Satana in persona, giunto a Mosca sotto le spoglie di un mago insieme con un bizzarro corteo di diavoli aiutanti, sconvolge la pigra routine della capitale sovietica. Alle tragicomiche sventure di piccoli funzionari e mediocri burocrati della vita e dell’arte, fa da contrappunto la magica storia d’amore tra uno scrittore, il maestro appunto, e Margherita, la sua inquieta e tenera amante. Pubblicato per la prima volta sulla rivista «Moskva» nel 1967, questo romanzo eccezionale, ironico, poetico, originalissimo ebbe subito un grande successo, conquistandosi a pieno diritto un posto tra i classici della letteratura del Novecento.
Se qualcuno mi segue da un po', ormai saprà che a volte mi accade di comprare dei libri completamente a caso, libri di cui ho solo sentito parlare o nemmeno questo, ma che per qualche ragione mi colpiscono a tradimento, mi incuriosiscono e mi fanno venire voglia di leggere qualcosa senza saperne niente, riservandomi così una completa sorpresa.Ecco, con "Il maestro e Margherita" è successo proprio questo. Non era in lista d'attesa, ma l'ho trovato al supermercato qualche mese fa all'irresistibile prezzo di euro 3,90, e avendo già sentito questo titolo diverse volte, ho deciso di tentare la sorte e aggiungere questo classico alla mia libreria.La sorpresa è stata, direi, totale. Chissà perché, ma dal titolo e dal retro di copertina mi aspettavo una storia d'amore tormentata tra un maestro di pianoforte ( non chiedetemi dove abbia tirato fuori il pianoforte perché non ve lo saprei dire ) e la sua giovanissima allieva, invece non potevo incappare in qualcosa di più diverso.Prima di tutto, sia il maestro, personaggio la cui identità non viene mai svelata, e Margherita, la sua amante che è si inquieta ma più strega che tenera, fanno la loro comparsa solo nella seconda parte del libro.La prima è tutta dedicata all'arrivo a Mosca di un personaggio molto particolare: nient'altro che Satana, il diavolo, con un seguito che più che assomigliare a quello del demonio, potrebbe passare tranquillamente per quello di un circo ambulante. Credetemi sulla parola, un Satana così è difficile da trovare. Per non parlare del suo seguito: ne combinano una dietro l'altra, dalla prima all'ultima pagina del libro.Nemmeno a dirlo, l'arrivo di questo straniero così particolare si intreccia in un modo davvero tragicomico, e non so davvero se più tragico che comico, con vari altri personaggi del libro, quasi tutti letterati. Troviamo,per esempio, il poeta Ivan Nicolaevic Ponyrev/Bezdomnyj, il primo a incappare nel diavolo e a perdere per questo la ragione. In tutti sensi, questo incontro soprannaturale farà perdere a molti la testa, e infatti uno dei luoghi in cui diversi personaggi si recano è proprio un bel manicomio!Altro protagonista della storia, e forse il più importante, è però un manoscritto del maestro sulla vera storia di Jehoshua Ha-Nozri ( meglio noto come Gesù di Nazaret), di Levi Matteo e di Ponzio Pilato. Questa storia fa da leit-motiv per tutto il libro, e brani tratti da quest'opera del maestro si alternano ai capitoli in cui vengono descritte le varie malefatte del seguito del diavolo.Sicuramente questo è stato un aspetto sorprendente che davvero non mi aspettavo: chi avrebbe detto che in un classico russo avrei trovato tra i personaggi niente meno che Ponzio Pilato, e che la sua storia poi si sarebbe allacciata proprio con quella del mestro e di Margherita?
Quello di Bulgakov è un libro ricco, composito e variegato,sempre percorso da ironia e sarcasmo. E' un libro che probabilmente, per essere compreso e apprezzato appieno, andrebbe letto dopo aver studiato l'autore e il contesto storico e letterario. Personalmente non posso dire che non mi sia piaciuto, mi ha assolutamente sorpresa perchè non si è rivelato il tipo di lettura che mi sarei aspettata, ma confesso che all'inizio, colpevoli forse anche i difficili nomi russi e la mia breve memoria, che non mi consente ancora adesso di ricordare i vari personaggi, non sono riuscita ad apprezzarlo appieno. Fino a metà libro il mio giudizio si aggirava attorno a un 3/5, ma con il finale direi che si è risollevato egregiamente. E' stata una lettura intensa, però non mi ha emozionata molto - forse ci si può aspettare tante cose da un classico, soprattutto da un classico russo, ma forse l'emozione non è una di queste, voi che ne pensate?Resta il fatto che è un classico, e soltanto per questo meriterebbe di essere letto!