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Recensione "Memento. I sopravvissuti" di Julianna Baggott (Giano)

Creato il 03 settembre 2012 da Maila Tritto

Cari lettori,
è da un po' che non pubblico le mie recensioni sul blog; un po' le vacanze estive, un po' i vari impegni (che non sono mai pochi!). Nonostante ciò, oggi mi piacerebbe proporvi la recensione di un libro che ho finito di leggere proprio ieri sera. Si tratta di Memento. I sopravvissuti, scritto dall'autrice americana Julianna Baggott e pubblicato dalla casa editrice Giano. Memento è un romanzo che unisce la fantascienza alla distopia. L'opera
ambientata in un contesto post-apocalittico lascia spazio all'immaginazione, tanto da indurre la Fox 2000 Pictures ad acquistare i diritti di trasposizione cinematografica che ha affidato la produzione a Karen Rosenfelt (La saga di Twilight, Il diavolo veste Prada, Io & Marley). Il romanzo costituisce solo la prima parte di una promettente trilogia. Titolo: Memento. I sopravvissuti
Autore: Julianna Baggott
Editore: Giano
Traduttore: Luca Briasco
Data di pubblicazione: 7 giugno 2012
Prezzo: 18,00 Euro
Pagine: 496 pp.
ISBN:
978-88-625-1104-9
Sinossi:Il mondo è stato distrutto e la popolazione è stata divisa: all'interno della cupola gli esseri umani sono puri, protetti; all'esterno si lotta per sopravvivere, ogni singolo giorno. Pressia ricorda solo vagamente le detonazioni o la sua vita prima. E ora che ha raggiunto l'età in cui deve consegnarsi alla milizia, per cominciare l'addestramento da soldato oppure essere usata come bersaglio se giudicata troppo danneggiata, non può più fare finta di essere una bambina. Pressia ora è in fuga.
Recensione: L’Apocalisse e le Detonazioni: di questo parla Memento. I sopravvissuti, il nuovo libro scritto da Julianna Baggott, pubblicato da Giano. Si tratta di un romanzo che mescola sapientemente la narrativa di fantascienza al distopismo. È, infatti, un’opera post-apocalittica che vede come protagonisti due adolescenti: Pressia Belze e Partridge Willux. Entrambi vittime sebbene in modo diverso  di uomini senza scrupoli che, inevitabilmente, hanno diviso il mondo in due luoghi distinti e in lotta tra di loro: la Sfera e…il nulla - il «non luogo» popolato dai Sopravvissuti, persone che in seguito alla cancellazione del mondo sono “sopravvissute”, appunto, coi loro corpi deformi e fusi con gli oggetti. Al di là della trama, il romanzo della Baggott colpisce per lo stile e la fantasia; un po’ meno per la narrazione che, talvolta, non è del tutto fluida. L’autrice ha affrontato coraggiosamente molti temi «scomodi» e difficili che appartengono al lato oscuro dell’anima. Infatti, nonostante la storia proposta in Memento sia ricca di elementi che potrebbero far pensare alla fiaba e al mito  com’è già stato affermato da Clare Clark del New York Times Book Review la scrittrice narra di una società corrotta dove la falsità è all’ordine del giorno e in cui sembra impossibile lasciare spazio alle emozioni. Ogni forma di sentimentalismo è accuratamente evitata; le passioni restano sospese quasi quanto la possibilità, per l’uomo, di ricominciare daccapo. C’è pessimismo e sofferenza nel romanzo, ma anche ribellione in chi è ancora in grado di sperare e di essere anticonvenzionale.Il genere distopico, si sa, deve molto al suo creatore, George Orwell, che con 1984 ha inaugurato quel filone editoriale indirizzato alla denuncia di una società indesiderabile e corrotta. E, proprio come nel romanzo di Orwell, anche in quello della Baggott  così come nei romanzi contemporanei quali Hunger Games di Suzanne Collins e Divergent di Veronica Roth, solo per citarne alcuni  coloro che detengono il potere osservano; scrutano, indagano e controllano la vita della gente comune. Big Brother is watching you: Il Grande Fratello ti sta guardando, recitava il manifesto del dittatore dello stato totalitario che controlla attraverso le autorità i cittadini, allo stesso modo in Memento è presente un’organizzazione che complotta alle spalle delle persone ignare. Sono persone alle quali è stato sottratto tutto, perfino il proprio corpo che perde i caratteristici tratti somatici. Ciò comporta una duplice perdita: sia di sicurezza sociale, che del sé e del proprio essere. Ma la perdita più grave è la libertà e l’indipendenza delle donne, alle quali viene sottratto ogni diritto faticosamente raggiunto nel corso dei secoli. Private addirittura del loro aspetto esteriore, le donne hanno meno possibilità di sopravvivere e di piacere agli uomini. Non hanno possibilità di scelta; non possono prendere decisioni, sono relegate ed emarginate. Tant’è che, sebbene si tratti di una società futuristica, sembra che le estenuanti battaglie  portate avanti dal femminismo  siano state vane. Questi sono solo alcuni dei temi di denuncia della Baggott, un altro potrebbe essere quello legato alla famiglia. In effetti, la perdita della propria essenza ha fatto sì che anche gli aspetti generalmente importanti della vita come la famiglia e i figli, appunto  fossero persi. Proprio come i ricordi che per il nonno di Pressia «sono come acqua». Infatti, i Sopravvissuti non solo hanno perso gli affetti ma, col passare del tempo, persino molti dei loro ricordi, trasformandosi quasi in inumani. Tuttavia, la speranza di un mondo nuovo e migliore è rappresentata dai due protagonisti la cui resa  psicologica è ben approfondita, in particolare per la protagonista femminile del romanzo. A tal proposito, i personaggi sono delineati dall’autrice con attenzione e cura, sia per quanto riguarda l’aspetto esteriore che quello prettamente empatico ed emotivo. Sebbene le persone siano descritte con le varie bruttezze fisiche, in un certo senso affascinano proprio per le loro imperfezioni. Sono i tratti che custodiscono gelosamente e che dimostrano la loro sopravvivenza. Tanto che, alcuni di loro assomigliano a degli dèi o totem indiani. La Baggott riprende persino il culto della Grande Madre che rappresenta il femminile quale mediatore tra l’umano e il divino; diventa pertanto la metafora di speranza e preghiera. E Partridge che ruolo ha in tutto ciò? Egli è un Puro, fa parte di coloro che sono rimasti illesi nella Sfera. Il ragazzo si distingue dal genere maschile poiché ha ideali diversi, che inneggiano al rispetto e alla condivisione. L’autrice propone, inoltre, delle microstorie di personaggi secondari che, per questo motivo, ricevono una propria dignità letteraria. L’accuratezza è riservata, infine, all’ambientazione particolareggiata e rappresentata da parti realistiche e, altre, prettamente fantastiche e fantascientifiche.Memento è, perciò, un romanzo importante e fa parte di una trilogia consigliata sia a un pubblico giovane che adulto. Il romanzo di Julianna Baggott è, dunque, una metafora della società odierna, capace di affascinare il lettore di genere.
(A cura di Maila Tritto)
 L'AUTRICE: Julianna Baggott ha scritto numerosi romanzi per ragazzi prima di dedicarsi alla trilogia di Memento. I suoi scritti sono anche apparsi sul New York Times, il Washington Post, il Boston Globe.

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