RECENSIONE Il romanzo d’esordio di Beatriz Williams è una sorpresa con i fiocchi: dolce, coinvolgente, misterioso e con un tocco paranormale che non guasta, gestito con assoluta maestria; un romanzo in cui la storia d’amore, degna regina incontrastata, fa sognare e sospirare, senza però essere eccessivamente sdolcinata. L’autrice ha uno stile a tutto tondo, brioso e mai prolisso o noioso, che rende la lettura un vero piacere, ben difficile da abbandonare. Tra le righe, spicca il grande studio dell’autrice sul funzionamento dei mercati finanziari – campo per cui ha anche chiesto consulenza – e, soprattutto, il suo amore per il periodo storico della Prima Guerra Mondiale; ne deriva un’accortezza nei dettagli che rende ancora più vivide le vicende; una passione che emerge fortemente tra le righe e che non può far altro che migliorare ulteriormente la valutazione positiva de “Le parole del nostro destino”. La realtà descritta dalla Williams gravita intorno alla coppia formata da Kate e Julian, i cui componenti sono tratteggiati in modo deciso e molto particolareggiati, in ogni sfumatura del loro carattere. Julian è un autentico gentiluomo inglese d’altri tempi – dei suoi tempi, per essere precisi –, solo all’apparenza parte del mondo moderno ma intimamente ancora fortemente legato al proprio retaggio sociale e culturale. Kate è una donna intelligente e caparbia, fortemente emancipata e decisa ad affermare la propria posizione: una moderna Elizabeth Bennet, arguta e ironica, che non può accettare, però, di dipendere in alcun modo dal suo Mr. Darcy/Julian, ma che ha invece bisogno di ritagliarsi il suo posto del mondo. Intorno alla coppia ruota un numero di altri personaggi, ognuno dei quali recita un ruolo più o meno importante nella trama, che, sebbene anch’essi ben caratterizzati, perdono la loro forza e sbiadiscono di fronte alla totalizzante brillantezza di Kate e Julian. Non si tratta di perfezione – anzi, di difetti i nostri protagonisti ne hanno, e non pochi – ma di una forza intrinseca che li rende in tutto e per tutto il fulcro dell’intero libro, rubando parte della fetta di visibilità di altri personaggi, per così dire. Il tocco paranormale di questo romanzo è talmente sottile, per quanto portante, da amalgamarsi alla perfezione nella sua struttura, senza stonare o risultare artefatto. Per quanto i viaggi nel tempo siano l’evento chiave su cui la trama ha preso forma e l’incertezza legata agli eventi crei un crescendo di tensione e preoccupazione deliziosamente coinvolgente, allo stesso tempo l’argomento è gestito in modo così delicato da non sembrare fuoriluogo, donando invece un non so che di esotico alla vicenda. L’idea stessa di come avvengono i viaggi nel tempo – che non rivelerò per non guastare la sorpresa – è una sorpresa inattesa e ben congeniata, un sotterfugio originale che dona più complessità alla storia. Un esordio decisamente positivo per la Williams, che con il suo romanzo fa sognare e innamorare. E se l’happy ending suona quasi scontato in un romanzo, suscita inevitabilmente una gioia immensa, quasi tangibile: la giusta felicità per una coppia che ha subito torti e perdite, per un amore che ha saputo superare anche lo scorrere del tempo.
Beatriz Williams si è laureata a Stanford e ha conseguito un master in Economia alla Columbia University. Ha lavorato per anni come consulente per la comunicazione di diverse aziende, sia a New York sia a Londra, ma la sua vera passione è sempre stata la narrativa, come dimostrano i numerosi racconti che scriveva di nascosto a casa e in ufficio. Le parole del nostro destino è il suo primo romanzo. Attualmente vive sulla costa del Connecticut con il marito e i quattro figli.