Recensione: "Le Ceneri dell'Esistenza"

Creato il 13 gennaio 2014 da Ilary
Titolo: Le Ceneri dell'Esistenza Autore: Dami Jissed Vertiz Lozano Editore: autopubblicato Pagine: 235 Prezzo: 3,08 € ebook
Trama Se vi ponete la domanda che cosa facevate a dodici anni, la risposta, per molte sarà giocare con le bambole o sognare qualche idolo, per quelle più mature. Ma non è stato questo il destino di Ariel Klaus, una dodicenne di origini ebrea, nata a Stoccarda. Si divertiva a giocare con i suoi balocchi finché ad un età così delicata, ha dovuto scegliere, tra i suoi voleri e i bisogni della sua famiglia. I suoi sogni, ricamati durante la sua breve vita verranno distrutti dall’impatto con la realtà. Ariel è solo la vittima di un piano maggiore, una pedina, che però presto si ribellerà per amore di Thomas, un ragazzo tedesco orfano, di umili origini. Il dubbio tra Thomas e Zaccaria, il suo fidanzato, ricco ed approvato da sua madre, la divorerà. Tutto sembra concluso, quando dice addio al suo grande amore, varcando la soglia della chiesa per sposare Zaccaria. Thomas e Ariel sono convinti di non vedersi più, finché un giorno, la giovane, ormai ventenne oltrepassa i cancelli di Auschwitz, ritrovando il suo grande amore, che veste gli abiti di un soldato delle SS.

