"La sua perdita di memoria era strana. Perlopiù si ricordava come funzionasse il mondo, che però era svuotato dai dettagli specifici, dai nomi, dai volti. Come un libro completamente intatto da cui però manca una parola ogni dodici, che quindi diventa una brutta lettura confusa. Non sapeva nemmeno quanti anni avesse."
Ho letto quasi tutto il romanzo in pochissimo tempo, con la costante voglia di scoprire cosa sarebbe successo di lì a due pagine. Tutte le certezze dei giovani personaggi e del nostro protagonista crollano da un giorno all'altro, portandoli a farsi mille domande su chi erano prima, su ciò che avevano prima di risvegliarsi in un ascensore sconosciuto, diretti verso una nuova vita..ma se c'è una cosa che proprio non ho sopportato è stato il "nuovo" linguaggio che si sono inventati nella Radura: "pive" (pivello) - "fagio" (fagiolino, alias il nuovo arrivato), ecc.. No, davvero. Se ci fossero stati accenni qua e là avrei anche potuto passarci sopra, ma qui parliamo di interi dialoghi fatti di parole profondamente idiote, in contrasto, a mio parere, con l'essere dei ragazzi che, arrivando ad organizzarsi perfettamente in una piccola comunità, dimostrano di essere tutt'altro che idioti. Quindi non vedo il motivo di appioppargli un linguaggio da bambini scemi.
Ad ogni modo, tornando alla trama: l'idea del labirinto è molto interessate. Riesce ad attirare il lettore quasi come se volesse lui stesso entrare nel libro per scoprire cosa c'è dietro i vari muri di quel percorso che sembra non avere via d'uscita. Inutile dire che parte delle risposte ai dubbi del protagonista, arriveranno proprio da lì, mentre decide di farsi pungere da un Dolente per subire la Mutazione (uno stadio che fa riaffiorare i ricordi della loro vita e che si può curare solo con un siero fornito dai "Creatori").
"Il fatto che non riuscissero più a vedere il sole, probabilmente, significava innanzitutto che non lo avevano mai visto davvero. Il sole non poteva semplicemente sparire. Il loro cielo doveva essere - ed essere ancora - finto. Artificiale. Il altre parole, il sole che aveva illuminato per due anni quelle persone con la sua luce, dispensando calore e vita per ogni cosa, non era affatto il sole. In qualche modo doveva essere finto. Tutto ciò che riguardava quel luogo era finto."
Il lettore, così come i personaggi stessi, non sa praticamente nulla dello loro vita prima della radura e con loro scopre cosa si cela dietro il progetto dei Creatori: questo fa si che lo stesso lettore sia più coinvolto, messo sullo stesso piano con i protagonisti, senza saperne di più né di meno e scatenando in lui la stessa voglia di sapere. Ammetto di avere ancora qualche dubbio sull'intera storia, ma d'altra parte, essendo il primo libro di una serie, credo che sia una cosa inevitabile, tuttavia ieri ho visto il film e me ne sono innamorata, forse ancora di più che del libro (e non capita spesso). Oggi, poi, ho iniziato a leggere il secondo capitolo della saga e, posso assicurarvi che, ogni dubbio è svanito. Adoro questa saga! Quindi, se non avete ancora letto il libro, v'invito a farlo, ma soprattutto v'invito ad andare al cinema, perchè questo film merita davvero, soprattutto se siete appassionati di distopie e fantascienza.
Alla prossima :* Votazione: