[Recensione] La Fratellanza dell’Ordine – La spada della verità vol. 6 di Terry Goodkind

Creato il 17 giugno 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

Titolo originale: Faith of the Fallen
Autore: Terry Goodkind
Editore: Fanucci
Genere: Fantatrash
ISBN: 9788834713907
Anno: 2000Pagine: 704
Prezzo: 16,90€
Disponibile in ebook: No

Evviva, bambini!! Sono tornate le recensioni di quel gran mattacchione di Teresino Goodkind!!

Dovete sapere che, arrivato al sesto volume della serie della Spada della Verità, Terry Goodkind ha deciso di gettare la maschera e di rivelarsi per quello che è: un telepredicatore dell’oggettivismo randiano. La citazione di Goodkind che, con la solita spocchia che lo contraddistingue, afferma che i suoi libri non sono fantasy ma studi psicologici e manifesti filosofici la si trova un po’ dappertutto su internet, googolatevela da voi se volete saperne di più. Ciò che a noi interessa, nella nostra carrellata all’interno del magico mondo di Richard e Kahlan (carrellata entrata ormai nel suo secondo anno, visto che la prima storica recensione risale al giugno del 2011), è che il volume sei della Spada della Verità è proprio un brutto libro.

Trovo stupefacente come ogni romanzo di Terry Goodkind riesca a essere peggiore di quello che l’ha preceduto. Questo è, nello specifico, il caso con il presente volume. Un romanzo che è un insulto sia per il fantasy in generale, sia per i tre fan in corce che la serie ancora si ritrova.

Un insulto perché non solo prende tutto il brutto che è tipico trovare in un romanzo di Goodkind e lo amplifica, ma anche e soprattutto perché, in un colpo solo, distrugge la già tenue continuità della serie e utilizza il libro come un goffo modo di fare critica sociale e politica. Goffo perché è Goodkind, e Goodkind, lo si è già visto nel volume precedente, se c’è una cosa che è impedito a fare è la critica sociale.

La fratellanza dell’Ordine è, fin’ora, il peggiore libro della serie. Vediamo insieme perché.

Che cosa succede

Il romanzo si apre all’interno della testa di Kahlan (lo si capisce per via dell’eco), ancora semi-incosciente dopo l’aggressione subita al termine del volume precedente.

Non ricordava di essere morta.
Preda di un cupo senso di apprensione si chiese se le voci arrabbiate che udiva in lontananza significavano che stava per sperimentare la fine trascendente: la morte.
Se era così, non poteva farci nulla.
Non ricordava di essere morta, ma rammentava a un certo punto di aver udito qualcuno sussurrarlo, quindi aveva sentito le labbra premute contro le sue e i polmoni che si riempivano dell’aria dell’uomo permettendo all’ultima scintilla vitale di tornare ad ardere in lei. La donna non sapeva chi fosse stato l’autore di quell’impresa.

In pratica, non si ricordava di essere morta, ma sapeva di non esserlo. Un pensiero un po’ contorto, ma vabbè, non perdiamoci d’animo. Infatti, perché stare a ciacolare con la semantica quando possiamo goderci un po’ di Gary Stu?

In seguito, a occhi chiusi, rivide quelli dell’uomo e si accorse che, oltre alla sofferenza nata dall’impotenza, in essi brillava anche una luce che poteva essere alimentata solo da un amore incrollabile. Quella certezza le permise, nonostante l’oscurità che le ammantava la mente, di non morire, perché non poteva permettere che quella luce si spegnesse a causa di un suo fallimento.

Dopo il finale di L’anima del fuoco, Richard ha lasciato Anderith ed è tornato nel Nuovo Mondo, ma non tutto è rose e fiori come aveva previsto. Gli abitanti di Heartland non sono affatto felici di averlo lì e vogliono addirittura cacciarlo con la violenza.

Beh, posso capirli. Richard è la persona prescelta per proteggere il nuovo mondo dall’orda barbarica dell’Ordine Imperiale, è normale che vivano come un tradimento la sua rinuncia a combattere e la scelta di ritirarsi a…

«Non sto chiedendo niente a nessuno» continuò Richard, invece di estrarre la spada. «Voglio solo essere lasciato in pace in un luogo tranquillo dove possa prendermi cura di lei. Voglio esser vicino a Hartland nel caso in cui avesse bisogno di qualcosa.» Fece una pausa. «Vi prego… solo fino a quando non sarà migliorata.»
Kahlan avrebbe voluto urlare: No! Non provare neanche a implorarli, Richard! Non hanno il diritto di farti questo. No. Non potrebbero mai capire i sacrifici che hai fatto.
Il massimo che riuscì a fare fu sussurrare il nome del marito.
«Non metterci alla prova… Ti bruceremo se necessario! Non puoi combattere contro tutti noi… abbiamo la ragione dalla nostra parte.»
Gli uomini cominciarono a pronunciare giuramenti sinistri e Kahlan si aspettò di sentire da un momento all’altro il suono tipico della spada, invece Richard continuava a rispondere tranquillo alle minacce, ma lei non riusciva a distinguere le parole. Dopo qualche attimo calò una calma densa d’attesa.
«Non ci piace comportarci in questo modo, Richard» disse infine una voce mite. «Ma non abbiamo scelta. Dobbiamo pensare alle nostre famiglie.»
«Inoltre sembra che tu sia diventato improvvisamente una persona importante» disse un altro uomo con il tono di voce indignato di chi pensa d’essere nel giusto. «Vestiti eleganti, la spada, non sei più la guida dei boschi di un tempo.»
«Giusto» si intromise un terzo interlocutore. «Solo perché sei andato in giro per il mondo non significa che puoi tornare qua credendo di essere migliore di noi.»
«Secondo voi non mi sarei attenuto a quello che avevate già deciso riguardo alla mia vita?» chiese Richard.
«Per come la vedo io, hai voltato le spalle alla tua comunità e alle tue radici. Pensi che le nostre donne non vadano abbastanza bene per il grande Richard Cypher. No, lui doveva sposare una straniera. Adesso torni qua e pensi di poterti pavoneggiare di fronte a noi.»

Ma no, come non detto. Sono arrabbiati perché sono gelosi di Kahlan. Dimenticavo che questo è un romanzo di Goodkind e quindi tutti sono fottutamente stupidi.

Orbene, ora che Richard si è andato a nascondere sui monti con Annette, cos’è che si sarà inventato Goodkind per mandare avanti quel poco di plot che da qualche parte si cela nel romanzo?

«Una visione?» gli chiese Kahlan. Gli uomini che erano andati via potevano anche essere un problema, ma in quel momento non rappresentavano la più grande delle sue preoccupazioni. «Hai avuto una visione?»
«È stato tutto così improvviso che ho avuto l’impressione che fosse una visione, ma a dire il vero era più una rivelazione.»
«Rivelazione?» Kahlan desiderò di riuscire a parlare con un tono di voce più alto. «E cosa ti ha portato questa visione rivelatrice?»
«Comprensione.»
Kahlan lo fissò. «Di cosa?»
Richard cominciò ad abbottonarsi la maglia. «È tramite quella rivelazione che sono arrivato a comprendere un disegno più grande e ho capito cosa devo fare.»

Una visione. E poco importa che siano cinque libri che ci menano il torrone con la storia che il mondo senza magia sarebbe un posto bellissimo, pieno di gente felice, arcobaleni e coniglietti batuffolosi, non c’è niente come un po’ di intervento divino per fare andare avanti la storia.

E qual è la visione in questione?

«Se guiderò questa guerra, la perderemo» esordì Richard, rivolto a Kahlan «e una moltitudine di gente morirà per niente. Il mondo cadrà sotto il giogo dell’Ordine Imperiale. Se non guiderò il nostro esercito in battaglia, il mondo cadrà lo stesso sotto l’ombra dell’Ordine, ma moriranno molte meno persone. Questa è la nostra unica possibilità.»

Beh, è uno scenario più negativo di quello che mi ero aspettato. Inoltre, Richard ha finalmente capito una cosa che gli sto urlando contro dal volume 2:

«Costringere la gente a combattere per la libertà è la peggiore delle contraddizioni.»

F – I – N – A – L – M – E – N – T – E !!!

Ma non temete, se ne sarà già scordato ora della fine del libro.

C’è però un problema, rivelazione o meno: ormai Richard ha schiavizzato intere nazioni nel giogo del suo regime dittatoriale, che cosa vorrebbe farne ora?

«Devo fare quello che ritengo meglio per noi. Devo essere egoista: la vita è troppo preziosa per essere buttata via per una causa inutile. È il peccato più grande che si possa commettere. La gente si potrà salvare dall’oscura era di schiavitù che sta per abbattersi su di loro, solo se comincerà a capire il significato delle proprie vite, a prendersi cura di se stessa e della propria vita cominciando a voler agire nel proprio interesse. Noi dobbiamo cercare di rimanere vivi nella speranza che arrivi quel giorno.»

Insomma, cazzi loro.

Immaginatevi Hitler che annette l’Austria, occupa la Polonia, l’Olanda e il Belgio, costruisce i campi di concentramento, arma i supercannoni, predispone la costruzione della colonia sul lato oscuro della luna, poi va da Joseph Goebbels e gli fa: “Meh, mi sono stufato, arrangiati tu”.

La situazione di Richard preoccupa perfino l’unico personaggio che non risulta intollerabile in tutta la saga, ossia Cara, che si confida con Kahlan.

«Madre Depositaria, credo che forse lord Rahl ha perso il senno.»

Richard avrà anche perso il senno, ma di sicuro Cara ha perso i congiuntivi.

Grammatica assassinata a parte, il succo è che Richard vuole che la gente sia libera, ma quando la gente non sceglie ciò che Richard vuole, fa l’offeso. La conclusione è che Richard è un cretino, Goodkind è uno scrittore di merda, questo libro è una puttanata.

Fine della reccy.

E va bene, la recensione non è veramente finita perché sono costretto a leggere e recensire tutti i libri fino al volume undici altrimenti Queenseptienna mi picchia. Proseguitiamo, anche perché Goodkind ha in serbo per noi tante altre sorprese.

Tipo che tempo dieci secondi e Kahlan viene rapita dagli abitanti di Heartland e le viene fatto credere che Richard sia morto. Questo sì che è qualcosa di inedito!

Uno dei rapitori, Tommy Lancaster, peraltro, oltre ad avere un nome tipicamente fantasy, è anche un esempio da manuale dell’Equazione dello Scrittore Idiota, ovvero bello uguale buono, brutto uguale cattivo.

La maglia dell’uomo era ricoperta da una patina di sporcizia che sembrava non essere mai stata rimossa. Il volto butterato era coperto da uno strato di peluria sulle guance carnose e la barbetta sul mento ricordava ciuffi di erbacce. Il labbro superiore era bagnato dal muco che colava dal naso. I denti di sotto non c’erano e la punta della lingua spuntava parzialmente dalla bocca atteggiata in una smorfia irriverente.

Non solo è brutto, è anche irriverente! Teresino, sei un genio della caratterizzazione!

Però ovviamente Richard non è morto sul serio e Cara si precipita al salvataggio di Kahlan. Whatever.

Segue luuuuuuuuuuuuuungo riassunto di quanto avvenuto nei primi libri. Ed è incredibilmente noioso. Era noioso in forma di romanzo fantasy e lo è ancora di più sotto forma di spiegone.

