Mi avevano avvertita sul fatto che il Diavolo fosse affascinante e lusinghiero. Dopotutto lo è sempre stato, sin dalla notte dei tempi, passando attraverso la tradizione biblica, il racconto del “Faust” e l’indimenticabile Lord Henry Wotton de “Il ritratto di Dorian Gray”, personificazione del demonio tentatore. E in effetti il nostro Lucifer, protagonista dell’omonima serie, era come me l’aspettavo: una creatura dannatamente affascinante, dall’abile parlantina e il sorriso provocatorio; uno senza peli sulla lingua, abituato a piegare gli esseri umani con il proprio charme e a carpirne i desideri più oscuri e segreti. Diciamocela tutta: Lucifer appartiene a quella categoria di personaggi che ti causano strane espressioni facciali che variano dallo sconvolto, al divertito, fino all’inferocito. Ogni tanto vorremmo tutti quanti tirare una ciabatta sullo schermo; altre volte desidereremmo soltanto tuffarci nell’episodio stesso per stringere la mano a qualche personaggio.
“Lucifer” si apre come un “one-man show”, in cui il Principe delle Tenebre domina completamente la scena, assolutamente compiaciuto di sé. Annoiato dalla vita infernale, si è trasferito nella città di Los Angeles, per vivere tra gli uomini e vedere da vicino i peccati terreni. Davvero la vita umana è per lui più interessante di quella ultraterrena? Mah, sarà per il clima.
Il primo personaggio promettente della serie viene fatto fuori più o meno tre minuti dopo la sua apparizione, ma è proprio il suo omicidio ad essere il fulcro dell’episodio e l’evento grazie al quale facciamo la conoscenza della nostra co-protagonista (che si spera duri un po’ di più). Rullo di tamburi per Chloe, detective ed ex attrice dal talento discutibile, ma soprattutto giovane donna immune al fascino del bello e dannato Lucifer. Sarà una sorta di repulsione chimica, come suggerisce lei stessa, oppure un suo 20 naturale nel tiro salvezza sulla volontà? Lo dico perché Lucifer, ruolisticamente parlando, potrebbe benissimo passare per un bardo con un punteggio di carisma pressoché tendente ad infinito.
Successivamente, il pilot segue in modo piuttosto rapido le personali indagini del Diavolo, il quale fa uso di metodi alternativi, diciamo, per scoprire la verità oltre la menzogna, e quindi il mandante dell’omicidio di cui è stato testimone e personaggio emotivamente coinvolto. I suoi sono metodi molto efficaci, anche se non strettamente legali, ma who cares?
Ed è così che le vite e le piste investigative di Lucifer e Chloe si intrecciano di nuovo e finiscono col legarsi in modo più stretto: entrambi si rivelano essere degli outsider, troppo strambi per lavorare in gruppo, perfetti per formare un duo.
Il caso si chiude in fretta, nel giro di un episodio, tuttavia non manca il tempo per un piccolo colpo di scena: Chloe viene colpita da un proiettile; in uno stato tra la vita e la morte, è il Diavolo in persona a salvarla, commettendo quindi un atto benevolo di sua spontanea volontà. Questo curioso evento attira l’attenzione di un altro demone, Amenadiel, suscitandone naturalmente l’ira. Vento di guerra in arrivo? Oh, lo spero e al contempo lo temo tanto.
Bene, i 45 minuti del pilot non hanno prodotto noia, perlomeno; anzi, il ritmo è stato piuttosto veloce, anche se non sempre ciò è un pregio. In realtà ero molto titubante al pensiero di iniziare questa serie: se state leggendo questa recensione, sapete meglio di me cosa significa avere una lista in costante aggiornamento che conta praticamente più serie da vedere che giorni da vivere. Nonostante le mie esitazioni, alla fine ha vinto la diabolica tentazione esercitata dal fascino britannico di Tom Ellis, aka Lucifer Mornigstar, e così gli ho dato una chance. Soddisfatta? Bah, non saprei. Ammetto che questa prima puntata mi ha strappato ben più di una risata, però non mi ha convinto eccessivamente. Si può giudicare un libro dal primo capitolo e una serie dal pilot? Io lo faccio spesso, più che altro per mancanza di tempo. In ogni caso, proseguirò con la visione, almeno per questa prima stagione. In fondo, quello che più mi ha attratta della serie è stato scoprire che tutto è partito da “Sandman”, fumetto DC scritto da Neil Gaiman, una penna che più persone dovrebbero conoscere.
Per ora è tutto. Vi auguro un buon-qualunque-cosa-dobbiate fare!
Alla prossima!
Bonus: la scena in cui il demone spaventa a morte la bambina che infastidisce Trixie, facendole intravedere le fiamme dell’inferno nei propri occhi. “Sai, da dove vengo io c’è un girone apposta per i bulli come te”, suona più o meno così. Dante approverebbe.
Bonus 2: la chiusura dell’episodio, con Lucifer che, da bravo demone monello quale è, torna a far visita alla psicologa per adempiere alla sua promessa, in cambio di un’altra, un breve colloquio per parlare di alcuni dilemmi che lo attanagliano. Il Diavolo che va dallo psicologo: impagabile.
P.s. Promo del prossimo episodio: