Una settimana è passata e sono scomparsa. Ho avuto un esame, lunedì, a cui ho dovuto, per forza di cose, dedicare tutta la mia attenzione e mille altre cose da fare, in bilico tra Firenze e Siena come non mai; per cui ho lasciato andare questo posticino. Mi dispiace un sacco, però, domani ho l’ultima lezione prima del rientro dopo l’epifania e ho intenzione di accumulare così tanti post da impedire che si ripeta un silenzio così prolungato!
La settimana scorsa, nel teaser per il #Blogmas, avevo promesso la recensione di un libriccino che vi scalderà il cuore e vi farà innamorare, se già non lo siete!, del Natale e della sua magica atmosfera. Garantito!
Serie: O’Neil brothers #1
Autrice: Sarah Morgan
Traduttrice: Roberta Marasco
Editore: Mondadori
Anno: 2014
Pagine: 336
Kayla Green odia il Natale. Farebbe qualsiasi cosa per evitarlo del tutto, così, quando le si presenta l’occasione di lavorare durante le vacanze, la coglie al volo. Kayla è un mostro sacro delle pubbliche relazioni, e ora dovrà occuparsi di una struttura alberghiera di lusso in montagna. Perfetto! Quello che non sa è che l’impresa del suo cliente, Jackson O’Neil, è a conduzione familiare, che lì tra montagne innevate e addobbi di stagione il Natale è più presente che mai, e che l’atmosfera è calda, accogliente e decisamente festiva. Inoltre, a rendere più coinvolgente e inebriante il suo soggiorno tra i monti ci si mette pure questa intensa e fastidiosa attrazione per Jackson. Un’attrazione che la porterà chissà dove. Ma certo non a letto con lui. O sì?
Ho sempre amato il Natale. Non ricordo un solo anno in cui non sia stata in attesa dell’arrivo dell’8 dicembre per fare l’albero o non abbia avuto voglia di gironzolare per mercatini o indossare a partire dall’arrivo dell’autunno maglioni con le renne o i fiocchi di neve che farebbero impallidire il Darcy di Bridget Jones. C’è qualcosa nell’aria che mi fa diventare sentimentale, nostalgica di un passato fatto di cenoni in cui tutta la famiglia si riuniva e si sedeva a tavola dalle quattro del pomeriggio fino a notte inoltrata. Non c’entrano molto i regali, in realtà, perché odio scartarli davanti a tutti; la mia incapacità di fingere entusiasmo è proverbiale e, nonostante la poker face che mi ritrovo, non riesco a saltare di gioia quando un regalo mi piace, figuriamoci di fronte a uno brutto. Ma, comunque, è lo spirito che adoro, le luci, l’atmosfera. Perciò, dopo questa premessa, capirete che ritrovarsi davanti l’ennesima rivisitazione di Scrooge è stato un richiamo troppo forte per dire di no. E fortuna che non l’ho detto!
La pr Kayla è tutto ciò che io non sono, per quanto riguarda le feste natalize: odia i biscotti di pan di zenzero, gli addobbi ovunque, le canzoni che in radio tornano a ripetizione e tutto ciò che vuole dal Natale è rintanarsi nel suo appartamento a guardare film horror nell’attesa che il periodo dell’anno che più detesta passi velocemente. Perciò, quando le viene chiesto di trascorrere una settimana allo Snow Crystal Resort, per capire come organizzare la campagna di marketing per rilanciare quest’attività, pensa sia l’occasione giusta per sfuggire alle feste e starsene isolata dal mondo. E, amici, non potrebbe sbagliarsi più di così. Perché, arrivata nel Vermont, si rende pressoché subito conto che lì il Natale è ovunque: tra la neve sulle piste da sci, laghi ghiacciati sui quali pattinare, sentieri boschivi pieni di fascino, chalet di legno riscaldati da camini a legna e una famiglia affettuosa e chiassosa. Se a tutto ciò aggiungiamo un’attrazione impensabile per il cliente che fin lì ti ha trascinata e che sembra intenzionato a scavarti l’anima per scoprire per quali ragioni odi così tanto questa festività, la ricetta per il disastro è servita. O per innamorarsi (di lui e del suo meraviglioso mondo) ché sotto sotto un po’ un disastro sembra esserlo comunque.
Strinse la tazza calda fra le mani. Avrebbe dovuto rincuorarla, ma dentro si sentiva fredda, così fredda che credeva che non si sarebbe riscaldata mai più.
Aveva scoperto da tempo che la solitudine può essere un dolore sordo di sottofondo o una fitta acuta. Poteva azzannare le parti più soffici di una persona lasciando i lividi o mordicchiarti debolmente ai margini della coscienza.
Kayla aveva imparato a conviverci, ma quella sera gli O’Neil le avevano strappato via tutti gli strati protettivi in cui si era avvolta con cura, lasciandola esposta e vulnerabile.
Non era stata solo l’ostilità, anche se Walter era stato ostile eccome. Alice ed Elizabeth erano quasi soffocanti nelle loro dimostrazioni di affetto ed era stato perfino peggio.
Kayla interagiva con gli altri solo a livello superficiale. Non creava legami. Non si affezionava. Non voleva affezionarsi.
Se voleva quel lavoro, però, avrebbe dovuto trovare il modo di stare con gli O’Neil.
Si accoccolò contro la pila di morbidi cuscini, sorseggiò il tè e pensò a quello che la aspettava.
Il contesto familiare poteva anche essere insolito, ma le difficoltà lavorative non lo erano.
