RECENSIONE Un mondo fatto a misura di donna: leggi create dalle donne per le donne in cui gli uomini rivestono un ruolo marginale. Non si sta parlando del leggendario regno delle Amazzoni, ma di Gaia, il futuristico pianeta Terra. In effetti si potrebbe vedere Gaia come un regno di Amazzoni del futuro, ma solo per quel che concerne il ruolo e il potere femminile. Su Gaia, infatti, non ci sono guerre. Lo stesso nome di quella che una volta era conosciuta come Terra riporta il lettore indietro nel tempo, agli antichi miti nei quali Gaia altri non era che la Dea Madre, la Dea Terra da cui tutto nasce e a cui tutto torna in un eterno ciclo di nascita, morte e rinascita.
Pearls, però, è soprattutto un romanzo di fantascienza. Tutto ha inizio con un desiderio malato di distorta concezione della perfezione e della giustizia.
Copenaghen, 19 dicembre 2109: sette donne potenti si incontrano segretamente, durante una fallimentare conferenza sul clima e approvano un piano rischioso quanto assurdo nella sua follia. Mettere il mondo nelle mani delle donne ed eliminare sistematicamente gli uomini, accusati di essere il vero flagello che ha portato il pianeta verso il disastro. Il piano riesce e l’azione si sposta nel 2177: ora sono le donne a comandare. Non nascono più uomini e i pochi rimasti hanno trovato rifugio in Nuova Zelanda. Durante l’adolescenza ogni ragazza deve sottoporsi a un test neuro-abilitativo per scoprire quale sarà il suo ruolo su Gaia. Già, perché in questo mondo perfetto fino alla paranoia nessuna può scegliersi l’esistenza in modo autonomo e tutte hanno un posto nella società che viene assegnato e non può essere cambiato.Moira, una delle protagoniste, è stata scelta come genitrice. La legge di Gaia le consente di tenere con sé l’ultima bambina, mentre le altre devono essere “donate” alla società. Nancy, sua amica, è stata scelta come pilota di astronavi. (A tal proposito occorre ricordare che nel 2177 anche Marte è stato colonizzato). È vero, non c’è la fame su Gaia e nemmeno la guerra e tantomeno la disparità tra i sessi. Ma non c’è più neppure l’anima, almeno apparentemente. Tutto è ridotto a un meccanismo che ha completamente snaturato gli esseri umani. Per esempio, non è usuale che avvengano parti naturali e gli embrioni vengano impiantati tramite inseminazione artificiale. A questo punto il lettore dovrebbe fermarsi a riflettere: cosa sta leggendo in realtà? Un semplice romanzo di fantascienza o qualcosa di più?
Un’utopia. Ecco l’essenza di Pearls. Il lettore forse ricorderà opere senza tempo come Utopia di Moro e La Città del Sole di Campanella. Chimere, desideri, sogni con un profondo risvolto di inquietudine sociale e religiosa. Le opere sono diverse tra loro, ma hanno notevoli affinità e nascono proprio dal bisogno di estrema razionalità che permette di controllare in modo spasmodico ciò che per natura non può esserlo: la vita. Di solito si parla di “uomini che odiano le donne”. Qui avviene l’esatto contrario. Il romanzo ci mostra che nessun estremismo, da qualunque parte provenga, può essere giustificato. Non serve un mondo fatto solo di uomini o solo di donne o nel quale una categoria tenta di sopraffare l’altra. In Pearls tutto questo non c’è e non può esserci. È necessario, invece, il dialogo tra le parti, la comprensione.
Le loro storie delle nostre protagoniste si intrecciano con quella di Amélie, la giornalista che deve intervistare le sette fondatrici di Gaia, conosciute come le Sette Sorelle.
Dal punto di vista stilistico le vite di queste donne procedono parallelamente alternandosi, nella narrazione, a quelle degli altri personaggi. C’è un mistero legato all’ultima gravidanza di Moira e al nome scelto per sua figlia: Samantha.Ogni personaggio ha un’evoluzione notevole, il cui metro di giudizio è proprio nell’avvicinamento, nella scoperta del passato, quando ancora Gaia era solo Terra.
E non solo: c’è anche avventura e… amore. In un pianeta di donne? Certo, ma non si può certo rovinare la lettura e la scoperta di questo bellissimo romanzo. Non ci sono difetti notevoli, forse l’autrice avrebbe potuto tagliare alcune descrizioni che rallentano il ritmo, ma è irrilevante nel giudizio generale, che è ottimo. Leggete Le Cronache di Gaia. Pearls di Claudia Tonin. Non ve ne pentirete e forse avrete voglia di scoprire un po’ di più del sesso opposto, perché è nella diversità che nasce nuova e vigorosa vita, non nell’appiattimento e nel ripiegamento su se stessi o sul proprio genere.