Recensione: Memoria - Multiversum, di Leonardo Patrignani

Creato il 21 febbraio 2013 da Mik_94
Ciao a tutti! Questa mattina, la recensione di un romanzo di recente uscita. Forse, uno dei più attesi in questi primi mesi dell'anno. Dopo Multiversum (la mia recensione qui), Leonardo Patrignani e i suoi giovani protagonisti tornano per il secondo capitolo di una fortunata trilogia, inaugurata lo scorso anno e già tradotta in dieci lingue. Le mie impressioni? Tutto nella recensione! Ringraziando la Mondadori e l'autore, vi auguro una buona lettura ;) In quel bacio c'era il ciclo della natura che iniziava, si evolveva e terminava, per poi rinascere ancora. C'era l'amore. La loro fortezza inespugnabile. Il loro scrigno segreto. Oltre la vita, oltre l'eterno.   Titolo: Memoria. Multiversum Autore: Leonardo Patrignani Editore: Mondadori “Chrysalide” Numero di pagine: 331 Prezzo: € 17,00 Data di pubblicazione: 19 Febbraio 2013 Sinossi: Alex, Jenny e Marco hanno provato sulla loro pelle cosa vuol dire perdersi nelle infinite strade del Multiverso. Ora, però, non sanno come uscire da Memoria, una dimensione mentale, non meno chiusa di una gabbia, nella quale vedono solo ciò che ricordano. Mentre i secoli trascorrono dopo la fine della loro civiltà, una nuova Era comincia sul pianeta Terra.  Ma in che modo si possono usare i ricordi per fuggire da Memoria e scampare all'eterna condanna? Quali segreti disseppelliti dal passato permetteranno loro di risvegliarsi nel futuro?                            La recensione  Ed è finito. Così. Veloce come è iniziato. Troppo in fretta. L'epilogo. La fine. The end. I ringraziamenti conclusivi, e giù il sipario. Il capitolo centrale di una delle più fortunate trilogie italiane, dopo qualche intensa ora di lettura, è riposto sullo scaffale, accanto al suo bel predecessore. Com'è stato?Difficile spiegarlo. Quasi impossibile stilare il racconto di un viaggio intrapreso a cavallo di tutte le dimensioni possibili, ed eppure custodito in una piccola bambola russa a forma di libro; riposto in una libreria, compresso tra le righe di una prosa che sembra crescere di opera in opera, destinato a ricondurmi alla familiarità della mia casa solo ad avventura ultimata.Memoria ha inizio esattamente dove Multiversum si era concluso.  In maniera violenta, nervosa, repentina, sono stato costretto a ricordare. Di Alex, Jenny e Marco. E di una Barcellona spettrale animata da ricordi collettivi. E di un orizzonte piatto come un bianco vuoto cosmico. Sono stato catapultato lì dalla prima pagina.Io e i protagonisti ci siamo rivolti sorrisi timidi, di circostanza; gli stessi che ci si scambia con un amico che non si vede dal suono dell'ultima campanella prima delle vacanze estive.Sono stato subito messo al corrente degli attimi di vita che mi ero perso. I primi diverbi, le prime divergente, le prime crepe sullo scudo di tre sopravvissuti al fuoco, alla distruzione e al respiro smorzato della Terra che muore. Attimi che durano un centinaio di pagine, qualche giorno, o un paio di secoli. Magari cinque.Giriamo pagina e, d'un tratto, le spire nebbiose della nebbia di quel limbo senza tempo si staccano una ad una, cadendo a terra come pelle vecchia insieme ai limiti fisici che rappresentano. E' una sorta di gioco di prestigio, ma senza trucchi.In una pagina siamo a Memoria, nell'altra i nostri piedi sono oltre la soglia del futuro. Quello che nessuno della nostra generazione potrà mai vedere, ma che per i tre amici è reale. Grattacieli che bucano le nuvole, al di là di un banco di onde e di un letto scavato in vetro infrangibile. Un nuovo inizio, un nuovo cielo, ma sempre loro. Giovani, speciali, all'improvviso lontani. Dalle partite di basket, da lunghe vasche da percorrere a frenetiche bracciate, da siti da penetrare a colpi di click. Lontani tra loro, sballottati negli abissi dello spazio e del tempo, ma non dai lettori, che, dopo un anno di attesa, li seguirebbero in capo al mondo... La conoscenza di una nuova società distopica ha inizio. I suoi retroscena, i suoi torbidi doppi giochi, si leggono tra i pensieri di Ben, un uomo dalla libertà negata che viaggia su un sottomarino a ventimila leghe sotto i mari: passeggero, accorto impiegato, prigioniero (in)consapevole di un'autorità che gli dà denaro e aria da respirare, ma tenendolo sotto la minaccia di uno schiaffo. Allontanarsi dalle rotte stabilite è proibito. Ribellarsi è mortale.  