Autore: John Ronald Reuel Tolkien
Pagine: 432
Prezzo: 11 euro
editore: bompiani
Genere: fantasy
Trama
Pubblicato per la prima volta nel 1937, Lo Hobbit è per i lettori di tutto il mondo il primo capitolo del Signore degli Anelli, uno dei massimi cicli narrativi del XX secolo. Protagonisti della vicenda sono, per l’appunto, gli hobbit, piccoli esseri “dolci come il miele e resistenti come le radici di alberi secolari”, che vivono con semplicità e saggezza in un idillico scenario di campagna: la Contea. La placida esistenza degli hobbit viene turbata quando il mago Gandalf e tredici nani si presentano alla porta dell’ignaro Bilbo Baggins e lo trascinano in una pericolosa avventura. Lo scopo è la riconquista di un leggendario tesoro, custodito da Smaug, un grande e temibile drago. Bilbo, riluttante, si imbarca nell’impresa, inconsapevole che lungo il cammino s’imbatterà in una strana creatura di nome Gollum. Questa edizione vede la nuova traduzione della Società Tolkieniana Italiana, e le splendide illustrazioni di Alan Lee.
Mia recensione In previsione dell'uscita al cinema della prima parte del film sullo Hobbit di Tolkien, mi sono finalmente decisa a leggere questo prequel, anche perché odio vedere i film prima di aver letto il libro! Quindi eccomi qui a parlarvi di questo volumetto davvero grazioso, per estetica e contenuti, che ho avuto tra le mani all'inizio di dicembre.
Il protagonista del romanzo è Bilbo Beggins, che abbiamo conosciuto nel Signore degli Anelli come colui che ha posseduto l'anello del potere per 60 anni. Tolkien in questo libro ci narra le avventure di andata dalla Contea e ritorno, del giovane Bilbo. In un normalissimo e quieto giorno, Gandalf si presenta ala porta di Bilbo chiedendogli di partecipare ad un'avventura e, pur ricevendo un netto e scandalizzato rifiuto, lo stregone prosegue nel suo piano e fa in modo che un gruppo nutrito di nani si riunisca nell'accogliente casa-buco dell'hobbit. Dopo una traumatizzante serata n cui i nani mangiano tutto ciò che è presente nella dispensa di Bilbo, si inizia a parlare della missione: liberare un enorme montagna delle Terre Selvagge, dalla presenza di un terribile drago che molto tempo prima aveva cacciato i nani dalla loro ricca casa. Nonostante l'iniziale reticenza, Bilbo entra nella compagnia e di qui inizia il viaggio denso di avventure e ostacoli che porterà tutti ad affrontare il drago.
Prima di scrivere questa recensione mi sono un po' documentata sulla genesi del romanzo perché, durante la lettura, mi è stato immediatamente evidente che fosse stato scritto prima del Signore degli Anelli e che fosse indirizzato ad un pubblico diverso. Lo hobbit è stato scritto circa 20 anni prima rispetto alla trilogia ed è quasi una favola per ragazzi anche se alcuni elementi mi hanno fatto intuire che fosse una sorta di prova generale per la stesura signore degli anelli. Ho notato una serie di elementi che si ripropongono nella sua celebre opera: dalla caratterizzazione dei personaggi alle canzoni, ma soprattutto lo svolgimento con un qualcosa di moralistico che ricordo di aver notato anche nel Signore degli Anelli. A parte i confronti con la trilogia, Lo hobbit è un libro fantasy di stampo tradizionale con le componenti tipiche di questo genere, ho trovato lo stile di scrittura particolare e molto comunicativo che anticipa delle parti senza farlo davvero, insomma riesce continuamente ad incuriosire il lettore con delle frasi sibilline che verranno spiegate successivamente. Menzione a parte sono le canzoni sempre molto belle e simpatiche, anche perchè i protagonisti non sono i raffinati elfi di Gran Burrone o di Bosco Atro, ma sono nani e quindi è calzante la scelta dei temi trattati nelle ballate. Da amante del signore degli anelli posso sicuramente dire che ho trovato questo libro più "infantile", passatemi il termine, perché la trama è più semplice, i personaggi più stereotipati(hobbit pantofolaio, nani che amano il cibo, e la buona compagnia ma che in alcuni casi si fanno trascinare dall'avidità e stregoni, parlo del mitico Gandalf misterioso e sfuggevole) e ho trovato il tutto meno avvincente. È comunque stata una lettura piacevole e simpatica che ho fatto volentieri, quindi assegno tre stelline e mezzo a questa bella storia d'avventura.
Lya