Autore: Marialuisa D’Ascenzo
Editore: Biancaevolta
ISBN: 978-88-96400-33-3
Numero pagine: 124
Prezzo: € 12
Voto:
Trama: Liberamente e indegnamente ispirate alle Massime di La Rochefaucauld. Un compendio semiserio, lieve e scanzonato capace di restituirci piccoli episodi di vita che potrebbero appartenere ad ognuno di noi. Evita accuratamente di essere un manuale d’uso, è in realtà una raccolta di piccoli episodi surreali che ci accompagnano con sapiente ironia. Riflessioni sagaci, racconti nostalgici si susseguono senza interruzione, come un fiume in piena; nessun titolo ai vari capitoli, solo la classica “orecchia” sulle pagine per non interrompere la forza dello scritto che ci accompagna in una sorta di riflessione a margine.
Recensione: Le minime è un libro che si può leggere sia in una mattinata che in un periodo di tempo molto più lungo, godendosi un episodio ogni tanto. È leggero, simpatico, una pagina tira l’altra e ho dovuto faticare per interrompere la lettura. Ho trovato alcune scelte grafiche e non che di solito mi infastidiscono parecchio: punti esclamativi/interrogativi multipli, grassetto e così via. Eppure – e me ne sono sorpresa io stessa – non mi ha dato molto fastidio. Questo libro ricorda le pagine di un diario pieno di riflessioni scritte a volte senza una sequenza logica precisa, è spontaneo e divertente. In genere considero assolutamente da evitare le scelte di cui ho parlato prima, ma in questo caso… be’, se non ci fossero state sarebbe stato meglio, ma la lettura non ne risente troppo, perché riesce a far riflettere e divertire. Credo che ognuno di noi possa provare la sensazione di aver già visto determinati momenti della vita di una coppia sposata (nel mio caso, ho rivisto spesso e volentieri i miei genitori) e trovare la lettura piacevole anche per questo.
Nelle ultime pagine troviamo anche due brevi racconti, il secondo in particolare mi è piaciuto molto a causa del finale imprevedibile, il primo invece è molto nello stile del resto del libro.
In definitiva, lo consiglierei? Assolutamente sì. È l’ideale se si ha voglia di leggere qualcosa di leggero ma non stupido o vuoto, qualcosa in grado di far sorridere e far pensare al tempo stesso.