Editore Garzanti LibriCollana Narratori moderniFormato RilegatoPubblicato 28/08/2014Pagine 348Lingua ItalianoISBN-13 9788811682448Traduttore C. Marseguerra
Cari lettori, era tempo che non postavo una recensione. Ahimè i nuovi progetti editoriali mi rapiscono del tutto; ma prometto di essere più presente.Oggi recensirò "Lo strano caso dell'apprendista libraia". Innanzitutto vorrei ringraziare la Garzanti per avermi offerto la possibilità di leggerlo.Avevo grandissime aspettative per questo libro. Tutto lasciava promettere bene. L'incipit, la cover, il titolo. Insomma, ero sicura di innamorarmene; e invece non è accaduto.Spiacente dover aprire le danze con questa premessa, ma sinceramente, questo libro mi ha lasciato l'amaro in bocca.La trama è semplice e si snoda con fluidità. Diciamo che si tratta di una lettura poco impegnativa, rispetto a quanto credessi.Non sono rimasta del tutto convinta della caratterizzazione di Esme, una ragazza di ventitré anni che scopre di essere incinta e per raggranellare qualcosa, decide di lavorare in una piccola libreria: la Civetta.Credevo chissà quali segreti si celassero dietro questa ragazza e invece, nulla. L'ho trovata banale, scialba, senza spessore. Anche il suo ragazzo, Mitchell, il quale la lascia prima di sapere della sua gravidanza, è un personaggio senza spessore.Insomma, la vicenda mi sembra più da soap opera che da best seller in cima alle classifiche. Ma come si sa, il libro ormai lo fa il nome, non tanto il contenuto.Veniamo allo stile. Fatta eccezione per qualche picco, non ho trovato particolarmente ricco lo stile di questa autrice. Permettetemi di ripetere un aggettivo: "semplice". Tutto è semplice qui. Sarà che amo le storie corpose, intense, deliranti e piene di acrobazie stilistiche. Ho amato la Civetta, sì. Ho amato l'atmosfera della piccola libreria che resiste in una realtà urbana, che sembra averla dimenticata. Mi piacciono i libri che parlano di libri, perchè mi sembra di sentirne quasi il profumo. Mi piace che si celebri l'amore per i libri.Ma a parte questo, non sono rimasta del tutto convinta.
“Penso che le librerie dureranno, in una forma o nell’altra. Anzi mi piace pensare che potrebbe esserci anche una rinascita.”