Recensione: La nostalgia degli atomi

Creato il 30 novembre 2015 da Miriam Mastrovito @miriammas
Recensione: La nostalgia degli atomi Titolo: La nostaalgia degli atomi 
Autore: Linus Reichlin 
Editore: Atmosphere Libri 
Pagine: 316 
Prezzo: 17 euro Descrizione:
Bruges, tranquilla cittadina nelle Fiandre, sonnecchia sotto una pioggia insistente. Jensen, ispettore di polizia con un'insolita passione per gli elettroni e i fotoni, conta i giorni che mancano al pensionamento anticipato. Nella cantina trasformata in laboratorio, tutto è ormai pronto per l’esperimento della doppia fenditura, nel quale è racchiuso il "segreto" della meccanica quantistica e dell'universo intero. A scombinare i piani dell'ispettore, un ricco turista americano che si presenta in commissariato affermando di aver ricevuto una lettera minatoria. Il giorno dopo, l'americano è morto e i suoi figli, due gemelli undicenni, sono spariti. La causa della morte è oscura: l'aorta è recisa di netto dall'interno. La sua autopsia indica un omicidio che supera le capacità umane. Un'altra figura enigmatica, Annik O'Hara, donna bellissima, cieca e poco incline ai compromessi, è interessata, come Jensen, a ritrovare i due gemelli, o meglio la loro babysitter, Esperanza, una giovane messicana con doti di chiaroveggenza che le ha ucciso il marito. Le tracce porteranno Jensen e O'Hara in Arizona, poi in Messico, in una apocalittica Sierra Madre, insieme, ai confini del mondo spiegabile.
L'autore:
Linus Reichlin è nato nel 1957 in Svizzera e oggi vive a Berlino. Dopo lunghi soggiorni nel sud della Francia e in Canada, ha cominciato a scrivere reportage per i quali ha ricevuto nel 1996 il premio Ben Witter della ZEIT. La nostalgia degli atomi (Die Sehnsucht der Atome, 2008) è il suo romanzo di esordio e il primo di una serie dedicata all'ispettore Hannes Jensen. Balzato di colpo al terzo posto nella classifica dei migliori romanzi gialli scritti in lingua tedesca, ha ottenuto nel 2009 il German Crime Fiction Award, il più prestigioso premio dedicato ai thriller.
La mia recensione:
In natura tutte le trasformazioni spontanee tendono al disordine. In maniera molto semplificata è quanto attesta il concetto di entropia introdotto dalla meccanica quantistica.
Nessun timore, non ho intenzione di tediarvi con strane  elucubrazioni scientifiche, non ne sarei all’altezza. Tuttavia, questa “tendenza al disordine” – citata spesso dal protagonista che è un appassionato di fisica –  rispecchia in maniera efficace il romanzo di cui  sto per parlarvi. 
Un thriller davvero insolito che, sin dall’inizio, sembra ribaltare i consueti schemi. Si parte dall’ordine di una situazione tipica, la scena di un ipotetico delitto, per sfociare nel caos di una situazione tanto assurda da risultare quasi irreale. 
Per cominciare abbiamo un morto, Brian Ritter, ma stabilire se il suo decesso sia da attribuirsi a un  omicidio, a un suicidio o a una causa naturale è praticamente impossibile: l’autopsia, di fatto, pare escludere tutte e tre le ipotesi, giungendo a una conclusione impossibile.
Ovviamente abbiamo anche un commissario, Jensen il quale indaga, non allo scopo di  incastrare il colpevole ma per scagionare se stesso. Tecnicamente è appena andato in pensione e spera di dedicarsi unicamente ai suoi esperimenti sulla doppia fenditura per tutto il tempo che gli resta da vivere,  ma era ancora in servizio quando Ritter si è presentato in commissariato sostenendo di aver ricevuto delle minacce e, trattandosi di un alcolista,  non lo ha preso sul serio. Adesso il suo ex-capo lo accusa di negligenza, sicché risolvere il mistero diventa una questione personale.   Unica pista da seguire per scoprire la verità è rappresentata da due gemelli di dieci anni, svaniti nel nulla,  e un nome senza volto: Esperanza Toscano Aguilar.  I primi due sono i figli di Ritter che Jesen ha incontrato e interrogato quando l’uomo era ancora vivo e di cui ora non c’è più traccia; la seconda è una guaritrice  messicana descritta proprio dai due bambini come l’unica persona in grado di proteggerli dal padre cattivo, evocando un angelo. Certo, rintracciarla disponendo solo di un nome non è affatto semplice ma il destino – o il caso – vuole che una sconosciuta bussi alla sua porta per offrirgli un insperato aiuto. Si tratta di Annik O’Hara, una donna cieca che ha perso da poco il marito. L’uomo è morto, probabilmente assassinato, mentre indagava per conto del Vaticano sui presunti miracoli compiuti dalla Aguilar e lei vuole andare a trovare la donna per far chiarezza sulla vicenda, almeno è quello che dice. Annik sa come e dove raggiungere la guaritrice ma, a causa del suo handicap, non può affrontare il viaggio da sola.  Sarà così che per svolgere le sue indagini Jensen si ritroverà a compiere un lungo e avventuroso viaggio in compagnia di una stranissima invalida che non sembra raccontarla giusta. Insomma, un’aiutante in teoria, che rappresenterà un giallo nel giallo.  Non meno sopra le righe saranno i vari personaggi che incontreranno strada facendo, che offriranno  il loro aiuto o porranno intralci, come l’albergatore nano Dunbar, il gigante Botella, il vecchio Gonzales o il losco Ramon. Una carrellata di figure così bizzarre da conferire alla narrazione sfumature, a tratti, surreali.  Si tratterà di un viaggio fisico che dal Belgio  condurrà Jensen e O’Hara fino in Messico alla ricerca di un villaggio sperduto fra le montagne, ma anche di un cammino metaforico che porrà a confronto due visoni opposte del mondo: quella miracolistica, sostenuta dalla fede, e quella scientifica supportata dalle formule e da dati inconfutabili… o forse no.  Può essere che Ritter sia morto per effetto di una preghiera rivolta da una santona a un angelo per aiutare due bimbi maltrattai? Jensen che ama la fisica ed è una mente razionale non può ammettere simili assurdità, eppure c’è un dubbio che alberga dentro di lui e  lo tormenta da anni perché c’è stato un tempo, ormai lontano, in cui ha desiderato ardentemente la morte di qualcuno e quel desiderio si è trasformato in realtà. Ecco allora che risolvere il caso Ritter per lui non significa solo scagionare se stesso dall’accusa di negligenza del suo superiore, ma liberarsi da un opprimente senso di colpa che lo attanaglia sin da bambino.  Forse uno dei thriller più originali che abbia mai letto, un imperdibile mix di mistero e filosofia che incolla alla pagina e, nello stesso tempo, sguinzaglia il pensiero sulla scia dei più gradi misteri dell’universo.

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