solo al grande pubblico ma anche a quello più attento. Continuiamo a dare miliardi (sempre meno a dir la verità) per finanziare gli ultimi abomini di Argento, continuiamo a mandare in sala strane entità come In the Market, La casa nel vento dei morti (o come caspita si chiamava) o Multiplex, roba senza una minima idea alle spalle e realizzata in modo, ehm, approssimativo, e invece film come questi, molto originali e realizzati con tutti i crismi per tentare un timido tentativo nelle sale, rimangono degli sparuti passaparola in streaming.
O.k, sto film di difetti ne ha tanti ma, cavolo, c'è un'idea dentro e dei professionisti sia dietro che davanti la macchina da presa.
Che poi, vi dico la verità, ho cominciato la visione convinto di vedermi l'ennesimo trash, sensazione che si è acuita anche nel primo quarto d'ora in cui ci sono almeno due dialoghi assolutamente privi di senso. Ma minuto dopo minuto, scena dopo scena, sto piccolo film ha iniziato a conquistarmi e a farsi volere bene.
Bomba atomica.
Non resta nulla.
Un nucleo familiare si ritrova distribuito in 4 diversi bunker costruiti dal padre della protagonista anni addietro. I bunker sono collegati da un sistema satellitare ma possono stare in contatto solo due per volta.
Mancano le provviste, la disperazione serpeggia. Qualcuno bussa alla porta di un bunker...
O.k, la situazione di partenza è così inverosimile da rischiare di farti spegnere il video sin da subito. 4 bunker per una sola famiglia? Arriva la bomba e magicamente tutti si ritrovano in uno diverso? La sceneggiatura non ci spiega nulla, ne avrebbe giovato moltissimo.
Però si va avanti, gli attori sono più che convincenti,soprattutto lei, una specie di Belen di due livelli in meno, è molto brava. Poi arriva il comico pelato dei Cavalli Marci, grandissimo comico, ma quando lo vedi dici oddio, è finita, dove andremo a finire? E invece il film ti prende, sei curioso di quello che può accadere, c'è una buonissima atmosfera che in 2,3 scene diventa addirittura miracolosa per quanto riuscita. Tutto è molto statico, lo si capisce dopo 5 minuti che questo è un film alla Manetti, tipo Piano 17 o l'arrivo di Wang, un film che cerca di usare pochi spazi e tante idee nel miglior modo possibile.
Arriva il coniglio ed avviene una cosa magica per un film del genere.
Sì, perchè io e miei due compagni di visione iniziamo a parlare, a cercare di capire e prevedere. E se un film ti offre più possibilità, se un film senza volerlo ti porta a discutere in modo serio e non caciarone, soprattutto se riesce a farlo un film piccolo così, significa solo una cosa, sto film è ben scritto, interessante, ha testa, anima e cuore.
Quasi tutti e tre ad un certo punto eravamo convinti di una possibile soluzione molto psicologica ma il finale ci ha spiazzato del tutto.
E, malgrado non si possa parlare di paura, trovo l'atmosfera de La notte eterna del coniglio mille volte più angosciante, pregna e insidiosa della maggior parte degli horror moderni.
Ottima fotografia, ottimo uso degli spazi, davvero nessun difetto troppo evidente.
E quel primissimo piano finale su di lui è straordinario (altro che comico, bravissimo), quella lacrima così in contrapposizione con i 10 minuti precedenti l'ho trovata davvero magnifica.
Questo è un filmetto che gli americani potrebbero rendere grande, sono sicuro.
Ma forse averlo solo per noi, per pochissimi di noi, è ancora più bello.
( voto 7 )