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Recensione "La spada e la promessa" di J. Carey ... la fine strepitosa di una saga intramontabile

Da Selly82 @SellyMoon
Devo dire che per me non è stato affatto facile iniziare la lettura di questo libro, ben consapevole delle emozioni e delle lacrime che sicuramente avrei versato, e che, di fatto, non si sono fatte attendere a lungo mentre ero immersa nel magico mondo di Terre d'Ange.
Con questo ultimo capitolo della saga di Imriel, si conclude un ciclo cominciato con "Il dardo e la rosa" e le avventure dell'indomabile Phedre.
Sono sempre più convinta che Jacqueline Carey sia una scrittrice di straordinaria e non comune abilità. Il suo mondo ed i personaggi che lo popolano sono così intensi, mai banali e scontati, da togliere il fiato; e le avventure, tra amore e disperazione, sin nei più piccoli particolari, così intense ed appassionanti da lasciarti sempre con un sacco di emozioni.
Ma veniamo alla storia ... alla fine del "Il bacio e il sortilegio" avevamo lasciato il nostro protagonista, Imriel de la Curcel, preda di un incantesimo che lo aveva privato dei propri ricordi e della propria personalità, al fine di liberare la sua promessa sposa, Sidonie, da un altro potente incantesimo, che aveva assoggettato la ragazza, e la capitale del regno di Terre d'Ange, al volere degli invasori cartaginesi.
Come nelle classiche fiabe, solo con un bacio il nostro Imriel potrà riottenere la sua personalità ed i suoi ricordi, e far così rinsavire la sperduta Sidonie. Ma i pericoli non si limitando certo a questo: oltre ad eliminare lo stregone fautore dell'inganevvole magia e trovare la pietra che spezza l'incantesimo, Imriel e Sidonie dovranno anche tornare in patria ed affrontare un regno diviso in due dall'imminente guerra civile.
La reggente ed i funzionari del governo di Terre d'Ange sono sotto l'incantesimo cartaginese, così come tutta la capitale, che si appresta a dichiarare guerra al resto del regno ed ai traditori della corna.
I nostri due protagonisti faranno ritorno a casa, ma ogni persona a loro cara, dagli amici ai genitori, compresi Phedre e Josceline, non saranno più gli stessi. E' l'incantesimo a modificare la loro personalità ed i loro pensieri, ed Imriel vedrà di giorno in giorno allontanarsi la possibilità di spezzare il maleficio.
Tutto sembra compromesso e perduto, ed è solo quando ormai anche l'ultima speranza sembra spegnersi, che il nostro protagonista riesce a salvare il regno e tutte le persone a lui più care.
Il libro si conclude con il tanto atteso matrimonio tra Imriel e Sidonie, e molti personaggi, che il lettore ha amato sin dal primo libro di Phedre, ricompaiono nelle battute finali di questa saga da sogno.
Io ho versato un fiume di lacrime, e non sono di certo una persona che si commuove facilmente: ho avvertito  il "peso" dell'ultimo volume. Perchè, sebbene il libro faccia bella mostra di sè nella libreria ed io possa rileggerlo ogni volta che desidero, non sarà mai come la prima lettura che ne ho fatto. E' stato il finale di una storia che si è protratta per alcuni anni, che mi ha donato veramente moltissime emozioni.
Sembrerà forse fuori luogo tutto ciò, ma davvero la Carey mi ha donato dei ricordi bellissimi e delle emozioni intense.
Ovviamente consiglio a tutti di leggere questo libro; anche se gli amanti della saga sicuramente lo avrenno già inserito nei loro desideri. A chi non ha ancora avuto la possibilità di leggere il ciclo di Terre d'Ange consiglio vivamente di recuperarlo tutto quanto! Sebbene il primo volume, "Il dardo e la rosa", sia un pò farinoso e dettagliato all'inizio, una volta presa confidenza con i personaggi e l'ambiente completamente nuovo del libro, questa saga vi porterà in un altra dimensione ... e non vorrete mai uscirne.
Il mio voto:

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