La recensione di Miriam Raylene Pendle è una ladra di professione. La gente la paga per rubare le cose più assurde e, che ci crediate o no, ha accumulato una discreta fortuna in quasi un secolo di attività. Se state immaginando una vecchina dalla mano lesta, siete fuori strada. Cento anni per Raylen non sono tanti perché lei è una vampira e può disporre dell’eternità. Qualcuno le ha affibbiato il soprannome di Stregatto, è mascolina, ha un carattere cinico, a tratti irriverente, benché non esiti ad affrontare il pericolo è un tantino paranoica ed è una solitaria quasi per vocazione. Di sicuro non vuole avere niente a che fare con i suoi simili, ragion per cui lavora solo per gli umani. Quando viene contattata da Ian Stott, un vampiro, il suo primo istinto è quello di rifiutare l’incarico ma le rivelazioni del nuovo potenziale cliente la inducono a tornare sui suoi passi. Ian le racconta di essere stato usato come cavia nell’ambito di un progetto segreto (il Bloodshot) finanziato dal governo e finalizzato a carpire i poteri dei vampiri per riutilizzarli in ambito militare. Gli esperimenti a cui è stato sottoposto lo hanno reso cieco. Adesso vuole che Raylene rubi per lui le sue cartelle cliniche perché pensa che solo quei documenti possano fornire al suo medico di fiducia la chiave per restituirgli la vista. Suo malgrado, la donna comprende di essere coinvolta direttamente nel caso. L’esistenza di un progetto come il Bloodshot rappresenta una minaccia tanto per i suoi simili quanto per lei che potrebbe divenirne una futura vittima. Scoprire chi lo finanzia e sgominarlo diviene dunque un obiettivo di vitale importanza. È in questa prospettiva che Raylene si decide ad accettare l’incarico. Avrà inizio così una mission impossibile che metterà a dura prova le sue abilità di ladra professionista e la porrà in serio pericolo. A fornirci il resoconto di questa rocambolesca impresa è la stessa protagonista. L’intera storia è narrata infatti in prima persona attraverso un tono colloquiale che spesso chiama in causa direttamente il lettore. Pagina dopo pagina, il ritratto di questa vampira sui generis, che di tanto in tanto sembra strizzare l’occhio ad Anita Blake, si arricchisce di particolari. Nonostante non esiti a ostentare un certo cinismo e a mostrarci gli aspetti più spigolosi del suo carattere, Raylene si insinua nel nostro immaginario finendo per conquistarci. Se l’autoironia di cui si rivela capace riesce a stemperarne la fredda determinazione, alcuni suoi comportamenti producono degli strappi nella sua corazza lasciandoci intravedere un cuore tenero che di certo non può battere, eppure alberga nel profondo. A muoverla, dopotutto, non è solo il tornaconto personale ma un senso di giustizia che la spinge a difendere i più deboli. Questi tratti distintivi della sua personalità emergeranno soprattutto attraverso l’interazione con i personaggi che la affiancano nell’avventura. Da un lato ci saranno Pepper e Domino, due ragazzini senzatetto che si sono accampati in un magazzino di sua proprietà e dei quali, sebbene non voglia ammetterlo, Raylene si prende cura. Dall’altro, Adrian alias Sister Rose, una drag queen che ha perso sua sorella proprio a causa del progetto su cui la vampira indaga. La trama decisamente adrenalinica si snoda tra intrighi, inseguimenti e scontri che non lasciano tregua. Ladra di sangue, tuttavia, si impone all’attenzione del lettore soprattutto perché arreca una ventata di originalità nel panorama fantastico proponendo un’interessante commistione. Urban fantasy e spy story si intrecciano dando vita a una storia in grado di soddisfare gli appassionati di entrambi i generi. Il finale davvero ricco di sorprese non ci riserva delusioni. Benché si tratti del primo capitolo di una serie, il caso giunge alla sua conclusione appagando la nostra sete di risposte. A rimanere in sospeso sono solo le curiosità legate al futuro di alcuni personaggi, ai quali inevitabilmente ci si affeziona e che tacitamente promettono di tornare in azione. Ottimo esordio per una saga brillante, originale, divertente dotata dei requisiti giusti per creare dipendenza.