Ma un segreto lo aspetta sul fondale, e con esso una prima ragione per lottare. In maniera imprevedibile, oltre ogni logica e certezza, la sua vita è legata embrionalmente a quella di Marco, Jenny ed Alex. Nati in un'epoca remota di cui non restano che cimeli nel mare immenso, ma che è ad appena un battito d'ala dalla sua: un'altra faccia del dado lanciato dal destino. La prossima. Multiversum era la novità. Tutti l'avevano adorato per quello. Presentato come la storia di un amore inafferrabile, aveva sorpreso critici ed editori con un intreccio imprevisto e con una freschezza d'espressione considerata, in ogni campo della narrativa per ragazzi, ormai sacrificata in nome del sacrosanto cliché. Leonardo Patrignani aveva incantato tutti, aveva guardato l'apocalisse negli occhi e, in un esordio audace e coraggioso, aveva sposato la teoria della relatività e consacrato in nome di essa il tenero affetto di due innamorati: cuori in una tempesta elettromagnetica. Scrivere il capitolo secondo della trilogia dev'essere stato un'impresa complessa su tutti i fronti.C'erano un'infinità di nodi da sbrogliare, domande alle quali dare risposta, aspettative (altissime) da mantenere, tempi di consegna da rispettare, una verità (quasi sempre vera) con la quale confrontarsi: un romanzo intermedio è una creatura dalle forme sfuggenti; un passaggio – spesso troppo brusco - tra le sorprese dell'incipit e i colpi di scena del capitolo finale. Nel mio piccolo, posso dire che l'esito finale non è stato buono... di più!Il nuovo romanzo è più universale, più spettacolare, più immediato. Scritto notevolmente meglio ed architettato con una maestria di internazionale e “nolaniana” influenza, ci mostra un Patrignani professionalmente cresciuto in modo esponenziale nel corso di un unico e proficuo inverno.  Quasi irriconoscibile in una prosa che, oramai, non ha più nulla di acerbo e scolastico, rafforza il suo valente intreccio con accostamenti forti e originali, figure retoriche sparse generosamente come piccoli cammei e nuovi personaggi che trovano una perfetta connotazione anche in un “cast” già consolidato, amato, affiatato.Vero, ci regala una decina di pagine in meno rispetto al primo, ma in esse troviamo un personaggio che finalmente ha il ruolo a lui più congeniale: quello di protagonista. Il solo ed unico Marco, che - su una sedia a rotelle o sulle proprie gambe, orfano o parte di una famiglia felice – è adorato dai lettori in qualsiasi piano spazio temporale si trovi a vagare: un perfetto nerd, un eroe esemplare, il custode delle vibrazioni impercettibili del multiverso.Volendo spaccare il capello in quattro, l'unica nota stridente – accanto ad un inizio un po' troppo dispersivo – l'ho trovata nella caratterizzazione della Terra del futuro. E' resa con la giusta vaghezza in modo da lasciare punti in sospeso per il sequel, ma, seppur nelle linee generali, mi ha ricordato quella di due recenti romanzi del genere sci-fi: La colonia sommersa (una distopia subacquea) e Across the universe (una cupa e claustrofobica Odissea nello spazio). Ma sono io che, probabilmente, leggo troppo di tutto! La sensazione è durata poco, spazzata via da una serie di inaspettati colpi di scena che mi hanno lasciato a balbettare frasi senza senso: “Ma oh! Ma cavolo! Ma wow!”; la bocca che formava una “O” e che, allo stesso tempo, avrebbe voluto ridere e ridere davanti a una sorpresa di tal genialità.Memoria è un libro che non brilla e non vuole brillare della luce riflessa del capostipite della saga. Vivo, scritto su misura dei lettori, sa rinnovarsi dall'interno, cercare nuove mete, inseguire nuovi scopi, mettersi alla prova con tentativi che – anche se non sempre riusciti alla perfezione – mostrano la voglia dell'autore di non accontentarsi del primo applauso strappato alla platea. Il primo, nel finale, mi aveva lasciato forse più appagato; questo ha fatto sì che percepissi un po' dell'incombenza e dell'ansia della fine di un lungo viaggio. Il primo era un uragano, questo è il Big Bang.Ho tante domande, un groppo alla gola che non mi spiego, una forte curiosità da sfamare. Aspetterò. Il terzo capitolo – in una vita o nell'altra – l'ho amato già. Non è preveggenza. E' Multiversum. Il mio voto: ★★★★ + Il mio consiglio musicale: Queen - Who Wants to Live Forever

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