Recensione "Mai dopo 20" di Batsceba Hardy

Creato il 03 ottobre 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario

Pubblicato da Valentina Bettio

Titolo: Mai dopo 20 Autore: Batsceba Hardy Pagine: 306 Prezzo: € 4,12 Formato: Kindle Trama: «Ora so che unicamente affrontando quei ricordi potrò sentirmi vivo. Ma per riuscire a raccontare quei fatti dovrò girarci intorno, aspettando di finirci dentro come attirato da un gorgo. Solo così il cerchio si potrà finalmente chiudere: un libro per porre fine a ciò che un libro ha iniziato.» Tutto ha inizio da un gruppo di teen-ager americani. Un’estate malsana. Strane sparizioni seminano paura. Poi sprofondiamo nell’universo parallelo: una banda di ragazzi italiani, il cui capo si fa adorare come un dio e l'ultimo adepto ha nome Giuda. Hanno un piano preciso. Un patto segreto fra iniziati. Un groviglio di Amicizia e Tradimento, Amore e Odio, Innocenza e Colpa. Finché divamperà un incendio. Niente è più sicuro. Perché i figli di oggi saranno i genitori di domani. Il romanzo è composto da una storia americana e una italiana. “Ricorderò per sempre l’estate dei miei nove anni”. Inizia così il libro Never Over Twenty, il romanzo che Giuda, il protagonista della storia ambientata in Italia, legge dietro suggerimento dei suoi nuovi amici. In N. O. T. la voce di Nat Whichote ci introduce in una cittadina di provincia e nelle dinamiche della sua numerosa famiglia: il padre medico, il nonno silenzioso e saggio, i tanti fratelli tra cui gli ambigui gemelli Ted e Todd, Anne la sensitiva, Caleb l’adolescente. Nella storia italiana invece è Giuda a raccontare in prima persona il suo arrivo in una nuova città e la sua voglia di compiacere gli amici. Giuda alterna la lettura di Never Over Twenty con la frequentazione di Dracula, la Rossina, Spinello, Magnus, ragazzi ambigui che, in nome di un improbabile idolo, compiono riti senza senso ed hanno intenzione di fare quello che è scritto nel loro romanzo di culto.
RECENSIONE Ci sono momenti in cui bisogna fermarsi, fare una pausa e riflettere; a volte questi momenti arrivano subito dopo la lettura di un libro che, per i suoi contenuti, ci spinge a interrogarci sui temi più disparati. E il libro di Batsceba Hardy spinge proprio alla riflessione, lasciando un profondo senso di incredulità e disappunto, non tanto per la storia narrata in sé, quanto per la morale distorta di fondo. Ma andiamo per gradi; come si evince dalla sinossi, il libro si sviluppa in 2 fasi sovrapposte: il mondo reale, in cui un giovane ragazzo – dall’infelice nome di Giuda – cerca di inserirsi ed integrarsi nella nuova scuola, e il “libro nel libro” che Giuda inizia a leggere, dal titolo “Never Over Twenty”, che racconta le vicende di un gruppo di ragazzi americani che, in un’estate di follia, mette in atto una serie di delitti, camuffati da incidenti, al fine ultimo di eliminare tutta la popolazione adulta della città (tutti coloro al di sopra dei 20 anni, da cui il titolo), partendo dai propri genitori. Punto di incontro tra queste due realtà è l’intenzione del gruppo di amici tra cui Giuda si vuole integrare di trasporre nella realtà l’intento dei ragazzi del libro. Entrambe le realtà presenti in “Mai dopo 20" sono ben distinte e caratterizzate in separatamente, tanto che in alcuni punti sembra quasi un libro scritto a quattro mani. Il libro “Never Over Twenty” scorre fluido e ben cadenzato e sarebbe di per sé un’opera gradevole da leggere, per quanto inquietante. I personaggi sono ben delineati e lo svolgersi degli eventi tiene con il fiato sospeso, mentre si assiste all’inesorabile incedere degli eventi. Un coinvolgimento ed un senso di ineluttabilità ed impotenza che richiamano le sensazioni evocate dalla lettura di “Niente” di Janne Teller, anche se più grossolani e meno saturanti, soprattutto a causa di un’immaturità nello stile, che potrà avere modo di affinarsi nel tempo. Gli eventi che coinvolgono Giuda, invece, sono narrati in prima persona dal ragazzo con uno stile sincopato caratterizzato da frasi molto brevi e praticamente prive di punteggiatura di genere: terminano tutte dopo una manciata di parole con un semplice punto. Questo espediente narrativo crea la sensazione di avere a che fare con un personaggio particolare, disturbato o con dei problemi relazionali molto estesi, ma appiattisce drasticamente la narrazione e, alla lunga, risulta fastidioso. Due stili così divergenti che è difficile attribuirli alla stessa persona: il tutto mette in luce l’ecletticità di Batsceba Hardy, che riesce a gestire in modo assolutamente incontaminato due stili diversi e lontani. Allo stesso tempo, però, il risultato finale è una perdita di interesse e coinvolgimento per la storia di Giuda, che scorre come “contorno” del libro che lui stesso sta leggendo. Un elemento che lascia veramente pietrificati è la visione assolutamente distorta del mondo che Batsceba Hardy attribuisce ai nuovi amici di Giuda: nel libro “Never Over Twenty”, che prendono come guida, il buon senso ha la meglio sulla follia che si era impadronita dei giovani protagonisti e la mentalità del branco non è sufficiente a mantenere l’unità del gruppo, da cui si separano i soggetti pentiti che vogliono fermare la folle scia di omicidi e che coinvolgono “gli adulti” a questo scopo; il gruppo di cui entra a far parte Giuda, invece, è distaccato da qualsiasi forma di moralità e comprensione, tanto che la via scelta per fermare il branco è talmente drastica e assurda da lasciare profondamente interdetti e pieni di domande, da cui non può che derivare una lunga riflessione sull’animo umano e sulle motivazioni che guidano le scelte delle persone. Di come il singolo individuo possa esercitare un forte ascendente su una moltitudine e su come la ribellione a queste situazioni possa percorrere sentieri insoliti e assurdi. Di come le idee più malate a volte trovino un terreno fertile, in cui germogliare e crescere. L’AUTORE: 
Batsceba Hardy è un'artista dell'irrealtà, che vive e vivrà nella rete, dove si rende già visibile con la sua performance continua: scrivere storie con immagini e raccontare visioni con parole. Tutto il resto è wittgensteinianamente superfluo, compreso il suo background segreto. Risiede momentaneamente a Berlino di cui insegue i cieli fra le nuvole, ma potrebbe trovarsi in qualsiasi altro luogo. Ama lasciare traccia di sé nei bar in cui trova ispirazione. Ama contemplarsi nelle finestre delle case. Ama svelarsi di notte alla presenza di nessuno.


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