Autore: Chris Priestley
Editore: Newton & Compton
Traduttore: Chiara Manfrinato
Illustratore: David Roberts
ISBN: 9788854117464
Num. Pagine: 156
Prezzo: 3,99€ (versione digitale)
Voto:
Trama:
Il signor Montague vive da solo in una grande casa piena di oggetti bizzarri e soprammobili di ogni sorta. Il piccolo Edgar attraversa spesso l’oscuro bosco che separa la sua casa da quella dello zio per andarlo a trovare, e rimane ogni volta incantato dalle terrificanti storie che il vecchio gli racconta. Ne conosce proprio tante, in effetti, una più spaventosa dell’altra, e tutte sembrano tornargli in mente quando vede o tocca uno degli stravaganti ninnoli che arredano la sua casa. Ma Edgar sente che quelle storie non possono essere solo frutto della fantasia e si domanda se non nascondano una verità più sinistra e inquietante. Chi è davvero lo zio Montague? E chi sono quegli strani bambini che cercano di entrare nella sua grande casa? In una caleidoscopica collezione di brevi racconti del brivido che si inseriscono in una trama più ampia, altrettanto paurosa, Priestley ci regala una perla nel panorama degli horror tales.Chris Priestleyè autore di racconti e romanzi. Affermato illustratore di storie per bambini, vive a Cambridge. La Newton Compton ha pubblicato Le terrificanti storie di zio Montague, che ha riscosso un grande successo.
Recensione:
Prima opera che leggo di questo autore.
Sono stata invogliata un po’ dal titolo e un po’ dalla collana in cui è pubblicato, dato che avevo già avuto occasione di sperimentare questo genere di lettura grottesca, noir che non finiscono bene per ragazzi che non finiscono bene, anche se con un risultato piuttosto blando.
Le terrificanti storie di Zio Montague invece mi ha conquistata. Storie mediamente brevi, a volte macabre, articolate, fantasiose, originali, una gemma più scura dell’altra che si vanno a incastonare in una story-line di base che a sua volta incanta non solo il giovane Edgar, l’ascoltatore di zio Montague, ma chiunque abbia la testa china sulle pagine, impedendogli di staccarsene.
Zio Montague è un uomo anziano, eccentrico, che sembra avere sempre qualcosa di cui parlare. E Edgar, che gli vuole bene nonostante pensi che talvolta esageri con le fantasticherie – inquietanti fantasticherie – fa di tutto per accontentarlo, quindi si siede sulla poltrona e si lascia trasportare in altri mondi. Anche se gli altri mondi gli fanno una certa paura. Paura esattamente quando la casa stessa di zio Montague, in cui pare che persino le pareti abbiano orecchie, e che respirino.
D’altronde come si fa a non sentirsi un po’ nervosi dopo essersi immaginati l’albero della bestia che ci aveva avvertiti di non salire? O dopo la potatura di Mamma Tallow? O dopo aver assaporato sulla pelle l’impressione del caldo sole del Medio Oriente per poi venire a contatto con un Jinn?
Ma sono solo favole buone per spaventare i bambini, no?
È questo che continua a chiedersi Edgar, anche se lo sguardo di zio Montague e i continui rumori tutt’intorno sembrano voler dire qualcosa che non afferra.
Le terrificanti storie di zio Montague è un romanzo composto da tasselli, e vale la pena di essere letto.
Priestley ha uno stile fluido, un vocabolario vittoriano che però non scade mai nel pomposo, è elegante e formale quel tanto che basta per permettere alla trama di trasmettere sensazioni e non l’impatto di vocaboli fuori posto o troppo impetuosi; con il tipico aplomb inglese gli intrecci che si compongono e si sfaldano, catturano il lettore e lo avvolgono in un’atmosfera gotica, onirica e d’incubo, resa ancora più pungente dal fatto che i protagonisti assoluti sono adolescenti visti e vissuti in mille sfaccettature. Il finale è in grado di non far scadere il tutto ma di coronare una composizione, completa un cerchio e tuttavia consente di continuare a galoppare nella foschia spettrale dell’immaginario.
I disegni del bravissimo David Roberts si adattano alla perfezione: tratti neri, precisi, che si limitano a tracciare solo ciò che è visibile e velano l’immancabile nota di orrorifico che si sa che arriverà, pur non sapendo in che forma.
Lo consiglio senza ombra di dubbio a chi ama lo stravagante, il nero, la narrativa decadente e le atmosfere cupe che fanno tenere un occhio aperto quando si va a dormire.