Ebbene sì, in questa ultima domenica di Luglio, voglio condividere con voi ( e non solo con voi, spero! ) la mia ultima recensione scaturita da qualche giorno di riflessione, dopo aver voltato l'ultima pagina di questo romanzo acclamato praticamente in ogni angolo del globo e della blogosfera ( con le sue dovute, quanto inevitabili eccezioni! ).
Solitamente preferisco scrivere le prime righe della recensione praticamente di getto, nel momento stesso in cui scendo da quel treno, oramai al capolinea, ma in questo caso, ho voluto prendere le redini della situazioni, lasciare da parte la mia consueta istintività e concentrarmi su ogni singolo aspetto legato alla lettura di questo romanzo; aspetti che troverete proseguendo oltre queste mie prime, vaneggianti parole. Lasciatemi la vostra idea in merito, come sempre, nei commenti.
CI CONTO!
Vive sola, non ha amici e ogni mattina prende lo stesso treno che la porta alla periferia di Londra al suo grigio lavoro in città. Quel viaggio sempre uguale è il momento preferito della sua giornata. Seduta accanto al finestrino, può osservare, non vista, le case e le strade che scorrono fuori e, quando il treno si ferma puntualmente a uno stop, può spiare una coppia, un uomo e una donna senza nome che ogni mattina fanno colazione nella veranda.
Un appuntamento cui Rachel, nella sua solitudine, si è affezionata. Li osserva, immagina le loro vite, ha perfino dato loro un nome: per lei, sono Jess e Jason, la coppia perfetta dalla vita perfetta. Non come la sua.
Ma una mattina Rachel, su quella veranda, vede qualcosa che non dovrebbe vedere. E da quel momento per lei cambia tutto.
La rassicurante invenzione di Jess e Jason si sgretola e la sua stessa vita diventerà inestricabilmente legata a quella della coppia. Ma cosa ha visto davvero Rachel?
Insomma, tutto quello che a lei è mancato!
La sua vita verrà travolta di lì a poco quando, testimone invisibile, sarà spettatrice incosciente di qualcosa che non avrebbe mai dovuto vedere e da quel momento, quella che fino ad allora non era altro che un quotidiano gioco di fantasia si trasformerà nella peggiore e straziante realtà.
Il romanzo ruota attorno a tre diverse figure femminili che, almeno all'apparenza, non sembrano proprio avere nulla in comune. Eppure tutta la narrazione ruoterà attorno al loro legame fatto di segreti e bugie, tradimenti e rivendicazioni, paure e timori.
Rachel viene presentata come una donna sostanzialmente debole e fragile sotto ogni punto di vista; incapace di andare avanti con la propria vita e schiava di una relazione che solo lei crede ancora di poter salvare. Anna potrei descriverla come l' alterego di Rachel; colei che è stata causa e rovina del suo matrimonio. Una donna fragile, ma vendicativa. Possessiva con ciò che le appartiene. Avida e superficiale. E Megan, la donna spiata da Rachel, apparentemente appagata da un matrimonio perfetto con l'uomo perfetto, ma che nasconde, dentro di sè, un forte malessere fatto di segreti taciuti e ferite mai rimarginate.
Senza addentrarmi ulteriormente nella trama di La Ragazza Del Treno ( il rischio di avvicinarmi pericolosamente al limite spoiler è veramente alto in questo caso! ), vorrei soffermarmi maggiormente su quello che mi ha piacevolmente colpito e, soprattutto, su quello che, a parer mio, non ha colto nel segno!La narrazione scorre con una buona dose di crescente tensione, legata a doppio filo con l'onnipresente e disturbata ossessione che abbraccia, in modo quasi totale, il personaggio di Rachel in una vera e propria costante. Indubbiamente è un romanzo che induce il lettore a proseguire nella lettura, soprattutto nella sua seconda metà, ma che, allo stesso tempo, è stata confezionata in una misura troppo repentina e veloce tale da togliere quel gusto del mistero e dell'irrisolto che distingue i grandi thriller dai romanzi da compagnia. Quello che maggiormente mi ha fatto storcere il naso, in realtà, è stata la mancanza di particolari e di piccole, ma significanti sfaccettature che alimentassero e, conseguentemente, differenziassero le tre figure femminili che, indubbiamente, rappresentano il centro focale del romanzo. Certamente si tratta di personaggi di per sè simili sotto vari punti di vista: l'oscuro passato ed i segreti mai svelati, l'ossessione per il controllo e la possessività che viene irrimediabilmente dimostrata e palesata in diverse occasioni; ma, proprio per questo motivo di base, era se non necessario, perlomeno essenziale colorare i singoli caratteri con sfumature diverse e percettibili a chi si trova dall'altra parte della pagina. E proprio a testimoniare questa fondamentale mancanza, ammetto che, per un discreto numero di pagine, ero fermamente convinta che Megan e Rachel fossero la stessa persona; il che è naturalmente controproducente e fuorviante per qualsiasi lettore!
Avete letto questo romanzo? Cosa ne pensate? Siete rimasti affascinati dalla Ragazza del Treno o vi aspettavate qualcosa di diverso?
Lasciatemi le vostre impressioni nei commenti :)
Cristina