Buona lettura!
Autore: Jo Baker
Pagine: 386
Prezzo: € 18
Editore: Einaudi
Trama
C'era una volta la famiglia Bennet: un padre distratto, una madre soffocante e cinque figlie da maritare. Jane Austen ne racconta magistralmente i signorili affanni in Orgoglio e pregiudizio, ma tace sulla servitú che dall'alba a tarda notte si affaccendava perché la conversazione in salotto scorresse serena. Jo Baker svela una metà del mondo popolata di ombre che, mentre cucinano e puliscono per gli altri, vivono vite e nutrono speranze proprie. E che sotto gli abiti di seconda mano nascondono segreti, ferite e passioni non meno intense di quelle che animano i piani superiori.
Ogni tanto ho dei periodi in cui, qualsiasi romanzo sia inerente al mondo creato da Jane Austen, lo devo assolutamente leggere. "Longbourn house" è stata proprio una di queste letture nostalgiche: ormai conosco a menadito "Orgoglio e pregiudizio" e rileggerlo per l'ennesima volta non ha molto senso quindi mi affido a questi remake accuratamente selezionati. Insomma, niente zombie e cose strane!
La protagonista del romanzo è Sarah una delle domestiche della famiglia Bennett. Ragazza semplice dedita al lavoro, Sarah passa le sue giornate faticando per tenere in ordine la casa e i vestiti delle ragazze sopportando in silenzio le stranezze di questa numerosa famiglia. La sua vita scorre in modo pacifico finché non viene assunto un nuovo valletto e finché non arriva la famiglia e il seguito di Mr. Bingly nel vicinato. Da quel momento in poi, Sarah inizia a capire che la vita non è solo lavoro e obbedienza ma anche amore e amicizia.
Come quasi tutti i romanzi sulla falsariga austeniana, "Longbourn house" racconta una storia ricca di maniere raffinate e di buoni sentimenti con personaggi semplici ma onesti. Sento di poter dire che questo libro è liberamente ispirato a "Orgoglio e pregiudizio" di Jane Austen in una versione "Ai piani bassi", altro romanzo che ho letto non molto tempo fa che si avvicina molto a questo. Tutta la storia è ambientata nella casa della famiglia Bennett mettendo però in primo piano la servitù composta da Sarah, una maliziosa sguattera, la governante/cuoca e suo marito. All'interno del romanzo si può trovare ciò che ci si aspetta ma con un punto di vista capovolto: ci sono descrizioni di vestiti eleganti, adatti alle soirèe delle ragazze, che però sono presentati solo come causa di immane fatica all'interno della lavanderia, ci sono incontri nelle ville tra vicini, narrati come noiosi momenti fuori dalle cucine oppure stancanti riunioni in casa da gestire con rinfreschi, ci sono anche balli che esistono solo per le donne della famiglia, ma non per la servitù. Insomma, gli avvenimenti che animano Jane, Elizabeth e Lydia, personaggi fulcro della famosissima storia della Austen, qui risultano solo episodi di passaggio che, a parte per gossip, non contano molto nelle vite delle persone che lavorano a servizio. Quindi, non si tratta di una riproposizione già sentita di "Orgoglio e pregiudizio" ma viene raccontata una storia davvero godibile utilizzando come sfondo i Bennett e la loro dimora. La protagonista è Sarah, una giovane serva che non conosce nulla della vita se non il lavoro: è stata allevata per eseguire le diverse faccende casalinghe e diligentemente si piega ai voleri della governante la quale, per la ragazza, è come una mamma severa e poco affettuosa. Tutta la prima parte del romanzo, parte che ho preferito, descrive la vita campagnola e faticosa di questa serva insieme alle stramberie delle diverse Bennett le quali risultano molto più capricciose e volubili rispetto che al libro originale. Sarah, nonostante abbia una vita poco varia riesce, attraverso le sue riflessioni, a coinvolgere il lettore nella sua routine quotidiana. Questa pacifica stabilità viene interrotta dall'arrivo di Mr Bingly e del suo entourage e dall'approdo di un nuovo valletto in casa Bennett. L'apparizione di un servo mulatto della famiglia Bingly, che inizia a dimostrarsi interessato a Sarah, e la curiosità, a volte morbosa, della ragazza per il nuovo valletto che ha occupato la stalla, rendono la storia più intrigante e carina. Nonostante l'epilogo sia piuttosto scontato, la lettura mi è risultata scorrevole e piacevole, lo stile, pur volendosi avvicinare a quello della Austen, rimane moderno e godibile. Oltre a questo, ho trovato particolare e carino il punto di vista narrativo adottato dall'autrice che mi ha permesso di calarmi nella vita campagnola inglese di fine ottocento con molta facilità. Assegno 4 stelline al libro consigliandolo a chi, come me, adora calarsi nelle atmosfere austeniane e in storie tutte al femminile.