Il terzetto delle meraviglie viene poi raggiunto dal capitano Meiffert, venuto apposta fino alla baita del nonno di Heidi dove Richard si sta nascondendo apposta per ricevere ordini per l’esercito d’hariano. Solo che Richard in questo libro è una fighetta e non ha ordini da dare.

«Non vorrei sembrare uno sputasentenze, e spero di non dire cose fuori luogo, ma posso porre a entrambe una… domanda delicata?»
«Potete, capitano» concesse Kahlan. «Ma non vi posso promettere che riceverete una risposta.»
Quell’ultima parte della frase lo lasciò interdetto per qualche secondo, poi continuò. «Il generale Reibisch e alcuni degli altri ufficiali… be’, erano piuttosto preoccupati per lord Rahl. Abbiamo sempre fiducia in lui, questo è fuori discussione» si affrettò ad aggiungere. «Solo che…»
«Cosa vi preoccupa, capitano?» si intromise Cara, aggrottando la fronte. «Se vi fidate di lui…»
L’ufficiale rimestò il cibo con il cucchiaio. «Sono stato ad Anderith con voi. So che lui, come voi Madre Depositaria, ha lavorato duramente. Nessun lord Rahl prima d’ora si era mai preoccupato di quello che potesse volere il popolo.

Ehm, ci sono stato pure io ad Anderith, e mi ricordo benissimo che non era Richard quello a preoccuparsi del volere del popolo, era Bertrand Chanboor. Sapete, il cattivo. Quello che doveva essere una parodia di Bill Clinton e che invece ha finito per essere il politico virtuoso contrapposto al fasci stello frignone-barra-mago guerriero del D’hara.

Kahlan, comunque, tranquillizza Meiffert dicendogli che Richard non sta affatto facendo il bambino viziato che porta via il pallone quando non gli sta bene quello che la squadra ha deciso, come potrebbe sembrare a una prima, seconda e terza occhiata, bensì sta solo aspettando il momento giusto per andare all’attacco. Che poi è la spiegazione più stupida del mondo, ma Meiffert se la beve perché… ehm, boh… inserite voi una battuta su Comunione e Liberazione che a me non viene in mente nulla.

Infine Meiffert, riferendo a Richard di come se la sta passando Anderith dopo l’invasione dell’Ordine Imperiale, nomina per la prima volta un personaggio che sarà pivotale nel corso non solo di questo libro, ma di tutta la serie, ossia Nicci, potente Sorella dell’Oscurità e amante dell’imperatore Jagang.

E, sì, con pivotale intendo che verrà stuprata.

Tre volte nei primi tre capitoli in cui compare, ed è solo l’antipasto.

Ma vediamola, per l’appunto, questa Nicci. Che è molto, molto cattiva. è cattiva perché…

Il vento spinse i ciuffi di capelli grigi sulla testa pelata. L’uomo teneva il capo piegato in avanti fissando il terreno. «Non abbiamo nulla da offrire, Amante. Siamo una comunità povera. Non possediamo nulla.»
«Menti. Avevate due maiali e avete pensato bene di banchettare da ingordi quali siete, invece di aiutare coloro che hanno bisogno.»
«Ma dovevamo mangiare.» Non era una scusa, l’uomo stava implorando.
«Anche quelli meno fortunati di voi devono mangiare. L’unica cosa che quelle persone conoscono sono i morsi della fame che attanaglia i loro stomaci ogni notte. È una tragedia spaventosa che ogni giorno migliaia di bambini muoiano a causa della denutrizioni e milioni di altri provino i crampi della fame… mentre gente come voi, che vive in un regno ricco, non ha altro da offrire che scuse egoiste. Hanno diritto ad avere ciò di cui hanno bisogno per vivere e tale bisogno deve essere soddisfatto da coloro che sono in grado di aiutarli.
«Anche i nostri soldati hanno bisogno di mangiare. Pensate che la lotta per il bene della gente sia facile? Questi uomini rischiano la vita ogni giorno affinché possiate crescere i vostri figli in una società civilizzata. Come potete guardarli negli occhi? Come possiamo nutrire le nostre truppe, se nessuno aiuta la nostra causa?»

SOCIALISMO!

Nicci è in contatto telepatico con Jagang, ma è anche in grado di chiudere il legame che la lega all’imperatore quando le pare e questo la rende speciale. Carne da stupro resta, ma è speciale. Nel senso che il lettore è costretto a subirsi, più avanti nel libro, un INTERO capitolo in cui Jagang non fa altro che stuprare Nicci. Ma lei è tutta “Meh”, quindi non è peccato.

Ma torniamo a Nicci emissaria di morte e distruzione ad Anderith per conto dell’Ordine Imperiale. È lì nel mezzo della piazza, con tutta la popolazione della città alla sua mercé e, invece di uccidere la bambina che sta spupazzando (come un qualsiasi villain goodkindiano avrebbe fatto) le lava via i pidocchi. Magari non è così generica come sembrerebbe, magari alla fine Goodkind è riuscito a metterci un po’ di caratterizzazione psicolog…

«E allora?» urlò il comandante Kardeef piantando i pugni sui fianchi. «Hai finito di giocare? È ora che questa gente impari il vero significato della parola spietato!»
Nicci lo fissò nelle profondità di quegli occhi scuri. Occhi colmi di sfida, arrabbiati e determinati… tuttavia non avevano nulla a che vedere con quelli di Richard.
La Sorella dell’Oscurità si girò verso i soldati.
«Voi due. Prendete il comandante» ordinò.
[…]
«Cosa pensi di fare?» tuonò Kadar Kardeef, mentre gli uomini lo facevano alzare.
Nicci si avvicinò all’ufficiale.
«Sto semplicemente eseguendo i tuoi ordini, comandante.»
«Di cosa stai parlando?»
Nicci sorrise pur non essendo divertita perché sapeva che così facendo l’ufficiale si sarebbe infuriato ancora di più.
«Cosa volete che ne facciamo?» chiese un soldato.
«Non fategli del male… voglio che sia bello sveglio. Spogliatelo e legatelo al palo.»
[…]
Nicci si girò verso la folla che osservava la scena attonita. «Il comandante Kardeef desidera che voi vi rendiate conto quanto possiamo essere spietati. Sto per eseguire i suoi ordini e dimostrarvelo.» Si girò verso i soldati. «Mettetelo sul fuoco ad arrostire come un maiale.»

Giusto! Perché spercare tempo a fare character development quando si può bruciare vivo un generale senza nessuna fottuta ragione?

PERCHÉ FANTASY, ECCO PERCHÉ!

Inoltre, abbiamo cose più importanti a cui pensare. Tipo i flashback dei libri precedenti!

Nicci tornò verso la folla costringendo la piccola a seguirla con il collare. In quel momento rammentò un fatto: la prima volta che aveva visto Richard.
Quasi tutte le Sorelle del Palazzo dei Profeti si erano riunite nella sala principale per vedere il nuovo ragazzo portato da Sorella Verna. Nicci aspettava appoggiata alla balaustra di mogano arrotolando […]

No! Non di nuovo quell’agonia di Richard piagnone al palazzo delle streghe MILF!

Sul serio, segue – riportata per intero solo da un differente POV – tutta la scena dell’arrivo di Richard al palazzo dei profeti. Frignine incluse.

E, qualora ci fosse bisogno di ulteriori conferme, sappiate che Nicci è una donna con una missione:

Ogni volta che come in quel momento si soffermava a pensare a Richard, sentiva che in lei cominciava ad ardere un ossessionante desiderio di distruggerlo.

Anch’io, Nicci… Anch’io…

Segue lungo flashback (sì, un altro, ma questa volta per lo meno non è una ripetizione di cose già note) sull’infanzia di Nicci allevata da una madre fanatica che l’ha iniziata al “socialismo” della Fratellanza dell’Ordine.

Ma può anche andare, ne riparleremo comunque in seguito e più approfonditamente. Per ora l’unica cosa che per me proprio non ha senso è il motivo per cui Jagang tenga Nicci con sé. Nel senso che non solo dà prova di essere insubordinata (per capriccio uccide il generale Carnedamacello) ma soprattutto, è l’unica persona non affiliata a Richard a essere immune al potere di Jagang, il che la rende un pericolo. In più ci viene detto che Jagang è paranoico, e quindi perché la tiene con sé, visto che non è in grado di piegarne del tutto la lealtà?

Jagang aveva già ucciso diverse Sorelle che lo avevano contrariato. Nicci era al sicuro con lui perché non si preoccupava affatto della sua vita. Ed era proprio quel disinteresse più totale che affascinava l’imperatore, il quale era perfettamente conscio del fatto che la donna non stava fingendo.

Sebbene questa sembri un tentativo di spiegazione, non lo è affatto. Il fatto che Nicci sia apatica non la rende affatto meno pericolosa per Jagang, e che l’imperatore non la faccia uccidere seduta stante continua a essere qualcosa che trovo priva di senso.

Ma basta con i plot hole, abbiamo una donna da stuprare!

L’imperatore la baciò: per quanto le stesse facendo male, Jagang si stava comportando in maniera dolce con lei. Le aveva detto più di una volta che era l’unica donna che si preoccupava di baciare. Sembrava credere che esprimendo tali emozioni lei si concedesse spontaneamente, come se il palesare un sentimento fosse la valuta con la quale comprare l’affetto.
Era solo l’inizio di una lunga notte… di un’ordalia… e lei lo sapeva. Avrebbe dovuto subire diverse violazioni prima dell’alba.

E va bene così – anche se si vede lontano un miglio che i continui stupri di Nicci servono solo a Goodkind per raggiungere l’erezione e non aggiungono niente di nuovo alla trama e alla caratterizzazione. Ormai ci abbiamo fatto il callo, no?

E intanto ci imbattiamo nuovamente in Zedd che…

«Zedd! Vecchio pazzo! Tu essere vivo!»

Oh no, non Adie…

Zedd ha raggiunto l’esercito del D’hara per portare tanto buon umore e consigli costruttivi.

«Generale Reibisch, comandante del contingente d’hariano al Sud» si presentò l’uomo, stringendo la mando di Zedd, dopo che Warren si decise a lasciarla e a tornare al fianco di Verna. «Il nonno di lord Rahl! Che fortuna incontrarvi, signore.» La presa era ferma, ma non dolorosa. «È proprio una fortuna.»
«Già» borbottò Zedd. «nonostante le circostanze siano sfortunate, generale Reibisch.»
«Sfortunate…?»
«Non fateci caso per il momento» lasciò correre Zedd. «Ditemi, generale, avete cominciato a far scavare le fosse comuni?» chiese. «O intendete lasciare che i pochi sopravvissuti abbandonino i cadaveri?»
«Cadaveri?»
«Certo… i cadaveri dei soldati che stanno per morire.»

Segue scena dolcissima in cui Verna e il generale tentano di ottenere maggiori informazioni ma Zedd li ignora perché è intento a mangiare del prosciutto. Ahahah migliaia di innocenti moriranno e zedd pensa solo a mangiare, che buffo tipetto !

Da Richard e Kahlan Teresino stabilisce che Richard è un grande e sensibile scultore grazie al dono.

