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Recensione: La gemma di Siena di Marina Fiorato

Creato il 20 giugno 2013 da Zaffira01

 

Recensione: La gemma di Siena di Marina Fiorato

TITOLO: La gemma di Siena
AUTORE:  Marina Fiorato
CASA EDITRICE: Nord
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2013
PAGINE:318
PREZZO CARTACEO:  €17, 60

 


Siena, 1723. Il giorno del suo diciannovesimo compleanno, Pia de' Tolomei riceve in dono un ciondolo d'oro e un marito. Il primo, ornato da un'incisione che raffigura Cleopatra, per ricordarle il suo nobile lignaggio; il secondo, per suggellare l'alleanza tra la sua famiglia e i Caprimulgo, il casato più influente di Siena. Ma per Pia è come sprofondare in un incubo: Nello Caprimulgo è un uomo meschino e violento, che renderà la sua vita un inferno in terra... o peggio. Potrebbe addirittura ucciderla, proprio come ha fatto lo sposo della sua omonima antenata, cantata da Dante nel Purgatorio. Pia non ha scelta: deve fuggire. E la chiave per riuscirci è il suo maestro di equitazione, Riccardo Bruni, un giovane affascinante e gentile, cui lei si affeziona ben più di quanto sarebbe lecito... Tuttavia l'abisso sociale che la separa da Riccardo non è l'unico ostacolo ai loro piani. Nei sotterranei del palazzo dei Caprimulgo, infatti, da qualche tempo si riuniscono in gran segreto i rappresentati di alcune delle famiglie più in vista di Siena, che stanno tramando per rovesciare il governo di Violante de' Medici. E, quando scoprono che il giorno scelto per agire è quello del prossimo Palio, Pia e Riccardo si rendono conto di essere i soli in grado di fermare la cospirazione...

 


RECENSIONE

Marina Fiorato, con questo romanzo, trasporta il lettore nella Siena del XVIII secolo: una città divisa in contrade, che si identifica con i suoi storici palii. La storia di Pia dei Tolomei comincia il giorno del suo diciannovesimo compleanno, quando il padre la consegna nelle braccia di Vincenzo Caprimulgo.
La delusione di Pia, donna della contrada della Civetta, che si vede data in moglie al figlio del signore dell'Aquila, è acuita anche dalla paura di quello che, Pia lo ha già capito, sarà tutto fuorché un marito gentile.
Durante il palio, succede l'inaspettato: non solo Pia scorge tra la folla il giovane più bello che abbia mai visto, ma un incidente mortale colpisce Vincenzo, costringendo il fratello Nello a prenderne il posto sotto ogni aspetto.
Pia entra così a far parte della famiglia dei Caprimulgo, con tutti i suoi intrighi e le sue cospirazioni.

Cospirazioni tese a rovesciare il governo di Violante Beatrice de' Medici e riportare Siena agli ordinamenti indipendenti del passato.
Mentre Pia sogna soltanto di riuscire, prima o poi, a fuggire, grazie agli insegnamenti di Riccardo Bruni, quest'ultimo è deciso a salvare il governo della città e aporre fine alle trame dei signore delle contrade. E qualsiasi cosa Riccardo e Violante possano  fare, dovrà essere messa in atto prima del palio dell'Assunta, perché un'oscura minaccia incombe su Beatrice, donna perguitata dalla perdita dei figli, due gemmeli che ha potuto stringere tra le braccia solo per poche ore e il cui ricordo non le dà tregua.

Sullo sfondo di una Siena ben delineata, si collocano i protagonisti di questo romanzo, ciascuno con una propria storia, mai banali e scontati. La trama non è mai scontata e mescola insieme romanticismo, azione e suspence.
I colpi di scena, benché non eclatanti, contribuiscono a mantenere costante l'attenzione del lettore. Il che in ogni caso è un bene, ma direi che lo è ancora di più nel caso di un romanzo storico "corposo" come in questo caso.
Lo stile è asciutto e incisivo, non lascia spazio a fronzoli inutili e, benché l'abbia trovato un po' "rigido" - ma devo anche dire che è tra i primi romanzi storici che leggo ed è naturale che per essi non si usi lo stesso linguaggio dei libri "per ragazzi"- non è stancante.

Ad alleviare la fatica contribuisce senz'altro la curiosità: cosa succederà a Pia? E' davvero destinata a seguire il destino della sua omonima, quella Pia de' Tolomei che Dante canta nel Purgatorio? O è più simile a Cleopatra, la regina da cui, secondo la tradizione, la sua famiglia discende? In ogni caso, riuscirà prima o poi a liberarsi dalle grinfie dei Caprimulgo? E Riccardo Bruni, riuscirà ad aiutare la governatrice? E, non ultimo, perché si fa tanto riferimento alla perdita di Violante?

Tutti interrogativi che il lettore non può fare a meno di porsi, nella speranza che, nella pagina successiva o magari in quella dopo ancora, sia scritta la risposta.
Speranza che non viene, in effetti delusa: il finale non è certo inimmaginale, ma sfido chiunque a prevedere gli sviuppi che la trama presenta. Sviluppi che, ovviamente, non si possono rivelare... ma che di sicuro non lasceranno insoddisfatti.

Marina Fiorato dipinge il passato e i suoi personaggi con un'abilità tale da farli sembrare uguali a noi e ai nostir tempo, e in effetti, nessuno può negare che sia davvero così: amori, intrighi, tradimenti e imprevisti fanno ancora parte della nostra vita, così come erano ingredienti degli anni passati e lo saranno dei tempi futuri.

Consigliato a chi cerca un romanzo ben scritto e ben strutturato, con una trama coinvolgente e consistente.

UN ASSAGGIO...

"Un anno di preparazione, dieci uomini, dieci cavalli, tre giri di piazza del Campo e poi tutto si conclude in un istante. Impossibile per un forestiero concepire e ancor meno comprendere il significato che il Palio aveva per ogni senese. Che fosse nell'aria che respirava, nel cibo che mangiava, addirittura nei sogni che ne animvano il sonno. Che pregasse i propri santi di far vincere la contrada cui apparteneva, ogni giorno dell'anno, senza mai saltarne uno. Che lealtà, colori e contrade scaturissero dal Palio, così come la tela scaturisce dal ragno. Che le usanze e la società senesi fossero irradiate come cerchi concentrici da quella piazza e da quel giorno, e dal cerchio più piccolo di tutti: la pista. Cosparsa di polvere di tufo proveniente dai colli toscani, percorsa da uomini nati e cresciuti a Siena in groppa a cavalli nati e cresciuti a Siena, sotto lo sguardo di palazzi e torri della città vecchia. Il Palio era il centro; il Palio era Siena. Bastava sapere quello."


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