Data di pubblicazione: 28 Novembre 2013 (54esima edizione)
Pagine: 240
Prezzo: 9,90
Sinossi: Delft, Olanda, XVII secolo. La vita scorre tranquilla nella prospera città olandese: ricchi e poveri, cattolici e protestanti, signori e servi, ognuno è al suo posto in un perfetto ordine sociale. Così, quando viene assunta come domestica in casa del celebre pittore Johannes Vermeer, Griet, una bella ragazza di sedici anni, riceve con precisione il suo compito: dovrà accudire con premura i sei figli dell'artista, non urtare la suscettibilità della scaltra suocera e, soprattutto, non irritare la sensuale, irrequieta, moglie del pittore e la sua gelosa domestica privata. Inesorabilmente, però, le cose andranno in modo diverso... Griet e Johannes Vermeer, divideranno complicità e sentimenti, tensione e inganni.
La mia opinione: I libri di Tracy Chevalier sono sempre originali e dall'ambientazione evocativa. Prima di questo avevo letto il meno famoso "Strane creature" e mi era piaciuto moltissimo. "La ragazza con l'orecchino di perla" è invece il più famoso in assoluto di questa autrice e proprio per questo motivo pensavo fosse il migliore, invece non sempre "più famoso" equivale a "più bello". In questo caso il mio personalissimo giudizio su questo libro è positivo, ma devo comunque ammettere che mi aspettavo qualcosa in più.
La storia incuriosisce fin da subito e lo stile di scrittura gradevolissimo e scorrevole permette di entrare molto bene nel periodo storico narrato, ma ci sono anche degli aspetti che non mi hanno entusiasmata, come ad esempio il ritmo narrativo che è davvero davvero lento, ma, cosa ancora più importante, il feeling che si instaura tra lettore e personaggi, che a mio avviso risulta carente. Nello specifico speravo di instaurare un feeling migliore con la protagonista Griet, cosa che per me non è assolutamente avvenuta, nonostante la narrazione si sviluppi in prima persona. E' abbastanza inconsueto che una storia raccontata in prima persona dalla protagonista non dia la possibilità di affezionarsi al suo personaggio, ma in questo caso è stato proprio così. Griet è una voce narrante precisa che permette di avere un'immagine ben nitida di tutto ciò che accade, ma al tempo stesso non ti lascia immedesimare IN LEI. L'ho trovata un personaggio molto freddo che fa seguire le sue vicende personali non dal suo vero punto di vista ma da un punto di vista più esterno, senza permetterti di capirla e di entrare nei suoi pensieri. Non ho apprezzato questa peculiarità perché mi ha lasciata spesso indifferente riguardo a ciò che le capitava e nei momenti dove la storia ristagna un po' è stato più difficile del normale trovare la curiosità di proseguire la lettura. Con questo non voglio assolutamente dire che come esperienza di lettura sia stata brutta, anzi, penso che questo libro abbia una storia molto interessante e meritevole di essere letta, e superati alcuni paragrafi noiosi è stata una lettura molto piacevole, solo che avrei preferito un altro tipo di protagonista. Quindi per me non è il migliore dell'autrice, ma sono comunque intenzionata a leggere tutti i suoi libri dato che amo l'originalità delle sue storie.
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