L’immagine della donna che aveva scolpito per lei le suscitò molte emozioni. Richard aveva battezzato quella piccola statua alta una decina di centimetri intagliata in un pezzo di noce profumato con il nome di Spirito. La femminilità del corpo, la schiena arcuata e forte come se si stesse opponendo a una forza che cercava inutilmente di soggiogarla, ispirava appunto una grande spiritualità.
La statua non voleva essere un effigie di Kahlan, tuttavia si sentiva toccare in profondità da quell’immagine. C’era qualcosa in quella figura, qualcosa che spingeva Kahlan a voler stare bene.
Se non era magia, non sapeva come chiamarla.
Kahlan aveva vissuto in palazzi colmi di opere d’arte di fattura squisita concepite dai migliori artisti delle Terre Centrali, ma nessuna le aveva mai mozzato il fiato come quella statua di legno nella quale vibrava un senso di nobiltà individuale e orgoglio. La vitalità e la forza dell’opera le fecero venire un nodo alla gola e Kahlan non poté fare altro che abbracciare Richard, rimanendo senza parole per l’emozione.

Vi ricordate nei libri precedenti tutte le volte che Richard ha intagliato con maestria il legno? Nemmeno io, ma Goodkind più di una volta ha dimostrato che improvvisa il world building così come gli viene, per cui tutto ok. Tenerlo bene a mente, comunque, perché questo talento spuntato per magia ci sarà utile in seguito.

A un certo punto Kahlan si rompe le balle di vivere nella casa del nonno di Heidi e comincia a pensare di ritornare tra le truppe, ma se lo tiene per sé perché teme che Richard possa alternarsi. Perché non sia mai che in un libro di Goodkind succeda qualcosa di logico che avanzi la trama, no, Richard deve essere rapito e mostrare al mondo gli orrori del socialismo!

E a proposito di socialismo…

Kahlan alzò lo sguardo e si trovò faccia a faccia con una donna dagli occhi azzurri.
La sconosciuta era ferma a un paio di metri da lei e la stava osservando con attenzione. Kahlan sentì la gola che si stringeva e si accorse che le era venuta la pelle d’oca sulle braccia. La donna sembrava comparsa dal nulla in quel luogo dimenticato dal Creatore.

Oh, buongiorno Nicci!

Richard sapeva che doveva rimanere calmo se voleva salvare Kahlan. Ardeva dal desiderio di abbattere Nicci, ma sapeva che la soluzione non era tanto semplice. Zedd era solito ripetere che ‘non c’è mai niente di facile’ e in quel momento, Richard comprese a pieno il significato di quelle parole.
Pensò a tutto ciò che sapeva della magia, ma niente di quello che conosceva poteva dirgli cosa fare. La vita di Kahlan era appesa a un filo.
In quel momento Cara uscì di corsa dalla casa. Era completamente nuda. La vista non colpì particolarmente Richard, perché il vestito che indossavano tutte le Mord-Sith era molto aderente. L’unica cosa diversa era il colore della pelle. Cara era bagnata fradicia. Aveva i capelli sciolti e a Richard sembrò che quel fatto fosse molto più indecente della nudità, perché era solito vederla con la treccia.
La Mord-Sith si acquattò pronta a balzare con l’Agiel stretta in pugno.
«Cara, no!» urlò Richard.
Stava già correndo per il prato quando Cara saltò piantando l’Agiel nel collo di Nicci.
La Sorella dell’Oscurità gridò dal dolore e crollò in ginocchio. Anche Kahlan urlò e cadde in una posizione simile a quella di Nicci.

No, momento, se il POV è interno a Richard, come fa a sapere che Nicci è Nicci. Perché irradia l’aura di socialismo? Also boobies!

Nicci cattura Kahlan (che strano) e la lega a sé con un incantesimo grazie al quale, ogni volta che prova dolore, Kahlan ne proverà il doppio. Grazie al’incantesimo, obbliga Richard a seguirla… anziché ucciderlo. Ripeto, Nicci trova il suo acerrimo nemico, l’uomo che da solo rappresenta una minaccia a tutto quello che l’Ordine simboleggia, nonché alla sua espansione nei territori centrali, e decide di non ucciderlo all’istante.

E così Kahlan e Richard sono di nuovo divisi. Wow, proprio come IN OGNI ALTRO LIBRO!

«Ti porterò nel Vecchio Mondo, nel cuore dell’Ordine, per mostrarti contro cosa stai combattendo… la vera natura di ciò che credi sia il tuo nemico.»

In sostanza questo sarebbe il piano di Nicci: prendere Richard, fargli fare un tour del Vecchio mondo e convertirlo al socialismo, perché Nicci lo trova affascinante e vuole dargli la libertà di…

No, un cazzo, nel primo flashback sul’infanzia di Nicci, Goodkind ha fatto i salti mortali per mostrarci (o meglio ribadirci pigliandoci a mazzata sulla testa) quanto sia illiberale e odioso il socialismo, e ora, solo perché fa comodo a lui, il socialismo diventa la culla della libertà di scelta e conversione. Tutto questo, ovviamente, per portare Richard in un contesto in cui il socialismo è dipinto come virtuoso e mostrare a noi (o meglio ribadire pigliandoci a mazzate sulla testa) attraverso gli occhi del Gesù dell’oggettivismo randiano che il socialismo e in realtà brutto e kattivo.

Richard sentì un brivido lungo la schiena. «Ti aspetti di portare me, Richard Rahl, nel cuore del territorio nemico? Dubito che vivremo a lungo come ‘moglie e marito’.»
«Infatti non userai la magia e dovrai usare il cognome con il quale sei cresciuto: Cypher. Senza la tua magia e il tuo cognome sarai solo un uomo semplice che viaggia insieme alla moglie.»

Già perché è impensabile che qualcuno possieda una descrizione di Lord Rahl o conosca per sentito dire l’aspetto del capo supremo del D’hara.

«Be’, nel caso il nemico dovesse scoprire che sono qualcosa di più, credo che una Sorella dell’Oscurità possa esercitare… una certa influenza.»
«Non posso.»
Richard alzò lo sguardo. «Cosa vuoi dire?»
«Non posso usare il mio potere.»
A Richard venne la pelle d’oca. «Cosa?»
«Tutto il mio potere è riversato nel legame e serve per tenere Kahlan in vita. L’incantesimo di maternità funziona in questo modo. C’è bisogno di moltissimo potere sia per invocarlo che per mantenerlo. Il mio è investito nel mantenere vivo il legame ora. Un incantesimo di maternità non lascia neanche un briciolo di potere per il resto. Credo che non riuscirei neanche a far scaturire una scintilla

Questa roba non ha un fottuto senso, come tutte le volte che Goodkind entra nei cavilli della magia nel suo universo. Cos’è, Nicci non può nemmeno più dormire o distrarsi perché deve stare concentrata sul legame che la unisce a Kahlan altrimenti l’incantesimo la uccide? Oh, no, basta che non usi i suoi poteri, per il resto può distrarsi come le pare. Come vuoi, Goodkind, tanto è fantasy.

Fant… ehi, aspetta un momento…

Lasciato Richard, Kahlan e Cara si imbattono in Ann assieme a una sorella che era scappata con lei dal’accampamento di Jagang nel libro precedente. Normalmente non mi ci soffermarsi e andrei oltre, ma succede una cosa troppo lol :

«La Priora è venuta nel campo di Jagang e mi ha salvata, non solo dall’imperatore, ma anche dal Guardiano. Sono tornata a servire la Luce.» Un sorriso luminoso trasformò nuovamente il volto di Alessandra. «Ann mi ha riportata al Creatore.»
Per quello che riguardava Kahlan quell’affermazione non valeva neanche la pena di essere confermata. «Come ci avete trovate?»
Ann ignorò la domanda. «Dobbiamo sbrigarci. Dobbiamo sottrarre Richard dalle grinfie di Nicci, prima che lo consegni a Jagang.»

Non è bellissimo come Goodkind evidenzi i suoi stessi plot hole? Kahlan e Cara sono nel nuovo mondo e Ann era vicino ad Anderith, nel’accampamento di Jagang, come caspio hanno fatto a incontrarsi? E anche se poi una spiegazione c’è (glielo’ha detto Verna tramite libro di viaggio magico) ciò non toglie che la presenza di Ann è solo un ennesimo buttare personaggi alla rinfusa, arte di cui Teresino è maestro.

Intanto l’esercito dell’Ordine fa la sua comparsa contro quello del D’hara.

Il piano era quello di attirare il nemico a nord rimanendo fuori dalla sua portata… abbastanza vicini da farli sbavare, ma non troppo per permettere loro di mordere. Un esercito di quelle dimensioni non sarebbe riuscito ad attraversare il fiume in quel periodo dell’anno. Il fiume da una parte e le montagne dall’altra impedivano all’Ordine Imperiale di circondare facilmente e sopraffare i soldati dell’impero d’hariano, che erano in svantaggio di dieci o venti a uno.

Cioè mi stai dicendo che in un mondo in cui con la magia si possono fare le cose più assurde, basta un rigagnolo d’acqua a fermare l’esercito del’Ordine?

Torniamo da Richard e Nicci giusto in tempo per un succulento esempio di cos’è il socialismo per Goodkind.

«No» disse Nicci, torva e determinata. «Dobbiamo vendere i cavalli.»
«Cosa?» Richard batté le palpebre stupito. «Posso almeno chiedere perché?»
«Per condividere quello che possediamo con chi non ha nulla.»
Richard non sapeva cosa dire e si limitò a fissarla. Come viaggeremo? si chiese. Ci rifletté ancora per qualche secondo poi giunse alla conclusione che non era poi così ansioso di arrivare nel luogo dove Nicci aveva intenzione di condurlo. Avrebbero dovuto portare tutto a spalla. Era una guida, quindi era abituato a camminare con lo zaino in spalle. Sospirò e si avviò verso le stalle.
«Dobbiamo vendere i cavalli» spiegò Richard al padrone della stalla.
L’uomo corrugò la fronte, guardò i cavalli nelle scuderie, poi tornò a concentrarsi su Richard. Sembrava che fosse stato colpito da un fulmine.
«Sono bestie stupende, signore. Non ci sono cavalli così belli in questa zona.»
«Adesso si» dichiarò Nicci.
L’uomo guardò Nicci visibilmente a disagio. Succedeva molto spesso e quella reazione era dovuta in parte alla stupefacente bellezza della donna, ma anche al suo atteggiamento freddo e spesso inquisitorio.
«Non posso darvi il giusto prezzo per bestie simili.»
«Non vi abbiamo chiesto il giusto prezzo» ribadì Nicci, in tono piatto. «Abbiamo detto che vogliamo venderli a voi. Prenderemo quello che potrete darci.»
L’uomo fissò Richard, poi Nicci, poi di nuovo Richard. Richard capiva che l’uomo fosse a disagio all’idea di truffarli in quella maniera, ma sembrava non riuscire a trovare un modo per rifiutare l’offerta.
«Tutto quello che posso pagare sono quattro monete d’argento per tutti e due.»
Richard sapeva che valevano almeno dieci volte tanto.
«E i finimenti?» chiese Nicci.
L’uomo si grattò la guancia. «Penso di poter aggiungere un’altra moneta d’argento, ma è tutto quello che posso pagare. Mi dispiace, lo so che valgono molto di più, ma questo è il massimo che vi posso dare.»
«C’è qualcun altro in città che potrebbe comprarli a un prezzo più elevato?» domandò Richard.
«Non credo ma, se volete, potete andare a chiedere, non mi offenderò, figliolo. Non mi piace truffare le persone e so che cinque monete per i cavalli e i finimenti sono una truffa.»
L’uomo continuava a fissare Nicci. Sembrava che cominciasse a sospettare che Richard non aveva voce in capitolo nella transazione. Lo sguardo intenso di Nicci poteva far tremare chiunque.
«Accettiamo la vostra offerta» rispose Nicci, senza un’ombra d’incertezza o esitazione. «Sono sicura che è equa.»

