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Recensione - La principessa di ghiaccio di Camilla Läckberg

Creato il 11 marzo 2010 da Luca Filippi

Recensione - La principessa di ghiaccio di Camilla Läckberg

AFjällbacka, piccolo villaggio della costa scandinava, la verità è sepolta dietro lastre di ghiaccio. Come il ghiaccio che ricopre l'incantevole baia, o quello, più insolito, nel quale viene trovata, quasi mummificata nella sua vasca da bagno, la bella trentacinquenne Alexandra. A rinvenire il cadavere è Erika Falck, scrittrice di biografie, ritornata nel paese natio dopo l'improvvisa scomparsa dei suoi genitori. Inizia così un involontario percorso di indagine che porterà la protagonista ad affiancare Patrick Hedström, giovane poliziotto reduce da una scottante delusione amorosa.Questo, in sostanza, l'incipit de "La principessa di ghiaccio" (Marsilio 2010, euro 18,50, trad. L. Cangemi), romanzo d'esordio della svedese Camilla Läckberg Dalla stampa la Läckberg è stata definita, e forse non a torto, la Agatha Christie del Nord. E di Dame Agatha, l'autrice svedese possiede la capacità di svelare la psicologia dei personaggi, di costruire complesse situazioni in cui il precario, ma apparentemente perfetto, equilibrio borghese nasconde torbidi segreti. Il romanzo è un tipico giallo della "camera chiusa", anche se in realtà la camera in questione è rappresentata dal paese di Fjällbacka, dove tutti conoscono tutti e dove ogni piccola sbavatura nella vita sociale deve essere cancellata in nome di un assoluto perbenismo. Troviamo così il borghese arricchito, il marito stanco che tradisce la moglie, il pittore maledetto ed emarginato, la donna di fatica trattata con compassione, la moglie che subisce i maltrattamenti in silenzio. L'indagine per la morte di Alexandra squarcia il velo dell'ipocrisia, mettendo a nudo i drammi di una piccola comunità, in cui ognuno di noi può riconoscersi. "La principessa di ghiaccio" è un buon giallo, costruito con equilibrio e logica. L'unica pecca è rappresentata dalla presenza di alcune sottotrame, come il racconto della love story di Erica o della difficile situazione personale della sorella. Queste divagazioni, potremmo dire delle vere e proprie pause nel fluire della storia, hanno l'effetto di allentare il clima tensivo. Forse un taglio di alcune pagine avrebbe condensato le tappe dell'indagine e reso il ritmo più serrato.

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