Autore: Clelia Farris
Editore: Kipple Officina Libraria
ISBN: 978-88-95414-26-3
Num. Pagine: 192
Prezzo: 15.00€
Voto:
Trama:
In un Egitto minacciato dalla desertificazione, i Movimentisti si ribellano al tradizionale attaccamento alle Due Terre degli Stanziali. I movimenti centrifughi sono presenti anche nella politica e nella religione, dove i Mitriaci combattono l’ortodossia della Religione tradizionale. In questo scenario i Sette (un gruppo elitario di Giudici, in contatto con l’Aldilà), si rende conto di aver sbagliato un verdetto di condanna a morte per un misterioso infanticidio. Le conseguenze saranno pesanti, il loro patto con il Regno dei morti vacillerà e la situazione sarà aggravata da un nuovo omicidio.
Vincitore del PREMIO KIPPLE 2010.
Recensione:
E’ la prima volta che leggo un romanzo di fantascienza egiziana, e devo dire che mi è garbato parecchio.
Ci ritroviamo in un mondo a metà tra passato lontanissimo e futuro prossimo, tra fasti di dinastie e guerre di potere e congegni e organismi biotecnologici, pieni d’ingegno e fantasia.
Nessuna sorpresa che questo romanzo abbia primeggiato al Premio Kipple 2010, l’autrice è stata in grado di delineare un mondo che il lettore scopre poco a poco, pagina dopo pagina, in cui la curiosità cresce una parola dopo l’altra, tra nomi che provengono direttamente dalla Terra del Nilo e invenzioni sorprendenti a dir poco.
La trama è un giallo in cui i personaggi si snodano con realismo e convinzione, senza che per forza siano simpatici al lettore, anzi, vestendoli sia di pregi che di difetti di ogni tipo, fino a specchiarsi nella più comune e umana natura, rendendo il tutto molto piacevole e tangibile, in cui immedesimarsi.
Suggestivo e creativo, originale e coinvolgente, La pesatura dell’anima è un’opera che merita di essere letta – ovviamente per gli amanti del genere – in cui vige una cultura che superficialmente appare inventata dal nulla, ma dopo un’attenta rilettura si arriva a captare un fondo di verità che non è mai cambiato, e che forse mai cambierà.
Una cosa che ho ulteriormente apprezzato è stata l’editing: fluente e corretto, nessun errore né di distrazione o altro, per una trama perfettamente coerente e senza né sbalzi né strafalcioni. Un altro punto a favore.
Ci sono dovizia di particolari e trovate geniali che strappano simpatia – personalmente ho adorato l’idea delle aracne come mezzo di comunicazione o stesura di testi – il tutto improntato in una società naturale basata su fiori che illuminano la notte e cucine da far crescere con amore e fertilizzanti.
In sostanza, un bel libro, una boccata d’aria fresca e che si discosta drasticamente dai soliti schemi, che consiglio caldamente ai lettori che non hanno paura di gettarsi in una lettura ibrida, ma stimolante e piena di fascino.