In pratica, essere socialisti significa essere idioti privi delle basilari nozioni di economia politica. O logica se è per questo. Esattamente come ci tramanda la storia. Ora, io sono il primo a dire che lo stato sociale deresponsabilizza l’individuo, però questo non è il modo di mettere su una critica e tanto meno una satira. Esattamente come è stato per NonBillClinton e NonHillaryClinton nel libro precedente, Goodkind si mostra ancora una volta incapace di muovere una critica organica a qualcuno o qualcosa con cui non è d’accordo

Richard sentì un urlo di donna provenire dall’esterno e corse fuori. Non vide nessuno. Corse dietro l’angolo del granaio da dove aveva sentito provenire i suoni ovattati di un trambusto.
Una mezza dozzina di uomini avevano buttato a terra Nicci che cercava di difendersi dai pugni agitando le mani. Alcuni degli assalitori le tiravano i vestiti in cerca del borsellino. Stavano combattendo per qualcosa che non si meritavano. Intorno agli aggressori c’era un cerchio di donne, uomini e bambini: avvoltoi che non aspettavano altro che di impadronirsi dei resti.

Non riesco a capire se si tratta di una sorta di allegoria o se Teresino si era stufato perché era un po’ che nessuno abusava di una donna

Dopo una prima sconfitta contro l’ordine, Zedd sta facendo il punto della situazione con i generali d’hariani quando ecco sopraggiungere un maestoso esercito:

Zedd osservò i ranghi di cavalieri che si avvicinavano. Le fiamme degli incendi si riflettevano sulle corazze, sulle armi e sugli stivali lucidi. La colonna non rallentava, erano gli altri a doversi scansare. I pennoni si elevavano come aste, gli stendardi e le bandiere sventolavano. Il terreno imbevuto di sangue tremava al passaggio di migliaia di cavalli al galoppo. Sembrava una compagnia di fantasmi uscita dalla tomba.
I fumi arancioni e verdi, illuminati dalla luce spettrale dei fuochi, si aprivano arricciandosi mentre la colonna attraversava il campo al piccolo galoppo.
Zedd vide chi li stava guidando.
«Dolci spiriti…» sussurrò.
In groppa al cavallo di testa c’era una donna che indossava un piastrone di cuoio con un mantello di pelliccia che sventolava dietro di lei come se fosse uno stendardo infuriato.
Kahlan.
[...]
Kahlan valutò la scena con un’occhiata attenta. Gli uomini si stavano radunando da tutte le direzioni. I nuovi arrivati erano Galeani.

No. Un grande e fottuto no. La Galea fa parte dell’impero del d’ahara e quindi le sue truppe dovrebbero già fare parte del’esercito regolare, visto che Richard ha passato i 5 libri precedenti a sottomettere piccole nazioni privandole della loro libertà (nel nome della libertà, ironicamente) in base alla logica dell’“o con me o contro di me”.

La luce dei fuochi illuminava le rughe sul volto del generale Leiden facendole sembrare ferite. L’ufficiale premette le labbra, fece un inchino alla sua sovrana, ma quando si drizzò disse: «Mia regina, Madre Depositaria, non potete aspettarvi che compiamo un attacco notturno. Non c’è luna e le nuvole nascondono le stelle. Un simile attacco compiuto al buio sarebbe un disastro. Una follia!»
Kahlan si guardò intorno. «Dov’è il generale Reibisch?»
Zedd deglutì. «Temo sia lui.»
Kahlan fissò il cadavere indicato da Zedd. Era quello sul quale il mago si era addormentato mentre cercava di guarirlo. La barba colore della ruggine del generale era incrostata di sangue e gli occhi grigi erano vacui e privi di dolore. Zedd sapeva che sarebbe stato un tentativo folle. Non poteva guarire l’inguaribile, ma ci aveva provato lo stesso.
«Chi è il prossimo in comando?» domandò Kahlan.
«Sarei io, mia regina» rispose il generale Leiden facendo un passo avanti. «Ma, in quanto ufficiale in comando, non posso permettere ai miei uomini di…»
Kahlan alzò una mano. «È tutto, tenente Leiden.»
L’ufficiale si schiarì la gola. «Generale Leiden, mia regina.»
Kahlan lo inchiodò con uno sguardo implacabile. «Contraddirmi una volta è un errore e basta, tenente. Due, è tradimento e i traditori vengono giustiziati.»

Oh buono, Kahlan è tornata a essere una stronza arrogante senz’arte né parte… Proprio quello che serviva per rendere questo romanzo più piacevole.

Per cui Kahlan ha intenzionati mandare l’esercito d’hariano che è esausto dopo giorni di battaglia e fiaccato dalla sconfitta in un incursione suicida contro l’Ordine e contemporaneamente tenere l’esercito bello fresco della Galea a riposo. Non fa una piega. TORNATENE IN CUCINA CRETINA !

Ma vedrete che alla fine avrà ragione lei in barba ball’insensatezza del suo piano, perché Kahlan è una dei buoni e i buoni hanno sempre ragione.

E lasciatemi mettere in chiaro una cosa, l’idea di Khan assestata di vendetta che guida un esercito e massacra i nemici senza pietà non è affatto male. Se avesse un minimo di senso logico. Cosa che queste scene non hanno, servono solo a mettere in mostra le enormi lacune di Goodkind.

Ok, fast forward, Kahlan guida con discreto successo le truppe d’hariane contro l’Ordine e, nelle battaglie successive, riesce perfino a mettere a segno alcune vittorie grazie anche all’impiego di armi di distruzione di massa (vetro tritato dalle sorelle della luce e che sollevato dal vento va ad accecare i soldati dell’ordine). Tempi duri scelte dure, immagino. Fossi stato nei suoi panni anch’io avrei deciso di usare armi di distruzione di massa per uccidere centocinquantamila uomini, però, a differenza di Kahlan, Zedd, Verna e tutti gli altri, avrei provato un minimo di rimorso per l’enorme spreco di vite umane. Loro invece no, perché in questo libro – come in tutti gli altri libri di Goodkind – il nemico è completamente deumanizzato e quindi… risulta più facile accettarne lo sterminio? La gente parla tanto di Ender’s Game, ma questo mi pare un caso più palese di giustificazione delle atrocità della guerra. Va’ a sapere. Forse la Spada della Verità è adombrato da Ender perché non è famoso quanto la quadrilogia di Scot Card – e questo, credetemi, non è che un bene.

Anyway, a un certo punto Kahlan viene raggiunta dal fratello Harold, che le comunica che la sorella, legittima regina di galea che nel libro due era rimasta vittima di un selvaggio gangrape (lo so, inusuale, eh?) è tornata in possesso delle sue facoltà mentali.

«Regina…?» Kahlan si alzò dalla sedia. «Cyrilla si è ripresa? Harold, è una notizia bellissima. E ha ripreso la corona? Ancora meglio!»
Kahlan era molto contenta che le avessero tolto l’incombenza di essere anche la regina di Galea. Non era un dovere che si addiceva alla Madre Depositaria, ma, più di tutto, era contenta che la sorellastra si fosse ristabilita. Anche se non erano state mai molto vicine, le due donne avevano sempre condiviso un mutuo rispetto.
Oltre la gioia per il recupero di Cyrilla, c’era anche la felicità per le truppe che sicuramente Harold aveva portato con sé. Sperava che fosse stato in grado di radunare i centomila uomini di cui avevano parlato in precedenza: sarebbe stato un buon inizio per l’esercito che Kahlan aveva intenzione di creare.
Harold si umettò le labbra spaccate dal vento. A giudicare dalla curva delle spalle, Kahlan era sicura che lo sforzo di radunare l’esercito e portarlo fin lassù doveva essere stato arduo. Il principe aveva quello sguardo vacuo che le ricordava il padre.
Kahlan sorrise, esuberante, determinata a dimostrare il suo apprezzamento. «Quanti soldati hai portato? Possiamo sicuramente impiegare tutti e centomila gli uomini. Sarebbe il doppio di quello che è accampato là sotto. Gli spiriti sanno quanto ne abbiamo bisogno.»
Se ne stavano tutti in silenzio. Kahlan fissò i presenti e sentì la sensazione di sollievo che scompariva lentamente.
«Quanti soldati hai portato, Harold?»
Il principe si passò le dita tra i capelliscuri e lunghi. «Circa un migliaio.»
Kahlan lo fissò abbandonandosi sulla sedia. «Un migliaio?»
Harold annuì senza fissarla. «Il capitano Bradley e i suoi uomini. Quelli che hai già guidato in battaglia.»
Kahlan sentì il volto che si scaldava. «Abbiamo bisogno di tutte le tue truppe. Cosa sta succedendo, Harold?»
Il principe si decise a fissarla.
«La regina Cyrilla ha rifiutato il mio piano che prevedeva di portare i soldati a sud. Poco dopo la tua visita, nostra sorella si è ripresa. È tornata in sé… piena di ambizioni e fuoco. Ricordi com’era, vero? Lavorava in maniera instancabile per il benessere della Galea.» Tamburellò pigramente con un dito sul tavolo. «Ma temo che la sua infermità l’abbia cambiata. Ha paura dell’Ordine Imperiale.»

Dun dun duuuuuuuun!!

Ma ovviamente Kahlan nonsi arrenderà senza combattere. E con senza combattere intendo senza fare predicozzi oggettivisti.

«Madre Depositaria, sono stato incaricato dalla mia regina di proteggere la gente di Galea. Conosco il mio dovere.»
«Dovere?» Kahlan si passò una mano sul viso. «Harold com’è possibile che tu segua in maniera tanto cieca i capricci di quella donna? La strada della libertà e della vita esistono solo attraverso la ragione. Può anche essere la regina, ma devi farti governare solo dalla tua facoltà di pensare. Il fatto di non usare l’intelletto in tutto questo, non pensare, è anarchia intellettuale.»

Disse la donna che da tre libri sta privando i regni delle terre centrali della loro sovranità nazionale per formare il reich del D’hara in cui solo lei e Richard hanno potere decisionale. Ma con Kahlan e Richard è diverso, perché loro sono i protagonisti in un romanzo di Goodkind e quindi hanno sempre ragione, anche quando agiscono in barba alla logica.

Sapete cosa mi piacerebbe. Che Kahlan in preda all’ira urlasse: “Sarebbe stato meglio se il branco che ha stuprato mia sorella l’avesse anche uccisaH!”

«Di’ a Cyrilla che sarà meglio se subirà il destino che ho appena descritto, perché se l’Ordine non passa per la Galea, allora lo farò io. Ho promesso nessuna pietà per l’Ordine e il tradimento della Galea la condanna allo stesso destino del mio nemico. Se l’Ordine non prenderà Cyrilla, allora giuro che lo farò io e quando le avrò messo le mani addosso, la riporterò ad Aydindril e la butterò nel pozzo dal quale l’hai salvata. La lascerò là sotto in compagnia di ogni bruto criminale che troverò, per tutta la sua vita.»