La recensione di Miriam Raylene Pendle è una ladra di professione. La gente la paga per rubare le cose più assurde e, che ci crediate o no, ha accumulato una discreta fortuna in quasi un secolo di attività. Se state immaginando una vecchina dalla mano lesta, siete fuori strada. Cento anni per Raylen non sono tanti perché lei è una vampira e può disporre dell’eternità. Qualcuno le ha affibbiato il soprannome di Stregatto, è mascolina, ha un carattere cinico, a tratti irriverente, benché non esiti ad affrontare il pericolo è un tantino paranoica ed è una solitaria quasi per vocazione. Di sicuro non vuole avere niente a che fare con i suoi simili, ragion per cui lavora solo per gli umani. Quando viene contattata da Ian Stott, un vampiro, il suo primo istinto è quello di rifiutare l’incarico ma le rivelazioni del nuovo potenziale cliente la inducono a tornare sui suoi passi. Ian le racconta di essere stato usato come cavia nell’ambito di un progetto segreto (il Bloodshot) finanziato dal governo e finalizzato a carpire i poteri dei vampiri per riutilizzarli in ambito militare. Gli esperimenti a cui è stato sottoposto lo hanno reso cieco. Adesso vuole che Raylene rubi per lui le sue cartelle cliniche perché pensa che solo quei documenti possano fornire al suo medico di fiducia la chiave per restituirgli la vista. Suo malgrado, la donna comprende di essere coinvolta direttamente nel caso. L’esistenza di un progetto come il Bloodshot rappresenta una minaccia tanto per i suoi simili quanto per lei che potrebbe divenirne una futura vittima. Scoprire chi lo finanzia e sgominarlo diviene dunque un obiettivo di vitale importanza. È in questa prospettiva che Raylene si decide ad accettare l’incarico. Avrà inizio così una mission impossibile che metterà a dura prova le sue abilità di ladra professionista e la porrà in serio pericolo. A fornirci il resoconto di questa rocambolesca impresa è la stessa protagonista. L’intera storia è narrata infatti in prima persona attraverso un tono colloquiale che spesso chiama in causa direttamente il lettore. Pagina dopo pagina, il ritratto di questa vampira sui generis, che di tanto in tanto sembra strizzare l’occhio ad Anita Blake, si arricchisce di particolari. Nonostante non esiti a ostentare un certo cinismo e a mostrarci gli aspetti più spigolosi del suo carattere, Raylene si insinua nel nostro immaginario finendo per conquistarci. Se l’autoironia di cui si rivela capace riesce a stemperarne la fredda determinazione, alcuni suoi comportamenti producono degli strappi nella sua corazza lasciandoci intravedere un cuore tenero che di certo non può battere, eppure alberga nel profondo. A muoverla, dopotutto, non è solo il tornaconto personale ma un senso di giustizia che la spinge a difendere i più deboli. Questi tratti distintivi della sua personalità emergeranno soprattutto attraverso l’interazione con i personaggi che la affiancano nell’avventura. Da un lato ci saranno Pepper e Domino, due ragazzini senzatetto che si sono accampati in un magazzino di sua proprietà e dei quali, sebbene non voglia ammetterlo, Raylene si prende cura. Dall’altro, Adrian alias Sister Rose, una drag queen che ha perso sua sorella proprio a causa del progetto su cui la vampira indaga. La trama decisamente adrenalinica si snoda tra intrighi, inseguimenti e scontri che non lasciano tregua. Ladra di sangue, tuttavia, si impone all’attenzione del lettore soprattutto perché arreca una ventata di originalità nel panorama fantastico proponendo un’interessante commistione. Urban fantasy e spy story si intrecciano dando vita a una storia in grado di soddisfare gli appassionati di entrambi i generi. Il finale davvero ricco di sorprese non ci riserva delusioni. Benché si tratti del primo capitolo di una serie, il caso giunge alla sua conclusione appagando la nostra sete di risposte. A rimanere in sospeso sono solo le curiosità legate al futuro di alcuni personaggi, ai quali inevitabilmente ci si affeziona e che tacitamente promettono di tornare in azione. Ottimo esordio per una saga brillante, originale, divertente dotata dei requisiti giusti per creare dipendenza.
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