Recensione
Le Ceneri dell'Esistenza, romanzo d'esordio della giovane scrittrice Dami Jissed Vertiz Lozano, è, fondamentalmente, il racconto di una grande storia d'amore, di uno di quegli amori brucianti che nè la lontananza, nè il destino avverso, nè chi rema contro, potranno mai spegnere. Il romanzo si divide in tre parti che sembrano quasi essere tre libri in uno, dato che ogni parte ha perfino un epilogo e devo dire che ci sono un po' rimasta quando ho visto il primo epilogo dato che proprio non mi sarei aspettata una scelta del genere, anche perchè di solito i libri divisi in più parti non hanno l'epilogo alla fine di ogni sezione, semplicemente si inizia un'altra parte e basta. È una scelta abbastanza insolita, ma che comunque, alla fin fine non è che influisca più di tanto. Parliamo invece di che cosa si narra in queste tre parti: la storia è quella di Ariel Klaus, una ragazza ebrea che, nella prima parte conosciamo a dodici anni quando la sua vita apparentemente perfetta va in frantumi e lei è costretta a una scelta dolorosa per salvare la sua famiglia, nella seconda parte la vediamo come una giovane donna che lotta per la vita ad Auschwitz, e infine, nella terza e ultima parte la ritroviamo come donna dell'alta società negli Stati Uniti, dove è arrivata dopo una rocambolesca fuga. All'inizio della recensione vi ho parlato anche di amore, anzi di grande amore ed è questo il filo conduttore del romanzo: Ariel, appena dodicenne, si innamora a prima vista di Thomas, il nipote quasi coetaneo di una vicina di casa e da quel momento non esisterà altri che lui. Solo che il destino si mette in mezzo e quando la sua famiglia è colpita da un grave dissesto economico, Ariel è costretta a mettere da parte i suoi sogni romantici e, spinta dalla madre avida e arrivista che teme di perdere la sua posizione sociale, accetta il fidanzamento e poi il matrimonio con un ricchissimo ragazzo ebreo, Zaccaria, per il quale prova sì un sentimento, ma più di affetto che di vero amore. Passano gli anni, scoppia la Seconda Guerra Mondiale e ad Ariel a vent'anni toccherà una sorte ancora più infausta perchè sarà deportata nel campo di concentramento di Auschwitz dove, ironia del destino, incontrerà di nuovo il suo grande amore, Thomas, solo che lui non è un prigioniero, ma un soldato delle SS. Però, in Thomas l'amore per Ariel è più forte dell'attaccamento alla causa nazista e farà di tutto per aiutarla a fuggire da Auschwitz. Ovviamente, come in ogni grande amore tormentato che si rispetti, per i due le peripezie non sono ancora finite e prima che possano trovare la felictà che meritano ne dovranno passare ancora tante. Che dire di questo libro? Nel complesso è stata una lettura gradevole, anche se non priva di difetti. Come romanzo d'esordio è sicuramente molto ambizioso, forse anche troppo per una penna alle prime armi e, in sostanza, l'impressione che ne ho ricavato è che l'autrice abbia voluto fare il passo più lungo della gamba. E questa sensazione l'ho avuta in particolar modo nella seconda parte del romanzo, quella del periodo del campo di concentramento; questa è la parte più interessante del romanzo però c'è un però: già non è facile trattare un argomento del genere per scrittori scafati, figuriamoci per un esordiente che può anche essersi documentata e aver fatto tutte le ricerche del mondo sul tema, ma comunque lo tratta in un modo piuttosto superficiale. Avrei preferito che l'autrice approfondisse meglio questa parte del campo di concentramento, anzi che diventasse la parte principale del romanzo, così come la terza parte del romanzo, quella ambientata negli Stati Uniti, che è veramente troppo striminzita. Il problema principale de Le Ceneri dell'Esistenza è il non scavare a fondo, il non sviscerare gli argomenti e le situazioni, e restare sempre in superficie trattando molto frettolosamente il tutto; l'intero romanzo è troppo sbrigativo, tutto succede in fretta con descrizioni spesso blande e approssimative, e questa è la cosa che più mi ha delusa, perchè come trama, non era affatto male, è proprio il modo in cui è stata scritta che non mi ha convinta pienamente. Questo è un romanzo che avrebbe meritato almeno 200-300 pagine in più per avere una storia completa e ben sviluppata, e invece si corre troppo, la lettura risulta troppo veloce e non si riesce ad esserne completamente coinvolti. Nonostante l'argomento sia drammatico e di grande impatto, per quanto mi riguarda, il coinvolgimento è stato minimo, proprio non sono riuscita ad entrare nella vicenda, ad appassionarmici come avrei voluto. A questo concorre anche il fatto che alcuni personaggi soffrono dello stesso problema della trama, cioè il poco approfondimento; purtroppo ci sono tanti personaggi che appaiono e scompaiono dalle scene senza riuscire a farsi conoscere bene dal lettore che così non può affezionarsi a loro, e che invece avrebbero potuto essere maggiormente presenti e dare un contributo importante alla storia. Sicuramente il personaggio meglio caratterizzato è la protagonista, Ariel, che è anche voce narrante dell'intero romanzo, e della quale, proprio in virtù del fatto che parla in prima persona, riusciamo a conoscere pensieri, sentimenti ed emozioni. C'è una cosa, però, che proprio mi ha lasciata perplessa di Ariel ed è il suo comportamento nella prima parte del libro, quello in cui lei è una dodicenne; ora, io non so come si comportassero i dodicenni negli anni '30, se fossero più maturi dei ragazzini di oggi, ma Ariel si atteggia come una donna adulta, molto più grande della sua età. Secondo me è un comportamento incoerente con l'età che ha, e pensate quel che volete, ma a dodici anni si è ancora bambini e non si può certo avere la maturità per fare determinate scelte, nè tantomeno a quell'età si può sapere cos'è il grande amore, la passione travolgente e via dicendo. A me, questa scelta dell'autrice, è sembrata una forzatura e vi dirò che durante la lettura non riuscivo proprio a figurarmi Ariel come una bambina di dodici anni, me la vedevo come una ragazza più grande, proprio per il suo modo di fare; se l'autrice avesse immaginato Ariel magari come una sedicenne o una diciassettenne, forse il racconto sarebbe risultato più realistico. Posso capire che Ariel si ritrovi a gestire situazioni più grandi di lei, ma è proprio il suo modo di approcciarsi ai sentimenti che non mi ha coinvinto. E lo stesso discorso vale anche per il Thomas e lo Zaccaria della prima parte del libro, che sono dei ragazzini, dato che hanno rispettivamente 13 e 14 anni ma si comportano come uomini vissuti. Ripeto la trama di base è bella, la storia ha grandissimo potenziale, però non è stato sfruttato a pieno. L'autrice comunque dimostra di avere stoffa, anche se comunque lo stile è ancora piuttosto acerbo e non mancano ripetizioni a volte fastidiose e svariati erroracci grammaticali, oltre che qualche incongruenza (es. prima si parla del lager di Birkenau e poi improvvisamente diventa Auschwitz) che mi hanno fatto storcere il naso, però comunque la trama è una di quelle forti, potenti, e il racconto è scorrevole e non annoia, anche perchè il ritmo è molto incalzante, anzi, come dicevo prima, è fin troppo veloce. Concludendo, anche se Le Ceneri dell'Esistenza non è stato completamente all'altezza delle mie aspettative, e mi ha lasciata un po' insoddisfatta perchè, data la trama e gli argomenti, mi attendevo qualcosa di veramente esplosivo, è stata una lettura direi abbastanza buona, un libro carino, complessivamente piacevole e con delle buone idee di fondo, che consiglio in particolare a chi apprezza le storie d'amore tormentate.
Il mio voto:

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