Eh, close enough.., stay classy Kahlan, mi raccomando.

Kahlan estrasse la spada galeana, l’afferrò con entrambe le mani digrignando i denti, la posò sopra il ginocchio. Il metallo si fletté e dopo qualche attimo si spezzò accompagnato da un rumore secco. Kahlan buttò i due monconi sul pavimento ai piedi del fratellastro. «Adesso sparisci.»

Seeeeeee, vabbè…

E a questo va ad aggiungersi la notizia che un quarto di milione di soldati provenienti dal vecchio mondo stanno andando a ingrossare le fila dell’Ordine Imperiale. Così, per temprare il morale delle truppe, Kahlan decide di rinfrancare i loro animi spossati con un evento che li coinvolgerà, distrarrà e rallegrerà. Un torneo con in palio un ricco premio al cavaliere più valoroso? Nah, il matrimonio di Warren e Verna. Perché cosa può rallegrare una macchina da guerra d’hariana se non il matrimonio di un mago nerd e di una suora con la sindrome premestruale?

Ma invece tutti si fanno prendere dallo spirito festoso, anche Cara:

«Dove hai trovato tutti questi fiocchi?» chiese Kahlan stringendo tra le labbra degli aghi.
«È stato Benjamin a darmeli.» Cara rise mentre legava un fiocco a un cordino. «Ci credete? Mi ha fatto promettere di non chiedergli da dove venivano.»
Kahlan si tolse gli aghi di bocca. «Chi?»
«Chi cosa?» borbottò Cara prima di far uscire un pezzo di lingua da un angolo della bocca mentre infilava un ago.
«Chi hai detto che ti ha dato i fiocchi?»
Cara sollevò un altro pezzo di seta blu verso il soffitto. «Il generale Meiffert. Non saprei proprio dove lui…»
«Hai detto Benjamin.»
Cara abbassò il fiocco e fissò Kahlan. «No.»
«Invece, sì. Hai detto Benjamin.»

Non ci posso credere… Per la seconda volta questo libro mi ha strappato un sorriso genuino, e sempre grazie a Cara (la prima volta è stato quando Kahlan le ha sgamato la collezione di pietre e Cara per difendersi le ha ribattuto che erano oggetti contundenti che le piaceva avere a portata di mano da usare come armi). Sul serio, Cara rulla. Perché non sto leggendo un chick-lit su di lei anziché questo pseudo fantasy?

E ritorniamo da Richard e Nicci in viaggio nell’Unione Soviet… voglio dire, Vecchio Mondo.

Richard e Nicci sono senza dimora perché per avere un alloggio bisogna essere in lista e per salire in cima alla lista bisogna avere un lavoro, a quanto pare. Terry, mi spiace romperti le uova nel paniere, ma questo non è socialismo, è burocrazia.

«L’Ordine ha portato una grande abbondanza di lavoro» si intromise un uomo alle spalle di Nicci, attirando l’attenzione di Richard. Lo sconosciuto indossava una cerata chiusa alla gola e i grossi occhi castani ricordavano un bovino che ruminava. Il modo in cui la mascella si muoveva di lato, non faceva altro che rafforzare quell’impressione. «L’Ordine da il benvenuto a tutti i lavoratori che si uniscono alla nostra lotta, ma devi stare attento ai bisogni degli altri… proprio come il Creatore in persona desidera e ottenere il lavoro nel modo giusto.»
Richard, che sentiva lo stomaco brontolare, ascoltò l’uomo. «Prima di tutto devi iscriverti a un gruppo di cittadini lavoratori: servono a proteggere i diritti di coloro che lavorano per l’Ordine. Devi partecipare a un’assemblea d’esame per l’approvazione e a un comitato per far sì che un oratore del gruppo di lavoro possa garantire per te. Devi fare tutto questo per avere un lavoro.»

Lol, certo che Teresino è proprio etereo, quando traccia paralleli col mondo reale…

Dopo giorni, Richard e Nicci riescono a trovare un alloggio, che devono però condividere con tre bulletti.

Il pensiero dei tre ragazzi lo preoccupava. Ricordava bene quello che era successo a Kahlan quando Cara aveva colpito Nicci con l’Agiel. Se quei tre avessero stuprato Nicci, Kahlan avrebbe vissuto l’esperienza come se lo stessero facendo a lei. Il solo pensiero lo faceva star male.

Perché è scontato che i tre bulli siano anche stupratori, no? Del resto sono kattivi. E comunque se Kahlan venisse stuprata a distanza sarebbe una pietra miliare del fantatrash [NDR: giuro che ho scritto questo commento in corso di lettura, non avevo idea di ciò che sarebbe successo dopo.]

La cosa che mi irrita di più è l’immagine distorta che Goodkind crea del socialismo al solo scopo di portare l’acqua al suo mulino oggettivista. Io non sono affatto un simpatizzante del socialismo, ma distorcere una realtà per becera propaganda è un comportamento ridicolo e scorretto a prescindere da chi va a colpire. Il socialismo dell’Ordine è, ad esempio, del tutto privo di solidarietà, deumanizzato allo scopo di apparire il peggiore dei mondi possibili, ma così facendo goodkind lo rende anche qualcosa che non è il socialismo che questo libro vuole criticare. Il che significa che la cosiddetta parte filosofico-politica di questo romanzo é completamente vanificata dall’inettitudine del suo autore, e non avendo il romanzo una storia che vada al di là della critica sociale, il tutto si riduce a un cumulo di inutile merda.

E per inciso in un mondo in cui l’enfasi sull’uguaglianza a discapito della libertà è portata al ridicolo e alla follia, come è possibile che esista un imperatore che, per sua natura è migliore del popolo che comanda? Per lo meno nella Russia comunista esisteva una democrazia di facciata che dava al popolo l’illusione dell’uguaglianza, qui, ovviamente, no. Perché, per l’ennesima volta, Goodkind è uno scrittore inetto che non ha idea di come si faccia critica sociale.

Nel Vecchio Mondo, Richard comincia a smettere i panni del Gary Stu e a trasfigurare sempre più in una figura cristologica che potremmo chiamare San Gary Stu da Pietralcina. O Nostro Signore Gesù Crichard. Del resto, se ci fate caso, la salvezza dal male (l’Ordine) passa solo attraverso di lui – e l’unico modo per essere sicuri che Jagang non abbia potere su qualcuno è che questo qualcuno giuri fedeltà a Richard… vi suona familiare? In più, nell’arco di neanche tre capitoli San Richard Martire passa 48 ore filate a lavorare ininterrottamente per l’onore e la gloria del libero mercato, ci regala non uno ma ben due sermoni sulla supremazia della libertà razionale nei confronti dell’assistenzialismo solidale, riesce a convertire i bulli di prima alla sua dottrina e non ne sono sicuro al 100% ma mi pare che a un certo punto moltiplichi pure i pani e i pesci – ma senza darli via, perché sennò sarebbe socialismo.

Nicci mise i panni in uno dei cesti che Richard aveva insegnato a fare alle donne della casa usando scarti di legno. Aveva dovuto ammettere che il cesto era abbastanza facile da fare e molto comodo per trasportare la biancheria

Ma WTF? Mi stai dicendo che nel vm non sanno confezionare utensili di base? WTF!

Aveva portato Richard nel peggior posto del Vecchio Mondo, nel peggiore palazzo che avesse trovato e in qualche modo lui era riuscito a migliorarlo… proprio come lei aveva insistito più di una volta che fosse un suo dovere

SIMBOLISMO!

Nicci raggiunse le scale. Gadi, fermo a metà della scalinata, scese lentamente verso di lei senza toglierle gli occhi di dosso. Nicci pensò che avesse un bel corpo. Il ragazzo era abbastanza vicino da sentirne il calore.
Nicci lo fissò negli occhi. Erano alti uguali.
«Voglio che tu faccia sesso con me.»
«Cosa?»
«Mio marito non è in grado di soddisfare in maniera adeguata i miei bisogni. Voglio che lo faccia tu.»

STUPRO MAGICO A DISTANZA PER KAHLAN!! No, Sul serio, Nicci si fa venire la fregola per Richard ma Richard la rifiuta, allora Nicci chiama uno dei bulletti stupratori di prima (l’unico che casualmente Richard non era riuscito a convertire) e si fa scopare.

Questa roba è lo zenit del fantatrash, sul serio.

E se vi state chiedendo com’è strutturato uno stupro magico wireless, eccovi accontentati:

Kahlan sussultò e aprì gli occhi. Era così buio che poteva distinguere solo alcune forme indistinte. Sussultò di nuovo.
Sentì una sensazione inspiegabile alla quale non riusciva a dare un’interpretazione crescere in lei. Era qualcosa di totalmente sconosciuto, ma allo stesso tempo era anche ammaliante in maniera familiare. Qualcosa di fuori luogo, ma desiderato. Si sentì riempire da una forma di terrore appassionato che ondulava in maniera seducente in un piacere indecente, spingendo in avanti un senso di paura informe.
Sentì il peso delle ombre gravare su di lei.
Fu pervasa da un’ondata di sensazioni e sentimenti che non riusciva a controllare. Niente più sembrò reale e sussultò nuovamente per la crudezza di quella sensazione. Era confusa. Le faceva male, ma allo stesso tempo sentì una sorta di fame selvaggia che si risvegliava.
Era come se Richard fosse nel letto con lei. Era così bello. Stava ansimando e la bocca era secca come la polvere.
Ogni volta che Kahlan si era trovata tra le braccia di Richard aveva sentito quella sorta di deliziosa aspettativa sul fatto che il loro desiderio fisico non sarebbe mai stato appagato… che ci sarebbe sempre stato qualcosa da esplorare, da raggiungere, da definire. Lei si era sempre esaltata all’idea di quella ricerca senza fine per raggiungere ciò che era irraggiungibile.
Aveva il fiato corto. Le sembrava di essere in una corsa.
Ma quello era qualcosa che non aveva mai immaginato. Strinse le lenzuola con la bocca aperta in un urlo silenzioso contro il dolore.
Non c’era niente di umano in quanto stava succedendo. Non aveva senso. Sussultò di nuovo in preda al panico, mentre le sensazioni peggiori ribollivano in lei. Emise un gemito di orrore per quanto stava succedendo e alla traccia di piacere contenuta in quella sensazione e per la confusione dovuta al fatto che sentiva, in un certo senso, di godere della situazione.
In quel momento capì tutto. Sapeva cosa stava succedendo.
Le lacrime le bruciarono gli occhi. Si girò su un lato lacerata tra la sensazione di gioia di sentire Richard e il dolore per il fatto di sapere che anche Nicci lo stava sentendo in quella maniera. Fu spinta di forza sulla schiena.
Urlò dal dolore. Si contorse e lottò coprendosi il seno con le braccia. Gli occhi si riempirono di lacrime a causa di un’agonia che non riusciva a capire.
Richard le mancava molto e lo desiderava tantissimo, fino a stare male.
Si arrese a lui, nonostante le condizioni, e un gemito basso le sfuggì dalla gola.
I muscoli erano legati come le radici di una quercia e fu squassata da ondate successive di dolore misto a un desiderio insoddisfatto che si era trasformato in repulsione. Non riusciva a prendere fiato.
L’ordalia cessò. Kahlan sentì che poteva tornare a muoversi, ma era troppo esausta per farlo. Scoppiò a piangere odiando ogni istante di quanto era successo, dispiaciuta al tempo stesso che fosse finita, perché almeno era riuscita a sentire il suo amato.
Provava un misto di gioia e rabbia. Strinse le lenzuola e pianse in maniera inconsolabile

Visto? È stata stuprata, però le è piaciuto! Ah, queste donne, sempre a godersi i loro stupri…

Tra l’altro la scena dello stupro a distanza mi ha fatto venire in mente una cosa: ma quando Nicci fa la cacca, Kahlan lo sente? Ed è sollevata quando Nicci si libera l’intestino? Sono domande di un certo peso alle quali il libro dimentica di dare una risposta.

