Recensione: Le anatre di Holden sanno dove andare di Emilia Garuti

Creato il 25 luglio 2015 da Roryone @colorelibri

Prezzo: € 12,00 -15 %

E-book: € 4,99
Pagine: 144
Editore: Giunti Editore
Genere: Narrativa


“Volevo fare come Brizzi e Salinger – con le dovute proporzioni tra tutti ovviamente – e scrivere un libro che desse voce a un personaggio giovane, come me, senza scadere negli stereotipi della giovinezza.
– Emilia Garuti –”

''Le anatre di Holden sanno dove andare'' è un piccolo classico sulla paura di crescere.
Una allergia diffusa verso l'ipocrisia degli adulti, a partire da quegli immaturi dei suoi genitori, l'orrore puro per gli happy end e le soluzioni preconfezionate e, soprattutto, una voglia matta di dare del filo da torcere a ''Denti L'Oréal'', la psicologa col muso da lucertola che mamma e papà pagano profumatamente per mettere un freno ai suoi colpi di testa. Questa è Will, Willelmina, l'eroina irriverente e sognatrice di questo libro. Nell'arco di un settembre nero che chiude l'ultima estate da liceale, mentre i suoi coetanei si fanno elettrizzare dalle mille luci della vita universitaria, Will si aggira senza meta come un'aliena su un pianeta sconosciuto. Unico scudo: l'ironia. E la musica, certo. E improvvisamente Matteo, il ragazzo strano e ''poco collaborativo'' della sala d'attesa, che la rincorre per mezza città nel tentativo di riportarla indietro. Che cosa vuol dire davvero essere giovani? E quanto costa l'autenticità?
A chi si è fermato e non sa dove andare, a chi si sente fuori sincrono, fragile, confuso e sbagliato. A chi è giovane adesso e a chi non lo è più, ma ha buona memoria. Tutti, almeno in una fase della vita, abbiamo potuto dire: io sono Will.


In una non meglio precisata città vive Will con la sua famiglia.

Will non sa ancora cosa farà da grande e vegeta nella speranza che un'illuminazione la folgori. 
Ecco qui giuro che anch'io ho aspettato la folgore per lei ma nulla!
E' una ragazzina insicura ed indecisa di 19 anni, che non sa cosa fare della sua vita e non si rende conto della fortuna che ha nel potersi prendere tempo per decidere. In molte realtà il tempo non c'è!
Ha un rapporto conflittuale con i genitori e addossa parte del suo immobilismo a loro. Odia che le facciano domande o pressioni e non cerca minimamente di dialogare con loro.
Ha un supporto psicologico, ma snobba la terapeuta credendo di saperne di più lei.
Ha amiche che detesta perchè sembrano più sicure e decise, perchè hanno già imboccato una strada post-diploma e lei invece no.
Incontrerà Matteo e con lui riuscirà a dipanare un po' la matassa di pensieri cupi e sterili. 
Gli si aggrapperà come una cozza allo scoglio su cui conta così tanto che al minimo accenno di cambiamento andrà nuovamente in crisi.
Mi aspettavo una trama originale e fuori dagli schemi, già il titolo mi incuriosiva, ma mi son trovata una storia piena di clichè con una protagonista da prendere a schiaffi a due a due fino a quando non diventano dispari.
Il fatto che sia riuscita ad irritarmi così tanto non so se imputarlo alla bravura dell'autrice o al fatto che nella realtà siamo circondati di ragazzi così.
Sinceramente il libro non mi ha suscitato altre emozioni nonostante debba ammettere che lo stile di scrittura è fresco e lineare e con una buona padronanza del linguaggio.
Purtroppo i personaggi secondari sono appena accennati e non danno alcun spessore alla trama o veridicità al racconto.

Per fugare ogni curiosità "Le anatre di Holden" compaiono quasi a tre quarti del libro e sono menzionate una volta sola.





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