Dopo le vicissitudine e gli attacchi per impadronirsi delle navi inglesi (ma anche quelle spagnole e portoghesi) dei pirati si sono ritirati a Mompracem “un aspro e solingo isolotto che naviga nel Mar Cinese Meridionale”. E che fanno lì? Beh, dipende. Gli ex-pirati passano le giornate bevendo nel bar di Giro-Batol, giocando d'azzardo tra di loro e sentendosi dei veri artisti maledetti. E Sandokan, il terrore dei mari, ora distrutto per la morte della sua Marianna, compone poesie assurde in onore della sua amata, struggendosi dal dolore. Non c'è da stupirsi che Yanez non voglia adeguarsi a questo scenario deprimente e che tenti in tutti i modi di scuotere i suoi compagni per destare in loro l'antico spirito avventuriero...
Perché leggerlo?
Lo spleen di Mompracem è un romanzo veloce che ci fa vedere un aspetto inedito dei pirati e allo stesso tempo ci fa vivere un'avventura diversa, strappandoci qualche sorriso, arricchito da illustrazioni in bianco e nero il romanzo rende i nostri cari pirati ancora meno temibili.
Ecco un stralcio del libro
Il mare dorme e Yanez lo guarda. Ha da poco terminato di fumare un scibouk stracolmo di canapa indiana e coi piedi penzoloni, a bocca aperta, sta seduto sulla rupe. Non lo scuotono le urla dei gabbiani, né le grida della giungla, nè il suono sempre più prossimo di Paranoa. Il malese si accuccia al fianco del bianco pirata:
- Yanez, vieni con me.
- Dove?
- Alla raduna dei pavoni, voglio farti vedere una cosa.
Yanez docile si lascia condurre, non riesce a smettere di sorridere: ma una piccola parte del suo cervello è in fermento: Chiedigli dove ti porta, Yanez. Chiedigli che cose ti vuole far vedere. chiedigli se è rimasto un pirata o se si è dato alle belle arti pure lui. Chiedigli... devi chiedere... chiedere... O sei troppo fuso per farlo? Forza Yanez! Smetti di sorridere come un cretino. Almeno prova a camminare diritto. E quelli chi sono?