Quella sera era stata un disastro, ma non perché lei non sapesse fare il proprio lavoro. Per via delle persone. Perché non aveva saputo relazionarsi con loro.
Non mi aspettavo grandi cose, da questo libro, e in questo sta la chiave per capire la mia esaltazione. Sì perché Mentre fuori nevica è un libro rosa, ma di quelli che ti lasciano così tante cose che dal romance prescindono da farti mettere anche la storia d’amore talvolta in secondo piano. E così mi ha conquistata. Incantata, sarebbe meglio dire. Quel che la Morgan crea è un paesaggio talmente vivido da catapultartici in mezzo: spettacolari sono le descrizioni delle montagne e dei boschi, così ben scritte da saltar fuori dalle righe e lasciar l’amaro in bocca, quando, alzando gli occhi dal libro, non ci si ritrova, fuori dalla finestra, lo splendido panorama che Kayla ha dalla sua vasca idromassaggio sulla terrazza del suo chalet. Ma non è solo questo ciò che ho apprezzato tantissimo. C’è Kayla, in prima linea, che sento così vicina a me da aver provato tutta la gamma di sensazioni che le combattevano internamente, una battaglia senza sosta dall’inizio alla fine tra testa e cuore, tra la sicurezza di un lavoro che fa da scudo contro le debolezze della vita e di emozioni che pensava non le fosse possibile sentir come propri. Un personaggio a tutto tondo che con Jackson trova l’incastro perfetto, quel tassello che mancava per poter completare una vita che è sempre stata costellata di successi professionali ma oscurata da aridità sentimentali. Un tutto che riempie il vuoto che il passato le aveva lasciato in petto, una famiglia come mai ha avuto e che lui, con la propria, le regala senza aspettarsi niente in cambio: calore umano, interesse, compartecipazione e spirito natalizio, che, in fondo, altro non è se non amore. Perché, questo, dopotutto, è u romanzo sulla famiglia, oltre che d’amore e salvare lo Snow Crystal Resort è salvare la casa di una famiglia: di Elizabeth che trova in quelle montagne la presenza di un marito che non c’è più, di Walter e Alice che lì si sono innamorati e han deciso di dedicargli tutta la vita, di Tyler che cerca di capire come essere un padre nonostante l’amaro di ritrovarsi su montagne che giornalmente gli ricordano che non potrà più gareggiare, di Sean che fa il chirurgo ortopedico e sembra aver perso il cuore da quelle parti senza essersene accorto. Di Jackson che ha mollato il lavoro che amava per tornare a casa e salvare l’azienda di famiglia perché questo si fa in famiglia.
«Ti chiedo di pensare a quello che vuoi davvero. Che ti rende davvero felice.»
«Il mio lavoro mi rende felice.»
«Il tuo lavoro ti fa sentire al sicuro. Senti di avere il controllo della situazione e per te è importante.» Usò un tono gentile, perché non era sicuro che Kayla fosse pronta a sentire quello che le stava dicendo. «Tagli fuori le persone, perché se non fanno parte della tua vita, allora non possono ferirti. Ma questa non è felicità, Kayla. La felicità non significa semplicemente evitare l’infelicità. Puoi passare la vita a schivare i massi oppure puoi saltarci sopra e goderti la vista. Vedere quello che ti sei persa.»
Al calduccio di una copertina, chiuso il freddo fuori dalla porta e illuminati dalle lucine dell’albero, Mentre fuori nevica è quel libro che non ti aspetti, capace di riscaldare anche i cuori più duri e accendere come pochi altri l’atmosfera del periodo più meraviglioso dell’anno, aiutato da una famiglia pronta ad accogliere a braccia aperte chiunque e a far innamorare di sé e una storia d’amore che è una cucharaca per gli ormoni e allo stesso tempo soffice come la neve ma che proprio la neve di Kayla sa sciogliere. Avete bisogno di altro? Perché, sappiate, che se siete dei Grinch, avete i giorni contati agli chalet degli O’Neil!
Voto: ❤❤❤❤
Calendario #Blogmas 15-21 dicembre:
– Lunedì 15 dicembre: Chiara su Chiaraleggetroppo
– Martedì 16 dicembre: Anncleir su Please another book
– Mercoledì 17 dicembre: Fede su Folle pazza meravigliosa idea
– Giovedì 18 dicembre: Cee su Se solo sapessi dire
– Venerdì 19 dicembre: Kikkasole su Testa e piedi tra le pagine dei libri
- Sabato 20 dicembre: Franci su Coffee and books
– Domenica 21 dicembre: Erika su Wonderful monster
#Blogmas, quindi! Cliccando su questo link sarete reindirizzati a un form da compilare per partecipare al favoloso giveaway che mette in premio una marea di libri bellissimi scelti da sette blogger che han deciso di accompagnarvi al Natale con un’iniziativa bellissima <3"><3"><3"><3"><3"><3
Per quanto mi riguarda, sono stata combattuta fino all’ultimo tra tre libri: Trevor, di James Lecesne, Noi siamo grandi come la vita, di Ava Dellaira, e Lo straordinario mondo di Ava Lavender, di Leslye Walton; tre libri che reputo tra i più pregni di bellezza e significato di quelli letti non solo quest’anno ma – mi azzardo a dire – in assoluto. Mi piace la letteratura che sa, in modo semplice, trasmettere messaggi di forte impatto riguardo a questioni delicate ma fondamentali perciò… l’immagine qui a fianco vi avrà già fatto intuire quale mi abbia definitivamente convinta. Non potevo non scegliere Trevor e spero che chi lo riceverà saprà amarlo tanto quanto merita!