Il libro parla di un burbero e solitario libraio, che dopo aver adottato una bimba intelligentissima, Maya, ( in seguito a misteriose vicende che portano per un po il lettore in un giallo) cambia totalmente, in meglio.
Vicino a lui una serie di personaggi particolari: un editrice, un poliziotto che scopre il piacere della lettura, una cognata preoccupata, uno scrittore che non riesce più a scrivere e uno invece molto strambo.
All'inizio di ogni capitolo, c'è una lettera che il libraio scrive alla figlia, con consigli sui libri da leggere in varie circostanze, alla fine si capirà il perché di queste missive.
Vedersi citato Dahl, la bambina che salvava i libri, e altri volumi che sicuramente il lettore conosce, ti fa sentire a casa e ti fa provare grande empatia. Si parla anche dell'eterna lotta ebook vs. cartaceo, all'inizio un po banalmente, ma poi con delle osservazioni acute sui primi. La scena della presentazione mi è piaciuta molto.
La Misura della felicità è piacevole da leggere, lo stile è molto semplice ma scorrevole, si finisce in un attimo. Il problema è che quando lo finisci ci rimani un po male.
Il prefinale ci sta, ma quello vero e proprio no! Un libro può finire con una scena triste, non si deve per forza aggiungerci qualcosa di finto per far tornare tutto a posto e in ordine.
Sono rimasta delusa, anche, dal rapporto tra il libraio e Maya, lei all'inizio sembrava uno dei personaggi principali, ma per moltissime pagine se ne è stata li tipo soprammobile, da tirare fuori ogni tanto per intenerire il lettore. In tutta la storia mancano delle vere emozioni e un approfondimento dei personaggi.
La trama era bella, e magari scritta da qualcun altro, avrebbe reso maggiormente.Non ve lo sconsiglio, ma non sono tra i fan di questo libro.
"Un posto non è un bel posto senza una libreria"
p.s. Andate al cinema oggi o preferite aspettare che ci sia un po più di tranquillità?