Cara si inginocchiò a fianco di Kahlan e la prese per le spalle. «Cosa succede?»
Kahlan respirava a stento.
«Cosa c’è che non va? Cosa posso fare? State male?»
«Oh, Cara… è stato con Nicci.»

E ovviamente per Kahlan il tradimento è l’unica spiegazione… Ok, ritratto, è pur sempre più verosimile del magico stupro wireless. E poi volete mettere tutto quel succoso angst?

«Se lo ha fatto, lo ha fatto per salvarvi la vita. Deve averlo minacciato» insisté Cara.
Kahlan scosse il capo. «No, no. Si stava divertendo. Era come un animale. Non si è mai comportato così con me. Non ha mai… Oh, Cara, si è innamorato di lei. Non le ha resistito. Lui è…»

E Kahlan come fa a saperlo? Lei è collegata con Nicci mica con Richard… O mi state dicendo che le donne riescono a sentire cosa pensa l’uomo che le sta penetrando? Oh cazzo…

Kahlan si rese conto che Cara era avvolta in una coperta che si era parzialmente aperta rivelando il corpo nudo. C’era un segno scuro sulla metà superiore del seno e ce n’erano anche altri, ma meno evidenti. Kahlan aveva già visto Cara nuda e non ricordava quei segni, a parte le cicatrici il corpo della Mord-Sith era perfetto al punto di essere esasperante.
«E quello cos’è?» chiese Kahlan, indicando.
Cara diede un’occhiata e chiuse la coperta.
«È… voglio dire… un’escoriazione.»
Un’escoriazione… provocata dalla bocca di un uomo.
«Benjamin è nella tenda con te?»
Cara si alzò in piedi. «Madre Depositaria è ovvio che siete ancora mezza addormentata. Tornate a dormire.»
Kahlan osservò che andava via sorridendo.

Sì, sono appena stata stuprata, ma niente di serio, parliamo pure della tua vita amorosa, Cara.

In seguito, arriva la notizia che Jahang sta marciando in direzione di Aydindril e Warren sembra convinto che, tempo un anno, la capitale del reich del D’hara cadrà nelle mani dell’Ordine.

Kahlan sentiva il sangue che le scaldava il viso. «Parli come se fosse tutto stabilito… come se tutto fosse deciso dal destino e noi non potessimo fare nulla al riguardo. Non possiamo vincere se manteniamo un’attitudine tanto disfattista.»
Warren sorrise e il suo modo di fare timido tornò a galla. «Mi dispiace, Madre Depositaria. Non volevo darvi quest’impressione. Vi sto solo offrendo la mia analisi dei fatti. Non possiamo fermarli e non ha senso nutrire illusioni su questo. Il loro numero aumenta con il passare dei giorni. Inoltre dobbiamo tenere conto che ci saranno regni come Anderith e Galea che temono l’Ordine e che si uniranno a esso piuttosto che patire il destino terribile di chi si rifiuta di arrendersi.
«Ho vissuto nel Vecchio Mondo proprio mentre cadeva pezzo dopo pezzo nelle mani dell’Ordine Imperiale. Ho studiato i metodi di Jagang. So quanto è paziente quell’uomo. Ha conquistato in maniera metodica il Vecchio Mondo quando tutti pensavano che si trattasse di un’impresa inconcepibile. Ha passato anni a far costruire strade al solo fine di portare a compimento i suoi piani. Ha sempre bene in mente quali sono i suoi obiettivi. Ci sono momenti in cui si riesce a umiliarlo e a farlo agire in maniera avventata, ma si riprende molto rapidamente.
«Questo succede perché crede in una causa.
«Dovete comprendere qualcosa di molto importante su Jagang. È la cosa più importante che posso dirvi su quell’uomo: crede fermamente che tutto ciò che sta facendo sia giusto. Gode della gloria e delle vittoria, ma il suo piacere più intimo è quello di essere colui che porta il suo concetto di giustizia a coloro che vede come pagani. Crede che l’umanità potrebbe migliorare dal punto di vista etico solo se sottomessa all’autorità dell’Ordine.»
«È una follia» disse Kahlan.
«Potete anche pensarla in questo modo, ma è fermamente convinto di fare il bene dell’umanità. È molto pio in questo suo credo. La considera una verità morale.»

Non è vero per un cazzo, Goodkind, e lo sai benissimo. In sei libri non riesco a pensare a un personaggio che non abbia palesato le proprie verità morali. Tranne Jagang. La verità è che, in origine, Jagang era un generico kattivo barra macchina da stupro che a Teresino piacciono tanto. L’evil overlord che sostituiva Cattivik Rahl, se vogliamo. Poi Goodkind ha deciso che i suoi libracci dozzinali in realtà erano un compendio filosofico di oggettivismo randiano, e allora l’Ordine è diventato il terribile esercito socialista e Jagang una sorta di messia dell’anticapitalismo. E poco importa se la filosofia che muove Jagang e l’Ordine, che in questo libro sembra essere fondamentale, nei volumi precedenti non era MAI stata menzionata (perché ancora Goodkind non sapeva esistesse), ora è così ed è un dato di fatto, come Nicci e il suo rapporto con Richard durante la permanenza nel palazzo dei profeti o il fatto che Richard sia un eccellente intagliatore. IT’S CONTINUITÀ RETROATTIVA, BITCHES!

«Pensa che lo stupro, gli omicidi e la schiavitù siano giuste?» chiese il generale Meiffert. «Deve essere impazzito.»
«È cresciuto ai piedi dei preti della Fratellanza dell’Ordine.»

Stupro, preti… libro, sono io che devo scrivere le battute, non tu.

Nel Vecchio Mondo, Richard viene arrestato dall’Ordine con l’accusa di tradimento, perché la trama dice così. Nicci, che ora ama di nuovo Richard, si reca assieme a uno degli ex bulli convertiti alla caserma in soccorso di Nostro Signore Gesù Crichard.

«Posso chiedervi chi è il responsabile?»
Il soldato squadrò la donna, sembrava che la stesse giudicando visto che da lì a poco sarebbe rimasta vedova.
«Quello al tavolo. Il Protettore del Popolo Muksin.»
Il vecchio sedeva nascosto dietro una pila di documenti. Sotto il mento che ricadeva verso il petto, il corpo largo sembrava fondersi con il calore dell’estate. La grossa maglia bianca era macchiata dal sudore dell’uomo che contribuiva notevolmente ad aumentare il lezzo che pervadeva la stanza

È brutto, per cui è decisamente…. kattivo!

Nicci spostò una ciocca di capelli sudati dalla fronte. «Non ti piaccio, vero?»
Il ragazzo evitò di guardarla negli occhi. «No.»
«Ti dispiace se ti chiedo perché?»
Kamil si guardò rapidamente intorno per vedere se qualcuno stava spiando, ma tutti erano troppo immersi nei loro problemi.
«Sei la moglie di Richard però l’hai tradito. Hai portato Gadi nella tua stanza. Sei una puttana.»
Nicci batté le palpebre sorpresa da quanto aveva sentito

«Non capisci la situazione» sussurrò Nicci.
Vide con la coda dell’occhio Kamil che scrollava le spalle. «Hai ragione. Non capisco. Non capisco come una donna possa fare una cosa tanto brutta a un marito come Richard, che lavora duro e si prende cura di lei. Per fare una cosa simile devi essere una persona cattiva che non si preoccupa del marito.»

Voglio dire, fosse stato un altro uomo ok, ma lui è Richard Rahl, il più perfetto degli esseri umani!

Il giorno dopo, il protettore Muskin comunica a Nicci che Richard sta venendo torturato. Ma questo non è un problema per il nostro eroe, fintanto che c’è nei pressi qualche bambina da prendere a calci.

«Richard Cypher» disse Nicci rispondendo alla guardia con il cuore che batteva all’impazzata.
Il soldato diede una rapida occhiata alla lista e le fece cenno di passare. «Quest’uomo ti porterà da lui.»

Oh. Tempo due secondi e la stuprano.

La guardia non aprì subito la porta, girò Nicci e la prese per il seno. Lei rimase ferma. L’uomo la perquisì come se stesse tastando dei meloni al mercato. Aveva troppa paura di dire qualcosa, perché temeva di non poter vedere Richard. L’uomo si fece ancora più vicino le infilò una mano nella scollatura toccandole i capezzoli

Visto?

Allora, Richard può venire liberato su cauzione solo se si dichiara colpevole di un’infrazione minore. Il problema sono i soldi che Nicci non ha, la soluzione? Il capitalismo!

Ok, dopo che Nicci si è convinta che in questo frangente il capitalismo è il male minore, va alla caserma con i soldi che Richard ha guadagnato lavorando nottetempo (buuuu concorrenza sleale, zero Mario Monti) ma lì scopre che la vile pecunia non basta, per liberare Richard occorre che si metta al servizio dell’Odine usando un suo talento speciale… E che fortuna che Goodkind abbia in precedenza stabilito che il divino Richard è dieci volte meglio di Donatello!

La pena di Richard consiste nel lavorare come schiavo nel cantiere del palazzo di Jagang, incaricato di scolpire nientemeno che la statua principale dell’intero palazzo, una statua che raffiguri la turpitudine della razza umana e presumibilmente l’incubo del conservatorismo fiscale reaganianiano.

Perche intagliare il legno e scolpire la pietra sono la stessa cosa, giusto?

Ma per fortuna Gesù Crichard ha un piano:

«Cosa vorresti scolpire? Cosa vedresti prima di morire? Cosa può valere la tua vita?»
«La nobiltà dell’uomo… la forma più sublime di bellezza.»

In pratica Goodkind ha appena spoilerato il colpo di scena finale del suo libro. Che è peraltro una cagata.

Intanto, da Kahlan un assassino infiltrato dall’Ordine fa fuori Warren, e Kahlan su consiglio di Verna ordina che sia torturato da Cara fino all’alba, per poi essere ucciso.

