Recensione “La luna color zafferano” di Nicole C. Vosseler

Creato il 04 aprile 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario

Pubblicato da Simona Postiglione UNA RAGAZZA RIBELLE, UN INCONTRO INATTESO, UN AMORE ARDENTE COME LA SABBIA DEL DESERTO.
Cari lettori,
oggi parliamo di un libro che è un’appassionante storia d’amore e, al tempo stesso, un romanzo che svela il mistero dell’Arabia, descritto attraverso il deserto, i palazzi, i colori, l’atmosfera e i suoi profumi. La luna color zafferano, pubblicato da Corbaccio, mi ha letteralmente colpita e affondata. L’autrice, Nicole C. Vosseler, racconta questa storia con uno stile molto suggestivo e conquista il lettore dalla prima all’ultima pagina. Che ne dite di immergerci insieme nelle meravigliose atmosfere esotiche del romanzo?
Titolo: La luna color zafferano
Autore: Nicole C. Vosseler
Editore: Corbaccio
Pagine: 487
Prezzo: 17,60 Euro
Trama: Il sogno di Maya è di diventare una donna audace, coraggiosa, libera. Libera di viaggiare nel lontano Oriente di cui sin da bambina ha sentito raccontare dal padre, professore di storia a Oxford. Durante l’infanzia e l’adolescenza le lettere che il celebre esploratore Richard Francis Burton , il suo idolo incontrastato, le ha inviato da Bombay, dalle spiagge di Goa e dalle montagne azzurre di Nilgiri, da Hyderabad e da Alessandria l’hanno nutrita dell’atmosfera e degli aromi di quei luoghi magici. Ma nell’Inghilterra di fine Ottocento una donna non solo non può sperare di studiare, ma nemmeno di andare alla scoperta di posti così lontani. A meno che non sposi un ufficiale in partenza proprio per l’Arabia… Tuttavia, la vita in Oriente non è come l’aveva sognata. E mai, soprattutto, Maya si sarebbe immaginata che sarebbe stata rapita dai predoni del deserto per ordine del sultano locale. Un’avventura da incubo, in cui però conosce Rashad, il capo dei predoni, un uomo temibile e affascinante che segnerà il suo destino per sempre.
RECENSIONE Philippe Labro, giornalista, scrittore e regista francese, scrive che un’opera poetica fonde a suo modo verità e imitazione, vissuto e sentito dire, immaginazione, biografia; questa frase, riportata nella nota conclusiva della Luna color zafferano, è senza dubbio esaustiva nel descrivere un romanzo nel quale avvenimenti e fantasia sono strettamente intrecciati. Incontriamo personaggi inventati e persone realmente esistite, le cui gesta hanno un fondamento storico, e leggiamo innumerevoli descrizioni di luoghi, come la colonia di Aden sotto il dominio britannico, che sono frutto di accuratissime indagini. Nicole C. Vosseler ha evidentemente affrontato un grande lavoro di ricerca prima di scrivere il romanzo; penso alla guerra di Crimea, raccontata nelle lettere che Jonathan, amato fratello, scriveva a Maya e ai moti indiani del 1857, chiamati Rivolta dei sepoy, contro il potere coloniale britannico in India, narrata attraverso gli occhi di Ralph, marito della protagonista.
La luna color zafferano è a tutti gli effetti un romanzo storicamente accurato, con tutto il fascino delle storie del passato e, soprattutto, delle persone che l’autrice non si limita a tratteggiare; è evidente la sua passione per la ricerca dei dettagli, trapela dal suo raccontare come vivono i personaggi, si manifesta attraverso i loro pensieri, i sentimenti che provano di volta in volta e, in definitiva, dalla loro personale visione del mondo. Leggere questo romanzo significa calarsi inevitabilmente nei colori, negli odori e nei gusti caratteristici dell’ Arabia, una terra geograficamente non particolarmente distante dalla nostra, ma estremamente lontana nelle tradizioni, pericolosa e affascinante nelle sue atmosfere esotiche. La fantasia si perde nella magia che solo i caldi e sterminati deserti d’Arabia sanno trasmettere.

Dalle ricerche dell’autrice è emerso che, in realtà, si conosce ancora poco sull’entroterra della zona meridionale dell’Arabia, location di buona parte del romanzo; in alcune regioni è ancora pericoloso compiere viaggi e turisti e studiosi devono stare attenti ad attraversare certe zone, dove le leggi tribali hanno più valore delle norme costituzionali. 
La luna color zafferano mostra un quadro variopinto e sfaccettato del sud dell’Arabia; personalmente, ho amato le numerosi descrizioni di cui si serve l’autrice che mi ha permesso di conoscere meglio costumi e stili di vita che non restano mai gli stessi, mutando da regione a regione. Per esempio, esistevano ed esistono rigidi concetti d’onore nelle tribù: 

“Qui nel sud la vita scorre rispettando antiche leggi. Leggi che regolano il comportamento in famiglia, tra uomini e donne, padri, madri e figli, tra giovani e vecchi. Il comportamento in una tribù, tra le tribù, nei confronti del sultano, tra i sultanati.”

