aggiungerei…e non si può…no che non si può se si conosce il finale a memoria come lo conosco io non si può tutte le volte finire un pacchetto di fazzolettini e che diamine!!! Ovviamente mi capita anche con il film Il Gladiatore!!! Sono un caso disperato!!!).
Non mi resta che augurarvi come al solito BUONA LETTURA.
Baci

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