L’uomo in ginocchio sogghignò in direzione di Verna. «Il Creatore mi darà un premio nell’aldilà. Non ho paura di morire. Ho guadagnato il diritto di passare l’eternità nella Sua luce eterna.»
Verna fece scivolare lo sguardo sui presenti.
«Non mi importa cosa ne farete di lui» disse «ma voglio sentirlo urlare per tutta la notte. Voglio che tutte le persone del campo sentano le sue urla per tutta la notte. Voglio che gli esploratori dell’Ordine le sentano. Sarà il mio tributo a Warren.»
Il ragazzo si umettò le labbra. Le cose non stavano andando come si era aspettato.
«Non è giusto!» gridò l’assassino

Beh, questo è un cambio di atteggiamento quantomeno repentino…

«Giusto? Quello che non è giusto» disse Verna con una calma terribile «è che tua madre abbia aperto le gambe a tuo padre. Ora noi, seppure in ritardo, correggeremo un errore. Quello che non è giusto che un persona buona e gentile sia morta per mano di un piccolo codardo così stupido da non riconoscere le menzogne che ci sputa addosso.
«Desideri scambiare la tua vita con quella che hai preso? Desideri morire per la folle causa che credi nobile? Sarai accontentato, ragazzo, ma prima di morire, capirai a pieno cosa stai cedendo, quanto sia preziosa una vita e come tu l’abbia sprecata. Arriverai a rimpiangere che tua madre ti abbia messo al mondo almeno quanto noi.»
Verna fissò nuovamente i presenti. «Questo è quanto desidero. Vi prego di esaudire la mia volontà.»
Cara fece un passo avanti. «Lasciatelo a me.» Il viso torvo indicava che non si divertiva. «Sono la più indicata a portare a compimento la tua volontà, Verna.»
Il ragazzo rise istericamente. «Una donna? Pensate veramente che una grossa puttana bionda e vestita di rosso possa darmi una lezione? Allora siete matti come mi hanno detto.»

E questo è un secondo cambio di atteggiamento piuttosto repentino. Sapete, per essere uno che se la mena di non scrivere fantasy ma studi psicologici sui personaggi, Goodkind è veramente carente nel reparto caratterizzazione.

E poco dopo succede questo:

Kahlan udì un trambusto fuori dalla tenda e un attimo dopo la testa di Cara fece capolino dall’entrata. Gli occhi azzurri della Mord-Sith erano pervasi da una furia letale. Entrò nella tenda trascinando il ragazzo per i capelli che batteva le palpebre freneticamente accecato dal sangue negli occhi.
Ringhiando, Cara lo gettò a terra ai piedi di Kahlan.
«Cosa succede?» chiese Kahlan.
Lo sguardo negli occhi di Cara rivelava una donna che stava per perdere totalmente il controllo e raggiungere quegli stadi dove era quasi impossibile definire una persona come umana. Stava camminando in un altro mondo: quello della follia.
Cara si inginocchiò, afferrò il giovane per i capelli, gli tirò indietro la testa e gli premette l’Agiel sulla gola. Uno spruzzo di sangue uscì dalla bocca del ragazzo.
«Diglielo» ringhiò Cara.
Il ragazzo lasciò penzolare le mani lungo i fianchi. «Lo conosco! Lo conosco!»
Kahlan aggrottò la fronte. «Chi?»
«Richard Cypher! Conosco Richard Cypher!… E sua moglie, Nicci.»

Colpo di scenaaaaaaaH

E come lo sa?

«Come ti chiami?»
«Gadi! Gadi!

Che poi sarebbe il bulletto coinquilino di Richard che ha stuprato Kahlan a distanza! Dopo qualche libro di latitanza, ecco che le celebri Coincidenze Goodkindiane fanno il loro ritorno! UIIIIII!!!

«Richard cominciò ad aiutare le persone a mettere a posto l’edificio. Lavorava per Ishaq alla compagnia di trasporti e quando la sera tornava a casa sistemava le cose. Lo ha insegnato anche a Kamil e a Nabbi.
«Lo odiavo.»
«Lo odiavi perché sistemava le cose?»
«Aveva indotto Kamil e Nabbi e gli altri a pensare che potevano farsi le cose da soli, quando non è così… la gente non può farlo. Era un inganno crudele. La gente deve essere aiutata da quelli che sanno fare le cose. È il loro dovere

Non è adorabile Goodkind quando cerca di fare critica sociale ma poi si ingarbuglia? Se la gente deve essere aiutata a fare le cose anziché improvvisarsi esperti e Richard ha aiutato i due bulli redenti perché sa fare le cose, il problema non sussiste. Ma c’è qualcuno che è troppo demente per comprenderlo.

«Cara, io… sto partendo.»
«Bene, anch’io penso che sia ora. Non ci impiegherò molto a radunare le mie cose. Prendete i cavalli e ci incontreremo…»
«No, vado da sola. Tu rimarrai qua.»
Cara carezzò la lunga treccia che le ricadeva sul petto. «Perché partite?»
«Non posso più fare nulla. Ho intenzione di piantare la mia spada nel cuore dell’Ordine: Fratello Narev e i suoi discepoli. È l’unica cosa che penso di poter fare per reagire.»

Ma per dio, i personaggi di questo libro la vogliono smettere di partire abbandonando i loro eserciti?

Kahlan uscì dalla tenda e vide che tutto era ricoperto di neve, come se il mondo fosse stato scolpito da un blocco di marmo.

SIMBOLISMO!

E, a proposito di marmo… back to Richard.

Ogni volta che un Fratello lo interrogava sulla statua, Richard era molto attento a nascondere la propria soddisfazione e ci riusciva bene ricordando il modello che gli avevano ordinato di scolpire. Chinava sempre la testa in maniera rispettosa e riferiva i progressi della sua penitenza, assicurando loro che il lavoro sarebbe stato pronto per il giorno previsto in modo che potesse essere installato sulla piazza in tempo per la cerimonia di consacrazione.
Il fatto di sottolineare la parola ‘penitenza’ faceva sì che i Fratelli distogliessero il pensiero dalla statua. I religiosi erano molto più interessati a vederlo stanco morto per il lavoro che stava svolgendo come punizione che alla statua

Ovvio, mica sta scolpendo, chessò, la fottuta statua principale del fottuto palazzo

Nicci osservò Richard che usciva dall’officina del fabbro, appostata dietro un angolo di una costruzione lungo la collina. Era molto probabile che andasse a prendere accordi con le persone che dovevano trasportare la sua statua. Chiuse la porta, ma non mise il catenaccio, non c’erano dubbi sul fatto che non stesse via molto.
C’erano molti uomini che lavoravano lungo la collina in una miriade di officine. Artigiani del cuoio e orafi contribuivano all’orchestra di lime, raspe, seghe e martelli. Il baccano era snervante. Gli uomini che passavano fissavano Nicci in maniera gentile, ma lei li guardava in cagnesco.
Appena vide Richard sparire dietro il laboratorio del fabbro, si incamminò lungo la strada. Gli aveva detto che avrebbe visto il lavoro solo una volta finito e aveva mantenuto la parola.
Si sentiva a disagio. Non sapeva dire perché, ma aveva l’impressione di profanare un luogo sacro. Richard non l’aveva invitata a vedere la statua, le aveva chiesto di aspettare che fosse finita. Era finita e lei non avrebbe aspettato oltre.
Nicci non voleva vederla sulla piazza insieme a tutti gli altri. Voleva rimanere da sola con quell’opera. A lei non importava nulla dell’Ordine e del suo interesse per la statua. Non voleva stare con gli altri, con gente che non ne avrebbe riconosciuto il significato. Quello era qualcosa di personale che voleva vedere in privato
Raggiunse la porta senza problemi, si guardò intorno ed entrò.
L’interno della stanza era buio, le pareti erano nere, ma la statua era illuminata dalla luce che arrivava dal soffitto. Nicci non fissò direttamente la scultura, ma tenne gli occhi bassi mentre girava intorno al basamento per poterla vedere di fronte.
Una volta giunta in posizione, si girò.
Il suo sguardo sfilò su per le gambe, i vestiti, le braccia delle due persone fino ai volti e sentì come se il cuore fosse stato fermato da un pugno gigante.
Quella era la materializzazione della luce che ardeva negli occhi di Richard riprodotta nel marmo. Nicci ebbe l’impressione di essere stata colpita da un fulmine.
In quell’istante tutta la sua vita, tutto quello che le era successo, ogni cosa che aveva sentito, sembrò unirsi in un lampo di violente emozioni. La vista di tanta bellezza la fece urlare dal dolore.
I suoi occhi caddero sulla parola incisa alla base.
VITA.
Nicci crollò a terra in lacrime, provando una vergogna abietta, una repulsione che derivava dall’aver compreso tutto improvvisamente.
… In piena gioia.

MA CERTO! Nostro signore Gesù Crichard è riuscito a convertire Nicci semplicemente facendo sì che guardasse la statua.

Ora, seriamente, questo plot point è ridicolo. Non per il fatto in sé della conversione mediante statua (ok, un po’ anche per quello), ma perché Goodkind ci dice che la statua è colma di significati senza tuttavia essere in grado di mostrarcene uno che sia uno. Del resto, questa è la descrizione della statua:

Le due figure posavano in un’armonia equilibrata. Il corpo dell’uomo mostrava una mascolinità orgogliosa e anche se la donna era vestita, non c’erano dubbi sulla sua femminilità. Entrambe le figure riflettevano un amore per la forma umana sensuale, pura e nobile. Sembrava che il male intorno a loro arretrasse terrorizzato di fronte a quella nobiltà pura.
Inoltre e soprattutto, la statua di Richard esisteva senza il bisogno del conflitto: le figure dimostravano consapevolezza, razionalità e decisione. Erano una dimostrazione del potere umano, della sua abilità. Quella era una vita che viveva da sola. Quelli erano un uomo e una donna orgogliosi della loro libertà di scelta

Una descrizione che farebbe vomitare merda perfino a Giulio Carlo Argan.

Inoltre, anche ammesso che la statua rivesta dei significati simbolici, essi varrebbero solo per Richard e la sua cultura, non per altri, e quindi non avrebbero effetto sull’Ordine… ma AMERICA! FUCK YEAH! giusto? I valori di Richard non possono che essere universali, right?

Nicci allora chiama il carpentiere amico di Richard e lo conduce alla statua, ma ci sono delle guardie. Curioso che il palazzo sia sorvegliato solo quando torna comodo, eh…

«Non possiamo andare lassù. Ci sono le guardie.»
«Io posso» rispose Nicci, asciugandosi le lacrime con un gesto rabbioso. La sua voce aveva assunto nuovamente quel tono di grande autorità e quel tono cupo con il quale aveva pronunciato la sentenza di morte di molte persone. «Aspettate qua.»
[...]
«Cosa ci fate qua?» sibilò Nicci, precedendoli.
«Cosa ci facciamo qua?» chiese uno. «Stiamo sorvegliando il palazzo dell’imperatore e tu cosa stai facendo…»
«Come osi replicare! Sai chi sono?»
«Be’… io non penso di…»
«L’Amante della Morte. Forse hai sentito parlare di me?»
Le guardie divennero improvvisamente attente. Nicci li vide squadrare il suo abito nero, i lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri e a giudicare dalla reazione a Nicci sembrò ovvio che la sua reputazione l’avesse preceduta.

Sì cero, le barbare macchine da stupro dell’ordine, quelle che per tutto il libro sono state caratterizzate solo e soltanto dalla loro assoluta arroganza, si fanno impressionare in due secondi da una che potrebbe essere l’ultima delle contadinotte.

Comunque, Nicci entra, mostra la statua e una folla adorante vi si raduna in lacrime, convertita sulla retta via dell’oggettivismo randiano.

Il titolo sul piedistallo riassumeva tutti quei concetti in una sola parola.
VITA.
Il fatto che esistesse era una prova della validità di tale concetto.
La vita doveva essere vissuta in quel modo… orgogliosa, ragionata e libera da ogni forma di schiavitù nei confronti degli altri uomini. Quella era la giusta esaltazione dell’individuo e della nobiltà dello spirito umano.
L’unica risposta che giungeva dalle mura circostanti era la morte.
L’opera di Richard offriva la vita.

