Recensione "La Quinta Passione" di Oliver Buslau

Creato il 03 aprile 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario
Cari lettori,
avete mai ascoltato un pezzo di Bach? Se non vi è mai accaduto, fatelo: è un'esperienza bellissima. Se invece avete un minimo di confidenza con la musica del grande compositore tedesco, allora riuscirete a seguirmi più agevolmente in questa recensione. Il libro di Buslau, infatti, è profondamente legato alla musica classica, e a quella di Bach in particolare, e alla misteriosa 5° Passione, una partitura per coro e organo che alcuni autori ritengono sia andata perduta mentre altri pensano che sia stata in parte riutilizzata nei cori delle altre opere.
Questo è lo spunto per il giallo scritto da quest'autore tedesco e appassionato musicologo.
Trama: Gwendolyn Fischer ha appena festeggiato un altro clamoroso successo al gala del Teatro dell'Opera di Colonia, quando è raggiunta dalla notizia della morte del padre, Adrian Fischer. Nonostante Gwen non abbia più contatti con il genitore da molto tempo, il suo senso del dovere la spinge a mettersi in viaggio verso Lipsia per assistere alle esequie. La quiete del suo soggiorno nella città è turbata da nuovi, drammatici sviluppi: la polizia scopre che il padre di Gwen è stato assassinato. Le autorità dispongono la riesumazione della salma, nel corso della quale viene rinvenuta una cartella che evidentemente avrebbe dovuto rimanere per sempre sepolta con Fischer. Al suo interno si trova una busta contenente il manoscritto di uno spartito chiaramente attribuibile a Johann Sebastian Bach. Da quel momento, gli eventi precipitano. La scrittura di Gwen alla Scala di Milano, concordata da tempo, viene inaspettatamente cancellata e uno strano personaggio avvicina Gwen per intimarle di consegnare lo spartito dietro la minaccia di stroncarle la carriera. La cantante raggiunge il luogo concordato per la consegna ma, arrivata sul posto, subisce un'aggressione e la partitura le viene sottratta. Gewn, disperata, cerca allora di svelare il terribile segreto del manoscritto assiema a Matthias Lenau, un allievo del padre. Ma può fidarsi di Lenau, che conosce a malapena?
RECENSIONEIl romanzo si apre con la tragica fine di uno studioso di Bach, Adrian Fischer, un uomo solitario che ha perso ormai i contatti con la bella figlia, Gwendolyn, famosa cantante d'opera. L'uomo viene trovato morto e la giovane soprano è costretta a tornare a Lipsia per espletare le incombenze legate al funerale e all'eredità. Lì scopre che il padre è stato trovato morto ai piedi di un viadotto e che vi sono dei dubbi sulla veridicità del suo suicidio. La Polizia indaga e giunge alla richiesta di riesumazione, per trovare la reale causa della morte. Ma nella tomba, assieme al corpo viene trovato un antico manoscritto. Uno spartito, accompagnato dall'inquietante scritta: da non aprire prima della fine dei giorni.
Gwen viene avvicinata da misteriose figure che, con scopi e atteggiamenti differenti, vogliono tutte una sola cosa: il manoscritto. Perché lo spartito nella tomba di Fischer non è una musica qualsiasi: è la 5° Passione per coro e organo di Johannes Sebastian Bach. Il suo capolavoro perduto. Gwen non ha interesse a trattenere il documento: poco la legava al padre e ancor meno, non ha interesse per la musica di Bach. La sua priorità è la carriera internazionale, il successo sulle scene. Ma, nel momento in cui la prestigiosa scrittura alla Scala di Milano viene cancellata, la giovane comprende che qualcosa, qualcuno di molto potente la sta minacciando. Il suo unico amico e alleato sembra essere un uomo misterioso e ambiguo, Lenau, che la trascina in giro per la Germania. Ma nemmeno lui è disinteressato, anzi: è un uomo che nasconde un segreto pesantissimo...
Non c'è che dire, la trama  è intrigante e il ritmo narrativo è costante. Forse troppo. Perché in un fantathriller che mescola musica, numeri, un po' di complotto della Chiesa Cattolica e l'omicidio dello studioso di turno ci sarebbe voluto un pathos maggiore e un ritmo più spezzato, più rapido. I personaggi non hanno un forte impatto, non si ha un vero coinvolgimento nella vicenda: il lettore rimane sempre a livello superficiale, senza avvertire sino in fondo la paura, il timore per le scoperte drammatiche che Gwen e Landau fanno e che invece, dovrebbero inchiodarlo al libro pagina dopo pagina. 
Nella mia personale opinione, l'Autore ha puntato troppo sulla conoscenza della musica di Bach e poco sulla tensione narrativa: vi sono lunghe pagine di descrizioni sui rapporti musicali che rappresentano il fulcro della perfezione della musica bachiana. Bach, è bene saperlo, scriveva una musica rigorosa e perfetta, in cui la passione e la religiosità venivano plasmate e piegate sino a divenire costanti rapporti tra note. Un esempio? I suoi canoni e le fughe, in cui il tema principale viene preso e ripetuto più volte secondo schemi basati su intervalli numerici. E' un concetto complicato da spiegare e che, a mio avviso, non si presta bene ad essere inserito in un romanzo, specie se viene ripetuto più volte: appesantisce la narrazione e ingolfa la mente del lettore che invece, vuol sapere come andrà a finire la storia.
Inoltre il volume ha alcuni punti di contatto con il fin troppo famoso Codice da Vinci. C'è lo studioso che muore in circostanze misteriose per custodire un segreto, c'è la figlia con cui non parla da anni, c'è il personaggi storico che è parte di una famiglia  di musicisti che affonda le sue origini nel Medioevo, c'è l'alto prelato che è preda di convinzioni millenaristiche e purificatrice e il suo accolito dal passato ingombrante che esegue il lavoro sporco (omicidi, furti e altre bazzecole, sempre sgranando il Rosario), c'è il mistero da risolvere attorno a un manoscritto/quadro. 
Anche il finale con il suo reddere rationem è un po' forzato. L'unica figura davvero positiva e affascinante è Landau, il misterioso alleato di Gwen, che rappresenta insieme l'elemento realmente sopranaturale e insieme la tensione che spinge l'uomo a mettersi alla ricerca di strumenti (fallaci) che gli facciano conoscere il futuro.
La quinta passione è un libro da cui non aspettarsi troppo, riservato agli appassionati di Bach, a color che cercano tesi millenaristiche e a chi vuole una lettura poco impegnativa.
L'AUTORE:
Oliver Buslau è nato nel 1962 a Gieben. Cresciuto a Coblenza, ha studiato musicologia e germanistica a Colina e a Vienna. Attualmente vive con la moglie a Bergisch-Gladbach, dove lavora come scrittore, redattore e giornalista. I suoi gialli ambientati nel Bergische land hanno riscosso un notevole successo in Germania. Inoltre Oliver Buslau è caporedattore della rivista letteraria TexArt. Sito web: http://www.oliver-buslau.de/

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :