[Recensione] Law nr° 2

Creato il 28 luglio 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

Titolo: Law – Il lato oscuro della legge

Numero: 2

Editore: Edizioni Star Comics

Sceneggiatura: Davide G.G. Caci & Giorgio Salati

Disegni: Stefano Carloni

Voto:

Trama: Nuovo caso per lo studio Cussler & Brandise, che in questo episodio si trova a difendere Shahram Sajadi, un brillante chimico giunto negli Stati Uniti dall’Afghanistan, e che in poco tempo ha fatto carriera all’interno della Maynard, una grande multinazionale specializzata in materiali da costruzione.
Sajadi è stato accusato dalla Maynard di aver rubato delle importanti formule chimiche elaborate da lui stesso per la società, ma il pericolo maggiore viene dalla Procura. Tra le formule incriminate si trovano anche quelle per degli esplosivi di nuova generazione, il che mette Sajadi sotto una luce diversa: potrebbe essere presto accusato di terrorismo.
Riusciranno Gwen Brandise e Donnie Martini ad accantonare le proprie posizioni conservatrici per fidarsi del loro cliente e difenderlo adeguatamente? Riusciranno le ricerche di Rachel Roth e Nat Naik, e le arringhe di Chris Sanders a far sì che sia la Giuria a fidarsi di Sajadi? E riuscirà, Sajadi, a fidarsi ancora di un Paese in cui viene sospettato di terrorismo solo per la propria provenienza geografica?

Recensione: Law è una delle miniserie più interessanti partorite da un editore italiano dopo John Doe. Il difetto è che è una miniserie.

Cosa succede nella storia lo avete letto dalla trama, ma non è quello che mi ha colpito di più. Law non è il solito legal thriller dove il bravo gruppo di avvocati indaga per scagionare il povero bistrattato cliente.

No.

Law è molto di più, è un gruppo di avvocati stronzi, razzisti e simpatici come un calcio su per il culo ed è la cosa migliore che lo diversifica, contando il fatto che una di loro sembra Meryl Streep e uscita direttamente da “Il diavolo veste Prada”.

Nel loro lavoro sono dei bastardi, uno di loro un cocainomane, sono scorretti e della legge se ne sbattono. Sono diversi.

Nell’immagine qui a fianco potete inoltre notare i disegni, un bianco e nero pulito e lineare, assolutamente non sporco e molto espressivo. I disegni di Carloni tendono a loro volta essere francesi come quelli di Mutti in Caino, ma qui non sono affatto un male.

Perché solo tre stelline e mezzo allora? Come ho già detto è una miniserie. Solo tre numeri da quello che ho capito e se una cosa mi prende mi dispiace mollarla dopo solo 3 numeri. Spero vivamente di sbagliarmi.

Secondo, mi manca il primo numero, per cui non posso dare un giudizio oggettivo su tutta la storia in sé, per quanto ogni numero sia apparentemente autoconclusivo.


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