Recensione: La notte che ho dipinto il cielo di Estelle Laure

Creato il 16 febbraio 2016 da Erika @erika_zini

E’ da oggi in libreria La notte che ho dipinto il cielo dell’autrice inglese Estelle Laure pubblicato in Italia da De Agostini. Grazie alla Casa Editrice, ho avuto modo di leggere in anteprima questo romanzo diverso dal solito, fuori dagli schemi.

Due sorelle si ritrovano improvvisamente sole, il padre è rinchiuso in una “casa protetta” e la madre, beh, doveva gia essere a casa dopo una vacanza lontano dalle figlie ma non ha più fatto ritorno. Ebbene, cosa può fare un’adolescente in questa situazione, considerando la sorellina di appena 10 anni? Quali sono le sue emozioni, i sentimenti? Riuscirà a tenere tutto tranquillo in modo da restare sempre vicino alla piccola? Potrà contare sull’aiuto di qualcuno che non tradirà il suo segreto?

Tanti interrogativi fanno da corollario alla storia più realistica, intensa e sorprendente che probabilmente leggerete nelle prossime settimane. Pronti ad iniziare l’avventura?

Per Lucille, diciassette anni e una passione per l’arte, l’amore ha il volto della sorellina Wrenny. Wrenny che non si lamenta mai di niente, Wrenny che sogna un soffitto del colore del cielo. E poi ha il volto di Eden. Eden che è la migliore amica del mondo, Eden che sa la verità. Quella verità che Lucille non vuole confessare nemmeno a se stessa: sua madre se n’è andata di casa e non tornerà. Ora lei e Wrenny sono sole, sole con una montagna di bollette da pagare e una fila di impiccioni da tenere alla larga. Prima che qualcuno chiami i servizi sociali e le allontani l’una dall’altra.
Ma è proprio quando la vita di Lucille sta cadendo in pezzi che l’amore assume un nuovo volto: quello di Digby. Digby che è il fratello di Eden, Digby che è fidanzato con un’altra e non potrà mai ricambiare i suoi sentimenti. O forse sì?
L’unica cosa di cui Lucille è sicura è che non potrebbe esserci un momento peggiore per innamorarsi…

Titolo: La notte che ho dipinto il cielo
Titolo originale: This Raging Light
Autore: Estelle Laure
Traduttore: Giovanna Scocchera
Editore: De Agostini
Collana: Le Gemme
Pagine: 290
Prezzo: 6,99 ebook – 14,90 cartaceo (E. 12,67 su Amazon)
Data di uscita: 16 febbraio 2016

Lucille è rimasta sola. Ma non nel senso di non avere amici, di essere stata lasciata dal fidanzato o di essere in punizione. Lucille è stata lasciata dalla propria madre (l’unico genitore con cui viveva) che, dopo essersi presa una vacanza, non è più tornata. Lucille è appena adolescente e si ritrova a diventare di colpo adulta per accudire la persona che ama di più al mondo: la sorellina Wren.

Lucille non si abbatte e cerca di continuare a gestire la casa, Wren, la scuola come se la madre non se ne fosse mai andata, anche perché questo segreto potrebbe costarle molto caro: se il servizio sociale si accorgesse che le due sorelle sono rimaste senza genitori verrebbero senz’altro separate e questo la ragazza non può proprio permetterlo. Come reagireste voi in una situazione di questo tipo?

Colpisce di Lucille l’estrema determinazione che la porta ad iniziare un lavoro parallelo alla scuola, sacrificando tutto ciò che caratterizza l’adolescenza: la spensieratezza, le feste con gli amici, la frivolezza, i primi amori. Ma non solo quello, Lucille ha chiaro quanto la vita sia difficile, è in grado di comprendere che non tutti riescono ad essere abbastanza forti. Come il padre, incastrato in una vita che non voleva, o la madre troppo pressata dalla quotidianità, al punto di abbandonare le figlie.

