“La porta scura” di Lars Maehle è il nuovo thriller scandinavo edito da Atmosphere Libri e recensito da ThrillerPages. Clicca qui e acquista La porta scura di Lars Maehle A partire dall'intrigante copertina, sicuramente tendente al gotico è l'atmosfera dominante nel suggestivo thriller di Lars Maehle, intitolato La porta scura ed edito quest'anno da Athmosphere Libri: l'usuale lista di omicidi apparentemente sconclusionati ma in realtà congiunti da un piano sin troppo ingegnoso non avrebbe ragione d'essere definita in tal modo se ad avvolgere il lettore non intervenissero le nebbie persistenti dei paesaggi norvegesi, costantemente imbiancati di neve e a stento riscaldati da un sole comunque appannato dal freddo scandinavo. Se a questa scenografia di base si aggiungono le pose dei cadaveri, martoriati da decine di coltellate, completamente dissanguati e lasciati a morire come vittime sacrificali ai piedi di un altare, ognuno in una chiesa diversa, i toni gotici de La porta scura non avranno più alcunché dell'azzardo interpretativo, ma verranno senz'altro riconosciuti come parte dell'originalità di quest'opera.
Quello di Lars Maehle, gotico a parte, è di sicuro un thriller psicologico: non solo perché una delle vittime designate, Karsten Scheel, è uno psicologo, ma anche perché l'intera indagine procede passo dopo passo tra le ipotesi e le intuizioni di altri due psicologi, la quarantenne protagonista Ina Grieg, collega ed ex amante di Karsten, a sua volta continuamente supportata dal quasi invisibile ma fondamentale Trygve Winther, precedentemente suo insegnante alla facoltà di psicologia; i pochi agenti di polizia a cui l'indagine è ufficialmente affidata sono invece ridotti al peso di due comparse non particolarmente rilevanti. Movente che giustifica la sequenza omicida è ancora una volta la volontà di vendetta, che tuttavia non riesce a svincolarsi dai temi psicanalitici, a partire dal ripetersi di enigmi, palindromi, successioni numeriche e simmetrie forzate attraverso cui il killer agisce, e che in questo modo si riallaccia alle modalità comportamentali tipiche della nevrosi ossessivo - compulsiva, per l'appunto contrassegnata da immancabili e continuati rituali. Oltre all'espressione di una determinata nevrosi, non di rado gli atteggiamenti ossessivi compulsivi sono stati reinterpretati come desiderio, o per meglio dire, necessità fortemente avvertita da colui che ne è affetto di colmare lo squilibrio tra forze maligne e forze benigne, così come efficacemente descritto da Stephen King nel breve racconto N., riadattamento in chiave psicotica dei temi lovecraftiani, a sua volta influenzato dal romanzo Il grande Dio Pan di Arthur Machen. Altrettanto considerevole è l'accenno all'applicazione psicanalitica dell'epigenetica, teoria secondo cui alla base dei comportamenti devianti andrebbe rintracciata non solo l'influenza dell'educazione e i condizionamenti ambientali, ma una possibile predisposizione annidata nel patrimonio genetico dell'individuo, che quindi potrebbe per sua stessa natura essere indotto al male piuttosto che al bene. Le conseguenze di queste affermazioni sarebbero duplici: da un lato l'impossibilità di condannare in pieno e senza eventualità d'assoluzione colui che definiremmo "mostro", dall'altro la relatività del male, che si annida - o potrebbe annidarsi - in ciascuno di noi, in quella zona inesplorata della mente umana che è nota come inconscio, e che nel romanzo di Lars Maehle è ben simboleggiata dalla porta scura che agita i sogni di Ina Grieg. Dietro la porta scura di ciascun individuo potrebbe celarsi o meno l'ennesimo essere mostruoso, consapevolezza amara che spinge la protagonista a ripetersi continuamente che "I mostri non esistono", diffondendo una grande verità: siamo tutti dei mostri, o non lo è nessuno.