Recensione: Memento - I sopravvissuti, di Julianna Baggott
Creato il 12 giugno 2012 da Mik_94
Vogliono cancellarci, cancellare il nostro passato, ma noi non glielo lasceremo fare. Il passato è tutto ciò che abbiamo.
Titolo: Memento – I sopravvissutiAutrice: Julianna Baggott Editore: GianoNumero di pagine: 496Prezzo: € 18,00Data di pubblicazione: 7 Giugno 2012Sinossi: Un grande boato, il sole che emana la luce e il calore di tre stelle sovrapposte, e il mondo svanisce, spazzato via dal fuoco. È il giorno delle Detonazioni, il giorno in cui l'umanità si divide in due: da un lato i Puri che, rifugiatisi nella Sfera, sono privi di deformazioni o cicatrici sul corpo; dall'altro i Sopravvissuti che, coi loro corpi deformi, fusi con gli oggetti più disparati, si aggirano tra i detriti e le pozzanghere nere di pioggia della terra esplosa. Pressia aveva sette anni quando le Detonazioni le regalarono una bambola al posto di una mano. Ora ha quasi sedici anni e la bambola è divenuta parte di lei. Tuttavia, nel magazzino sul retro di un negozio di barbiere dove vive con suo nonno, Pressia pensa a volte che sarebbe bello essere Puri, cancellare le cicatrici, vivere in quella Sfera da dove qualche settimana dopo le Detonazioni lasciarono cadere sulla terra devastata un messaggio che diceva: "Sappiamo che siete li, fratelli e sorelle. E un giorno emergeremo dalla Sfera per unirci a voi, in pace". Invece Pressia deve ora guardarsi dall'ORS, il cui acronimo significava Operazione Ricerca e Salvataggio, e aveva l'obiettivo di ripristinare le unità mediche, redigere liste dei morti e dei sopravvissuti e poi formare una piccola milizia per mantenere l'ordine. Trasformata in Operazione Rivoluzione Sacra, L'ORS governa infatti col terrore e arruola tutti i sedicenni con lo scopo di abbattere, un giorno, la Sfera.
Uno schermo completamente bianco, il cursore di Word che continua fastidiosamente a lampeggiare, parole che non arrivano, una pagina che non vuole ancora essere riempita. Sono qui da una mezz'ora buona e, come un autore frustrato che non riesce a combattere il temuto blocco dello scrittore, continuo a cancellare le poche righe che riesco a buttare giù, insoddisfatto e stanco.Sono fiaccato dalla calura estiva, dal soffocante garbino che soffia fuori dal mio balcone e da una storia di inaudita originalità che mi ha rubato tutto, lasciandomi a respirare la polvere dell'amarezza e il silenzio delle mie riflessioni. Memento – I sopravvissuti non è un romanzo di denuncia, una storia vera o un complesso trattato di attualità. E' un romanzo di fantascienza e di azione, un distopico all'apparenza molto simile a quelli che i maggiori editori ci propongono sulla scia del milionario successo di Hunger Games. Parlarne, tuttavia, mi risulta assai difficile.Descrivervene la brutale e al contempo poetica essenza vorrebbe dire andare al di là delle affascinanti righe riportate nella ricca sinossi. Vorrebbe dire elevarsi sul reale ed esaminare con la freddezza di un medico legale le cause, le conseguenze e la congerie di avvenimenti storici che ci hanno portato fino a questo punto; vorrebbe dire parlare della nostra civiltà e gettare sale in tagli nascosti, ma mai rimarginati del tutto.Memento è quell'indelebile cicatrice. E' quel dolore bruciante che ci fa aprire gli occhi su frammenti di storia più dolorosi del dolore stesso. E' un complesso romanzo che si respira e che si lascia vivere. E' un racconto epico a metà strada tra cielo e terra. Un albero nodoso e dalle radici deformi, teso in un abbraccio verso il grigio polveroso del cielo, ma la cui linfa scorre vitale nelle fondamenta del mondo.Magico, visionario e spaventosamente realistico, umano e alieno al tempo stesso, è un viaggio sulle sottili ali di una farfalla dagli ingranaggi arrugginiti e sulla scia della notte più nera, tinta dal rosso del sangue e dalle urla dei sopravvissuti. Urla che sono suppliche di bersagli umani coinvolti in una caccia mortale, schiamazzi di bambini che non cresceranno mai, ninnananne di donne dai corpi deformi e dai cuori di mamma, inni di speranza e canti di ribellione... Immaginate il mondo che conoscete racchiuso tra le mura invisibili di un'enorme cupola di vetro. Immaginate di essere circondati da individui fisicamente perfetti e dall'elevato quoziente intellettivo, di vivere l'adolescenza in elitarie accademie, di non conoscere la sensazione del vento sulla pelle o tra i capelli e il gusto del cibo sulla lingua.Fuori da quell'Eden protetto, la polvere del “Prima”: le macerie del tempo che è stato. Un desolante nulla abitato da bestie feroci, mostri dagli occhi gialli e malevoli che sbucano dalla sabbia, crudeli milizie militari e piccoli manipoli di superstiti. L'autrice è il collante che lega questi due mondi, il filo che manipola le azioni dei Puri e quelle dei Sopravvissuti, la voce tanto roca quanto cristallina che descrive la fredda lucidità degli uni e l'immensa umanità degli altri, la trascinante fantasia che dà vita a scenari degni del più ispirato Stephen King e a creature vicine e lontane che ricordano l'apocalittico Ken Il Guerriero e l'incantevole La chimera di Praga.Più abile e coraggiosa di Suzanne Collins (Hunger Games), meno melliflua di Lauren Oliver (Delirium), Julianna Baggott intrattiene per quasi 500 pagine, suggerendo immagini vivide e regalando alla letteratura young adult alcuni dei personaggi più intensi che i lettori incontreranno mai. Inoltre, il suo stile denso e frenetico è in grado di privare il lettore di qualsiasi punto di riferimento, portandolo a confondere presente, passato e futuro, buoni e cattivi, verità e consolanti bugie. Così appaiono l'amicizia, il coraggio, l'amore, la morte e la voglia di rivalsa, filtrati dagli occhi di quattro adolescenti dai cuori imbrigliati in una società soffocante come una prigione e vivida come un incubo ad occhi aperti. Memento spaventa, sorprende, commuove ed emoziona, risultando sì completo e soddisfacente, ma anche amaro a causa di un epilogo troppo affrettato che, senza delicatezza alcuna, apre bruscamente il cammino per Fuse -capitolo successivo della serie - interrompendo in tal modo, senza nessun preavviso, il rapporto viscerale e simbiotico che si era creato tra lettore e romanzo, fusi insieme in una fiaba nerissima fatta di principi dagli uccelli conficcati irreversibilmente sotto la pelle, principesse dagli occhi a mandorla e con bambole al posto delle mani, colpi di scena e inaspettate eredità. Legandomi a questo piccolo cavillo, mi riservo la quinta stellina per il prossimo romanzo, ma credetemi se vi dico che è questo un titolo che merita veramente. Figuratevi che, talmente affascinato, ho notato solo nelle ultime pagine che l'autrice aveva adoperato il “mio” odiato presente indicativo per tutto il tempo! Il mio voto: ★★★★Il mio consiglio musicale: Florence + The Machine – Never let me goUn enorme grazie all'ufficio stampa Giano, che mi ha gentilmente dato modo di recensire questo imperdibile romanzo e che ha permesso ai lettori italiani di conoscere la surreale storia descritta dalla Baggott, impreziosita dalla meravigliosa copertina che arricchisce anche l'edizione originale.
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