Forse siamo tutti fragili, dopotutto. Semplicemente crolliamo per motivi diversi.

Una vita che Lucille prende di petto, con una decisione e determinazione davvero mirabili per una ragazza che di punto in bianco si trova a portare il peso del mondo – il suo mondo – sulle spalle, però ha idee chiare e non si fa intimidire.

Che senso ha vivere, se non sei disposto a lottare per ciò che di vero hai nel cuore, se non sei disposto a rischiare qualche ferita?

La sua non è mai stata una famiglia, non nel senso classico del termine: non ha mai sentito il vero calore di un abbraccio, il sentirsi la cosa più importante, l’amore incondizionato, ma nemmeno il semplice riunirsi ad un tavolo per mangiare assieme. Perfetta, nella sua imperfezione, è invece la famiglia della sua migliore amica Eden ed è commovente come Lucille riesca a coglierlo anche nelle piccole cose.

Passa una frazione di secondo prima che si rendano conto della mia presenza, ma basta a farmi capire cosa significa essere una famiglia vera.
Significa essere fortunati.

Ma le due sorelle hanno angeli custodi – in carne e ossa – che si prendono cura di loro, alcuni di cui conoscono il nome – Eden e Digby – altri che gli lasciano il frigo pieno o gli tagliano il prato senza farsi riconoscere. Perché Lucille ha iniziato a lavorare per mantenere se stessa e Wren e non ha più tempo per nulla, ma c’è del buono nelle persone e la ragazza ne è convinta. Così come è convinta che alcuni di loro, invece, amino le tragedie più delle gioie e quando si tratta di stringersi davanti ad un dramma comune per farsi notare, colgono subito l’occasione.

La gente non finisce mai di stupirmi: il modo in cui entra a piè pari in ogni catastrofe, anche solo al minimo accenno di tragedia, come se gli appartenesse, il modo in cui non riesce a farsi gli affari propri, quando ha l’occasione di essere coinvolta in qualcosa.

Come avrete capito, la storia di Lucille diventa occasione per osservare il mondo che c’è attorno attraverso il punto di vista di un’adolescente in difficoltà, caparbia, determinata, fragile in uno dei momenti più complicati in cui una ragazza di 17 anni si possa mai trovare.

Moltissimi sono i passaggi che fanno riflettere, pensare, stringere il cuore. Tante le verità che Lucille sparge nel suo racconto che, a questo punto, diventa un po’ anche il nostro così come i rimedi che trova per stare meglio.

La musica si porta via il peso della condizione umana, e allora tu non devi pensare a niente, devi ascoltare a basta. La musica ti dice tutto quello che c’è da sapere.

La notte che ho dipinto il cielo è uno spaccato di vita, forse più crudo di quanto siamo disposti a credere, ma ricco d’amore, di speranza, di voglia di vivere. Una storia che lascia stare il buonismo, che racconta una vita – quella di Lucille – dalla quale sembra difficile uscire indenni e, in effetti, non sappiamo come ne uscirà Lucille, ma quello che ci vuole dimostrare la protagonista – e l’autrice – è qualcosa di più importarte, vuole indicarci quale dev’essere la bussola che ci conduce nel nostro percorso:

(…) onestamente non so se quello che è successo tra noi faccia di me una persona coraggiosa o codarda. Quale si è, delle due, quando si segue il cuore?

Un romanzo particolare, senza un vero inizio e una vera fine perché forse anche la vita è così: un continuo divenire.

Estelle Laure è laureata in discipline dello spettacolo e si è specializzata in scrittura creativa per bambini e ragazzi al Vermont College of Fine Arts. Grande appassionata di Kurt Vonnegut, crede nell’amore, nella magia e nella capacità di affrontare le verità scomode. Vive a Taos, nel New Mexico, con i suoi due figli. La notte che ho dipinto il cielo è il suo sorprendente romanzo d’esordio. Il suo sito è: www.estellelaure.com


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