Recensione: La ragazza con la bicicletta rossa di Monica Hesse

Creato il 10 marzo 2016 da Roryone @colorelibri

Prezzo: € 17,50
E-book: € 9,99
Pagine: 298
Editore: Piemme
Genere: Romanzo
1943 - In una Amsterdam occupata dai nazisti la giovane Hanneke effettua consegne per il mercato nero, lo fa per poter aiutare la sua famiglia e non le importa di altro, perché in fondo in questa guerra bisogna essere un po' egoisti. Ma un giorno le viene chiesto di ritrovare una ragazza ebrea scomparsa e si ritrova a collaborare con la resistenza...

Conosco molto bene Amsterdam e leggendo La ragazza con la bicicletta rossa ho ripercorso ogni strada, ogni vicolo e ho rivisto molti dei luoghi in cui si svolge questa magnifica storia.
Probabilmente molti penseranno che questo è l'ennesimo libro sulla seconda guerra mondiale, ma in realtà non mostra le atrocità dei campi di concentramento o della vita al fronte: la Hesse mostra ai lettori un'altra delle tante facce della guerra, ci fa diventare spettatori della vita di chi restò in città e dovette arrangiarsi come poteva, ci parla della resistenza studentesca di Amsterdam e di come molti cercarono di impedire parecchie morti.
La trama ruota intorno ad Hanneke, una ragazzina di 17 che per sopravvivere fa consegne di prodotti recuperati al mercato nero, in una Amsterdam dove non è rimasto quasi nulla lei riesce a procurarsi quasi tutto e lo fa senza pensare ad altro che questo lavoro aiuterà i suoi genitori. Ma un giorno le verrà chiesto di ritrovare una ragazzina ebrea scomparsa e da quel momento Hanneke si ritroverà a guardare in faccia la realtà e a vedere da vicino l'orrore che ha invaso la sua città.
La Hesse ha effettuato molte ricerche per dare vita a questo libro, ha studiato molti documenti dell'epoca e ha preso spunto per dar vita ai suoi personaggi, rendendoli reali e attribuendogli le caratteristiche di chi in quegli anni lottò contro i nazisti.
Tra i ricordi degli anni precedenti e gli avvenimenti del presente il lettore si ritrova a girare con i protagonisti per le strade occupate e sentendo la paura dei personaggi crescere pagina dopo pagina. 
Tutti bene o male conosciamo la storia di quel periodo e a tutti leggendo di una ragazzina ebrea scappata dal suo rifugio sicuro verrà in mente la fine più scontata, ma in realtà insieme alla ricerche effettuate da Henneke, Ollie, Judith, Mina, Leo e Willelm il lettore finirà per scoprire una storia di amicizia, tradimenti, bugie e tanto, troppo dolore...
Naturalmente vera protagonista di questa storia è la guerra, che nel 1943 si era fatta ancora più aspra, che strappava alla vita ragazzini di 17 anni partiti al fronte per divendere la propria patria o che spezzava vite innocenti di bambini, uomini e donne che avevano la sola colpa di esser nati ebrei. 
Lo stile narrativo della Hesse è molto realistico, le descrizioni dei luoghi sono accurate e si ha spesso l'impressione di osservare le scene di un film e ciò che vivono e provano i protagonisti è forte e vivo al punto che lo stesso lettore si ritroverà a soffrire, piangere e odiare insieme a loro.
Una cosa che mi ha colpito molto è che viene spesso posta l'attenzione su un cappotto azzurro cielo che indossava Mirjam, la ragazzina scomparsa: questo cappotto diventerà il punto di riferimento per Hanneke, lo cercherà in mezzo alla folla di ebrei pronti per esser deportati e mi ha ricordato moltissimo la bambina con il cappotto rosso presente nel film Schindler's List... In un certo senso anche qui come nel film di Spielberg quel cappotto colorato in qualche modo risveglia la coscienza della protagonista, che fino ad allora aveva vissuto in maniera egoistica, senza curarsi di ciò che le accadeva intorno, perchè quella maledetta guerra e i nazisti le avevano portato via già troppo.
Ho amato ogni singolo protagonista di questo libro, ognuno impegnato a suo modo a combattere contro l'invasore: Ollie, che è un onderduiker  (letteralmente sommerso, ma anche fuggitivo) alla luce del sole e lotta nella resistenza per amore; Mina, che rischia tutto pur di mostrare al mondo quello che i tedeschi fanno e che cercano di tenere nascosto, che è disposta a morire pur di salvare le vite dei bambini ebrei... Hanneke forse è quella che ho amato meno, a volte troppo sciocca o egoista, altre volte cieca, ma dall'inizio della storia matura, ritrova se stessa, anche se consapevole che non potrà mai più essere ciò che era fino a due anni prima...
La ragazza con la bicicletta rossa ci mostra come la gente viveva il presente dimenticando il passato e sapendo che non vi era futuro ed è questo che più colpisce il lettore pagina dopo pagina, la consapevolezza che per ognuno di quei personaggi nati dalla penna della Hesse c'è stato un "alter ego" reale per il quale la vita era senza futuro.
Questo è il libro d'esordio della Hesse, anche se essendo una giornalista affermata scrivere è il suo mestiere e lo si nota in ogni frase, in ogni descrizione e nel modo in cui delicatamente prende per mano il lettore e lo accompagna in giro per Amsterdam, mostrandogli uno dei volti meno conosciuti della guerra, presentandogli la Resistenza Studentesca e facendogli venire i brividi lungo la schiena quando ad un certo punto per Hanneke e i suoi amici le cose inizieranno a diventare difficili e complicate.
Questo libro mi ha colpito profondamente, mi ha fatto riflettere e naturalmente mi ha fatto piangere, soprattutto per alcune descrizioni relative al momento della deportazione di alcuni ebrei... Lo consiglio caldamente come lettura, perché nonostante parli di un periodo storico particolarmente sanguinario l'autrice è stata capace di parlarne senza descrivere mai scene troppo forti, anzi spesso ha lasciato spazio al lettore, che durante la lettura non riesce a riportare alla mente immagine viste in televisione o sui libri di scuola...
Lasciatevi quindi condurre in giro per Amsterdam da la ragazza con la bicicletta rossa e con lei scoprite qualcosa di più sui onderduikers.