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[Recensione] Mechanique: A Tale of Circus Tresaulti di Genevieve Valentine

Creato il 24 marzo 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] Mechanique: A Tale of Circus Tresaulti di Genevieve ValentineTitolo: Mechanique: A Tale of Circus Tresaulti
Autore: Genevieve Valentine
Editore: Prime Books
ISBN: 9781607012535
Prezzo: € 11,90
Numero pagine: 284
Voto: [Recensione] Mechanique: A Tale of Circus Tresaulti di Genevieve Valentine

Trama: 

Il Circo Tresaulti non è un circo come tutti gli altri. È un circo meccanico, un circo dove, seguendo vie misteriose che quasi mai erano quelle sperate, approdano individui in cui qualcosa di importante si è rotto e non c’è niente che possa aggiustarlo. Ma non è del tutto così: nel circo, accettando le regole di Boss – un tempo contralto lirico, oggi donna dagli inspiegabili poteri che guida e tiene insieme il circo da tanto tempo che nessuno sembra in grado di dire quanto – tutto può guarire. Anche la guarigione ha un prezzo, però. La vita è rinunciare a qualcosa, operare scelte che ci obbligano a lasciare indietro una parte di noi.

Il Circo Tresaulti non visita mai due volte la stessa città, eppure è in viaggio da sempre. È disposto ad accogliere chi ne abbia necessità, ma non chi vi si accosta con arroganza. Lega insieme persone che un giorno cambieranno strada e altre che, avendo sacrificato una piccola parte della propria umanità per essere “aggiustate”, sanno che resteranno al fianco di Boss per sempre. Panadrome, essere ormai più meccanico che umano; Elena, trapezista grondante cinismo e apparente crudeltà; Ayar l’uomo forte, arrivato al circo per salvare la vita a Jonah; Bird che desidera, come Stenos, soltanto di ottenere le ali che furono di Alec. E Little George, a tratti voce narrante, alla ricerca del proprio posto nel mondo…

L’equilibrio insolito del Circo viene minacciato quando un uomo politico riconosce la locandina, decidendo di non lasciarsi sfuggire un’occasione che sa essere unica per perseguire i propri scopi – la ragione contro la magia, il freddo calcolo contro l’arte, il desiderio di potere e di distruzione contro il potere di restituire il respiro. Non sarà una lotta di poco conto.

 Recensione: 

Il primo impatto con questo libro è, ancor prima che letterario, giocato quasi interamente sul piano delle sensazioni. Si ha la sensazione – curiosa, in qualche modo disorientante – di trovarsi nel mezzo di qualcosa che da un lato ci sembra di conoscere e dall’altro, lo percepiamo da subito, probabilmente non comprenderemo del tutto.

L’ambientazione circense non è qualcosa di totalmente insolito: così come fa implicitamente parte dei patti la consapevolezza che ci sia molto di più, e molto di diverso, dietro le quinte rispetto a ciò che l’occhio dello spettatore è autorizzato a vedere. Non è così in ogni circo?

Bene. Il Circo Tresaulti è più di questo. Molto di più.

I particolari, i volti, le storie, le debolezze – tutto questo trova spazio nella storia, la costruisce, eppure lo fa poco alla volta, quasi casualmente e quasi mai in maniera diretta. E non si svela mai nella sua interezza.

Uno dei grandi pregi di questo libro sta infatti nella facilità con cui riesce a spostare l’attenzione del lettore da una storyline all’altra, alternando punti di vista e personaggi e persino la natura del narratore; è quasi come se una main plot vera e propria non esistesse o fosse “collaterale” alle singole storie, non davvero necessaria. Quasi fosse soltanto un pretesto.

Perché come il Circo Tresaulti è composto dalle storie che in esso convergono, così la storia racchiusa in questo libro si compone, srotolandosi capitolo dopo capitolo, di dettagli, ricordi, donne e uomini “rotti” che Boss con il suo inspiegabile potere “aggiusta” e tiene insieme.

Ne consegue che la narrazione non risulti immediatamente semplice da seguire, però è molto gradevole, fluente. Cattura. Dentro il circo meccanico il tempo scorre secondo un altro ritmo e allo stesso modo il dipanarsi della trama segue un sistema tutto suo. Questa particolarità, unita ad una prosa essenziale e talvolta scarna ma con vertici oggettivamente di grande poesia, ricorda in una certa misura lo stile narrativo di Alessandro Baricco – gli stessi personaggi, complessi, fuori dal comune, spesso con alle spalle un passato che intuiamo tutt’altro che felice ma del quale non ci vengono mai svelati i dettagli, hanno qualcosa in comune con i suoi.

Concreti e insieme evanescenti sono i personaggi (neppure il concreto Uomo di Governo si sottrae a questa legge), concreta e insieme evanescente è la storia: una bella storia, tuttavia, che tiene legati a sé dalla prima all’ultima pagina e che, una volta arrivati alla fine, lascia un piacevole di nostalgia, come dopo avere salutato un caro amico.


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