La gente saliva gli scalini sempre più numerosa radunandosi intorno alla statua colma di meraviglia. Molti caddero in ginocchio, piangendo dalla gioia. Tanti, come il fabbro, ridevano mentre le lacrime scendevano sui loro volti felici. Solo in pochi si coprirono gli occhi spaventati.
A mano a mano che la gente vedeva, correva a chiamare gli altri. Molto presto cominciarono ad arrivare anche i lavoratori dei laboratori sulle colline. Gli uomini e le donne che erano andati per visitare la costruzione correvano a casa per chiamare i loro cari e dire di recarsi al palazzo dell’imperatore.
La maggior parte di loro non aveva mai visto nulla di simile.
Era la vista per il cieco.
L’acqua per l’assetato.
La vita per il moribondo.

Lo stupro per il kattiv… No, aspetta…

Meanwhile, Kahlan e Cara si sono magicamente teletrasportate nel Vecchio Mondo e assistono allo spettacolo della folla adorante convertita dalla statua magica dell’oggettivismo e, dall’altra parte della città Richard viene catturato da fratello Narev (che poi sarebbe il capo della Fratellanza dell’Ordine nonché main villain del romanzo, un main villain talmente impressionante che mi sa che non l’ho mai nominato nella reccy)

«Fratelli cittadini dell’Ordine» intonò Fratello Narev con un tono di voce che Nicci pensò potesse crepare le mura «oggi vedremo cosa succede al male quando si confronta con la virtù dell’Ordine.»
Indicò nuovamente con il dito scheletrico e le guardie portarono avanti Richard. Nicci urlò, ma la sua voce si perse nello strepito che si levò dalla folla.
Fratello Neal arrivò con una mazza.

OH NO NED STARK NOOOO! Oh, già, quello era un altro romanzo.

Segue la scena per cui questo libro é famoso: il monologo oggettivista di Richard:

«La vita appartiene per diritto a ogni persona. La vita di un individuo può e deve appartenere solo a lui stesso, non a una società o comunità, altrimenti non è altro che uno schiavo. Nessuno può negare a un’altra persona il diritto di vivere o privarlo con la forza di quello che produce, perché questo significa rubare i suoi mezzi di sostentamento. Puntare un coltello alla gola di una persona e dirgli quello che deve fare è un tradimento nei confronti della razza umana. Nessuna società può essere più importante degli individui che la compongono, altrimenti voi darete importanza non all’uomo, ma a ogni idea o capriccio che passa per la testa di questa società al costo di un numero infinito di vite. La ragione e la realtà sono gli unici mezzi che portano a leggi giuste; se diamo il potere ai desideri insensati, essi possono diventare signori letali.
«Cedere la ragione in cambio della fede, permette a questi uomini di schiavizzarvi… di uccidervi. Avete il potere di decidere come vivere la vostra vita. Questo significa che gli uomini molto piccoli che sono quassù non sono altro che scarafaggi, se dite che lo sono. L’unico potere che hanno di controllarvi è quello che voi concedete loro!»

E fu così che Richard Rahl inventò il No Cav Day. No, seriamente. Gesù Crichard ha cambiato completamente la visione del mondo di centinaia di persone grazie a una statua e a un monologo noioso.

Quindi fratello Narev ordina a Richard di distruggere la statua, Richard esegue e si scatena una sommossa popolare. Durante gli scontri, Kahlan estrae la Spada della Verità e viene presa dal cieco furore che la pervade, così, scambiandolo per un fratello dell’Ordine, trafigge Richard.. Wow, è quasi shakespeariano. Se Shakespeare fosse stato demente. Richard chiede non si sa perché a Nicci di salvarlo solo che qualcuno la afferra e la strangola, mettendo così ko anche Kahlan. Ed ecco arrivare Neal, il tirapiedi di Narev, e Richard fa quello che un qualsiasi uomo trafitto da parte a parte farebbe nella sua situazione: si estrae la spada dal petto e lo infilza. Perché infilzare un uomo è esattamente come piantare un coltello in un panetto di burro il tre di agosto a Cagliari, no?

Bla bla bla, confronto finale così e cosà, potete immaginare benissimo cm va a finire.

Che cosa ne penso

Prendiamoci un po’ di tempo per analizzare perché questo romanzo fa schifo sotto ogni punto di vista e chiunque pensi il contrario non solo ha torto marcio, ma dovrebbe anche smetterla di esprimere opinioni su qualsivoglia argomento forever.

Da un lato posso concedere che questo libro in apparenza sembra migliore per lo meno di quello che l’ha preceduto – e probabilmente di quello che lo seguirà -, per il semplice motivo che il focus dell’azione è incentrato su Richard e Kahlan. Ma non solo: la trama è più articolata, c’è più azione, sembra perfino che la storia cominci a ingranare non solo perché l’Ordine Imperiale, che prima era stato solo un mezzuccio narrativo utile per far fare a Richard discorsi ispirati, ha cominciato la sua invasione in larga scala delle Terre Centrali arrivando perfino alle porte della città delle Depositarie, ma anche perché avanzano anche le storie personali dei personaggi secondari. Ed è una cosa notevole, se si pensa che Richard e Kahlam, innamorati per volere divino sin dal primo capitolo del primo libro, ci hanno messo due volumi per scopare e quattro per sposarsi. Insomma, l’universo pare allargarsi e svilupparsi, ma non è abbastanza.

Ci sono sempre i soliti problemi che caratterizzano lo stile di Goodkind. Intanto il livello di scrittura è basso, rasente allo zero assoluto. Goodkind ha tra le mani dei personaggi più o meno stereotiopati, sa che a un certo punto Richard dovrà fare un bel monologo sulle virtù dell’individualismo, della responsabilità fiscale, del capitalismo o quant’altro, ma per il resto non sa bene come gestirli. Difatti, se ci fate caso, quando non sono presi a dialogare sull’oggettivismo randiano, i personaggi di Goodkind fanno solo tre cose: si passano le mani tra i capelli, si grattano la barba se sono uomini o stuprano se sono kattivi. I protagonisti, per giunta, sono sempre – e dico sempre – stanchi per volontaria deprivazione del sonno. Può non sembrare nulla di grave, ma è sciapo ed è un indice di come Goodkind abbia ancora molta, molta strada davanti prima di considerarsi uno scrittore per lo meno decente.

Poi ci sono i problemi di caratterizzazione, come al solito. E non mi sto riferendo ai kattivi stupratori – anche se ce ne sono a iosa. La caratterizzazione dei personaggi di questo romanzo come dei percedenti è appena abbozzata, goffa, categorica. I cattivi sono talmente cattivi da risultare caricaturali e i buoni sono stucchevoli, eppure risultano buoni solo perché i cattivi sono troppo cattivi. Zedd, Kahlan, Richard compiuono terribili nefandezze nel corso della serie, non da ultimo il genocidio dei soldati dell’Ordine Imperiale, ma non mostrano nessun tipo di rimorso perché, si giustificano, fanno quello che fanno per un supposto “bene superiore” (escludo Cara dal ragionamento perché mi sta simpatica e perché è stata educata così). In loro soccorso arriva Goodkind stesso, che deumanizza l’antagonista in una maniera ai limiti del ridicolo. E non mi piace affatto, perché mi ricorda le strisce satiriche antisemite che dipingono gli ebrei come personaggi meschini dal naso adunco intenti a fregarsi le mani sotto a un ghigno mefistofelico.

E questi appena elencati sono solo i difetti che Goodkind già aveva mostrato di possedere nei precedenti romanzi. In questo sesto volume, inoltre, abbiamo l’ingombrante presenza della continuità retroattiva: Goodkind che cambia non una piccola cosa, ma l’intera motivazione del main villain. Quando Jagang è stato presentato nel libro tre assieme alla Stirpe dei Fedeli, non era l’araldo del socialismo venuto a invadere le Terre Centrali, era un semplice Evil Overlord il cui obiettivo era diminuire l’influenza del Creatore e del Guardiano sul mondo eliminando la magia. Di quel personaggio non c’è più traccia in questo libro. Cavoli, nemmeno il Guardiano viene quasi più menzionato – e lui è la fonte originaria di tutto ciò che è malvagio.

No, ora Jagang è un veicolo di propaganda politica. Fatta col culo, peraltro, perché il socialismo descritto da Goodkind non è socialismo.

E a questo punto, concedetemi di fare il figo.

SALVARE IL SALVABILE
Ovvero: Come Goodkind avrebbe dovuto gestire la storyline dell’Ordine Imperiale per rimanere coerente all’interno della continuità della serie e nello stesso tempo muovere una critica ideologica al socialismo.

Due elementi devono rimanere costanti:

  • CONTINUITÀ: l’obiettivo di jagang è l’eliminazione della magia e non l’utopia/distopia socialista
  • CRITICA: è insensato porre l’uguaglianza al di sopra della libertà individuale

Svolgimento:

Il Vecchio Mondo era in origine una magicrazia in cui l’uso e l’abuso della magia erano la norma. La società magica era caratterizzata dall’abuso del potente sul debole, in una costante lotta individualista che aveva ridotto il paese in ginocchio.

Jagang è il leader che ha deciso di porre fine a questo mondo di sfrenata libertà e volontà di potenza nel solo modo che ritiene possibile: eliminando per sempre la magia, causa di tutti i mali. In breve tempo riesce a radunare a sé decine di migliaia di persone prive di magia, dà voce cioè a quelli che erano considerati i reietti della società. Dopo aver fomentato la rivolta e aver dato vita all’Ordine Imperiale, prendendo il potere nelle sue mani e tuttavia giurando di amministrarlo per il popolo, Jagang instaura una sorta di regime del terrore in cui l’uguaglianza è lo strumento usato per assicurarsi che nessuno possa ergersi al di sopra degli altri, giustificando il proprio regime con lo spettro del regime precedente.

Quando la barriera che separa il vecchio mondo dal nuovo cade,l’ordine si ritrova a dover attaccare il D’hara e le terre centrali dopo aver fomentato nel popolo la paura di un ritorno al passato.

Ecco, Goodkind, ti ho sistemato il plot. You’re welcome.

In conclusione

Anche il volume sei è un pessimo fantasy. Carente dal punto di vista della caratterizzazione, della coerenza interna e perfino della trama, che si lascia “influenzare” a piene mani da un romanzo di Ayn Rand, La fonte meravigliosa, misogeno e, in ultima analisi, scritto male, non offre niente di rilevante. Ma a questo punto da Goodkind non è una sorpresa.

Ciò che lascia basiti è l’assenza di fantatrash. Si, è vero, lo stupro magico wireless è talmente offensivo da essere ridicolo (e viceversa), ma volete mettere con l’Evil Chicken of Doom? In effetti in questo volume il rapporto plot hole/stupri pende decisamente in favore dei primi.

Ricapitolando: non è un romanzo interessante dal punto di vista della storia, che non è originale, non è un romanzo interessante dal punto di vista dell’analisi politico-filosofica, che è imbecille, non è un romanzo interessante nemmeno dal punto di vista del fantatrash, perché ce n’è poco e quel poco che c’è è di cattivo gusto. Ma la cosa peggiore è che, con le sue settecento e passa pagine, La spada della fuffosità volume 6 non è nemmeno buono per pareggiare la gamba traballante del divano.

Bocciato su ogni possibile linea, in ogni possibile universo.

Voto finale


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