Una di queste è quella del Rafiq, la stessa che Rashad, grande amore di Maya, mette in atto nei suoi riguardi quando la rapisce per conto del sultano locale: offrire a uno straniero, temporaneamente, la protezione di una tribù. Grazie a questa legge Maya non ha nulla da temere dai suoi rapitori: finché gli inglesi non pagheranno il riscatto, sarà sotto la protezione di Rashad e dei suoi uomini.
Chi è Maya? Esattamente quello che sognava di diventare sin da bambina: una donna audace, coraggiosa e, alla fine della storia, una donna finalmente libera dalle convenzioni imposte dell’epoca. Nell’Inghilterra di fine Ottocento una donna non poteva sperare di studiare, frequentare l’università era vietato persino alla figlia di un rispettabile professore, restando appannaggio degli uomini, come tutto quello che stimolava l’intelletto. Tuttavia, grazie al padre, all’andirivieni in casa sua degli studenti che partecipavano ai suoi circoli di discussione, ma, soprattutto, grazie alla sua innata curiosità, Maya costruisce, tassello dopo tassello, la sua conoscenza. Inutili gli sforzi della madre Martha, che vorrebbe trovarle un buon partito da sposare: il suo sapere, sbattuto in faccia senza troppi complimenti, scoraggia puntualmente il giovane di turno!
Tuttavia, anche la nostra protagonista s’innamora e la forza di questo sentimento la segna sin dall’infanzia, quando incontra per la prima volta Richard Francis Burton, studente molto gradito a casa Greenwood. La vita di quest’uomo, viaggiatore, avventuriero e scrittore, un personaggio realmente esistito e sul quale la Vosseler ha raccolto molto materiale, si intreccia ripetutamente con quella di Maya, influenzandola profondamente con il suo carattere particolare. Basti pensare che il romanzo si apre con il loro incontro e si chiude con l’ultimo saluto di Maya, ormai anziana per i canoni del tempo, sulla sua tomba. Un grande amore che, tuttavia, non è paragonabile a quello che unisce Maya e Rasahd, guerriero della tribù di cavalieri delle montagne al-Shaheen, capo dei predoni che la rapiscono per conto del sultano locale, sperando di ottenere dagli inglesi, che si erano accaparrati l’intero commercio dell’Arabia meridionale ad Aden, maggiore libertà nei traffici commerciali.
L’incontro con Rasahd passa attraverso il matrimonio di Maya con un ufficiale inglese di stanza nello Yemen, Ralph, amico dell’amato e compianto fratello Jonathan. La presenza di Ralph rallegrerà il cuore di Maya, regalandole l’illusione di una promessa di felicità, riaccenderà le braci che Richard Francis Burton le aveva lasciato, trasformandole in un fuoco più tranquillo e costante ma altrettanto vivace di quello di un tempo. Con lui approderà finalmente nell’ agognato Oriente, tuttavia la vita ad Aden non sarà come l’aveva sognata: tagliata fuori dalla sua famiglia, da tutto ciò che le è conosciuto, infelice, vedrà le braci spegnersi. Quello che Maya ha veramente amato è ciò che lui, come anche Richard, rappresentava: l’esotico, l’Oriente e l’irresistibile avventura. Aden non era l’Arabia delle Mille e una notte.
La luna color zafferano è la luna che Maya e Rasahad guardano incantati, seduti vicini su un mantello nel deserto, mentre imparano a conoscersi, dialogando e raccontandosi l’un l’altro come non hanno mai fatto con nessun altro. 

Le stelle sembrano a portata di mano, come se cielo e terra si toccassero. Miriadi di schegge di cristallo scintillanti, in uno sfarzo e in uno splendore
che non ha più niente di terreno, ma sembra di origine divina.

Un amore struggente, che li vede spesso restare in silenzio, perché basta lo sguardo e la vicinanza, non c’è bisogno di dire altro. Un sentimento travolgente che nulla, nemmeno anni di separazione forzata, potranno scalfire.

Questo è ciò che il deserto fa con noi, quando ci apriamo a lui:
ci mostra quello che abbiamo nascosto dentro di noi e fa chiarezza.
Solo chi è abbastanza forte è in grado di sopportarlo.

E Maya è una donna forte, sopporta tutto con coraggio e, alla fine, assapora la felicità e la libertà. Ho amato molto La luna color zafferano, mi ha regalato esattamente quello che cerco in un romanzo: una scrittura perfetta e coinvolgente, anche grazie alla buona traduzione dal tedesco di Alessandra Petrelli, personaggi delineati dei quali si possono condividere le emozioni. Descrizioni di luoghi e avvenimenti che fotografano la storia e consentono di immedesimarsi nelle atmosfere. Un insieme perfetto di avventura, emozioni e amore romantico: un libro appassionante.
L’AUTRICE
Nicole C. Vosseler è nata nel 1972 a Villingen-Schwenningen, nel Baden-Wuerttemberg, e ha studiato Lettere e Psicologia a Tubinga e a Costanza , dove vive attualmente. Le sue autrici preferite sono Mary Margaret Kaye, autrice del longseller Padiglioni lontani e Margaret Mitchell con il suo celebre Via col vento. Autrice di numerosi romanzi storici, ha vinto nel 2007 il Konstanzer Foerderpreis per la letteratura con il romanzo Il cielo sopra Darjeeling. La luna color zafferano, pubblicato in patria da Luebbe, prestigiosa casa editrice di autori bestseller del calibro di ken Follett, Jodi Picoult e Philippa Gregory, è uno dei romanzi più amati dalle librerie indipendenti tedesche e ha fatto raggiungere la fama internazionale all’autrice superando le 100.000 copie vendute. Sito dell'autrice "QUI"


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