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Recensione libro Gran Circo Taddei e altre storie di Vigata di Andrea Camilleri

Creato il 30 marzo 2011 da Masedomani @ma_se_domani

Recensione libro Gran Circo Taddei e altre storie di Vigata di Andrea Camilleri
Uno pensa a Camilleri e gli viene immediatamente il commissario Montalbano, ovvio. Poi magari leggi qualche romanzo in più e ti rendi conto che quello interpretato televisivamente da Luca Zingaretti non è nemmeno il più intrigante dei personaggi partoriti dalla penna (tastiera?) dell'autore siciliano, ma non importa: Camilleri = Montalbano.
Beh, sarà che alla terza rilettura e al secondo passaggio sul piccolo schermo finisci per appassionarti anche ai particolari, ma sono convinto che nella galleria di protagonisti dei suoi romanzi, Camilleri abbia dedicato una particolare cura al tratteggio delle figure femminili. Per rimanere nell'ambito della saga del commissario più famoso d'Italia, tutte le donne raccontate - dalla insopportabile Livia alla ben più affascinante Ingrid - assumono un caratterizzazione ben lontana dalla pura spalla, e lo stesso possiamo serenamente affermare per le altre fanciulle che, con rilevanza minore ma identica attenzione, incrociano la strada di Montalbano.
Con "Gran Circo Taddei e altre storie di Vigata", Camilleri rende nuovamente omaggio all'universo femminile: negli otto racconti (alcuni dei quali da soli avrebbero meritato la forma di romanzo) si racconta di un paese siciliano alle prese con le involontariamente comiche farse del regime fascista, e lo sguardo ironico e dissacratorio che ne consegue è spesso figlio di pupille di donne più o meno giovani, più o meno consapevoli, ma sempre decisamente a t t i v e.
Riecheggiano, fosse anche solo per l'ambientazione, voci potenti già ascoltate ne "La concessione del telefono", con una forza in più dettata da piccole infelicità, qualche dramma esistenziale, amarezze apparentemente insuperabili, meschine vendette di paese. Ogni storia regala il suo pezzettino di puzzle che si incastrerà perfettamente nel finale, ed in tutte - complice il dialetto siciliano - rimane il gusto per il racconto orale, sia essa chiacchiera da bar, pettegolezzo da portineria o confidenza narrata davanti ad un bicchiere di vino. Naturalmente locale.


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